TRENTO - Ironico, imprevedibile, spontaneo: Francesco Baccini ha portato alla quarta edizione del Trentodoc Festival la sua musica e il suo pensiero libero. Il cantautore è stato protagonista della “Sparkling Story” che ha chiuso l’ultima giornata della manifestazione. Conversando con Roberta Scorranese e Alessandro Cannavò, Baccini è riuscito a intessere un dialogo aperto con il pubblico presente nel Chiostro degli Agostiniani, mescolando aneddoti e melodie, leggerezza e profondità con quello stile fuori dagli schemi che da sempre è la sua firma.

Incoraggiato dai presentatori, Baccini ha ripercorso le tappe della sua lunga e prolifica carriera musicale, a partire dall’infanzia in un quartiere popolare a Genova, i sacrifici dei genitori per permettergli di studiare pianoforte, il ruolo della musica classica e il primo lavoro come scaricatore al porto di Genova.
Un aspetto curioso per l’autore, che poi lo ha accompagnato per molti anni, è stata la somiglianza con Luigi Tenco, che lasciava stupefatti i suoi primi estimatori (foto credit Daniele Mosna - Pat).
Il racconto, accompagnato con qualche stacco musicale e caratterizzato dall’incontenibile ironia dell’autore, ha ricostruito le prime difficoltà, la beffa della selezione al programma “Fantastico” di Pippo Baudo, la scelta di perseguire la strada musicale a ogni costo e la riscossa con la canzone scelta per accompagnare Sanremo nel 1988. E poi - sempre con sottigliezza e vivacità - gli anni della svolta grazie a Renzo Arbore e all’intercessione di Vincenzo Mollica, che ha reso possibile l’uscita del primo album “Cartoons”.
Un capitolo a parte è stato invece dedicato all’amicizia con alcuni grandi artisti della musica italiana, come Fabrizio De André, con cui trascorreva intere nottate a parlare di musica, Lucio Dalla, conosciuto in circostanze fortuite su un palcoscenico in Puglia, e il padre del rock nel Paese del dragone, Cui Jian, che lo ha portato a un tour di successo in Cina.
La narrazione è stata tessuta anche attraverso la storia di alcune delle sue canzoni più significative, improvvisate anche al pianoforte. Tra quelle citate, la prima composizione “Figlio unico”, la romantica “Ho voglia di innamorarmi” e la beffarda “Margherita Baldacci”, per finire poi con l’attesissima “Sotto questo sole”, cantata assieme al pubblico.