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Vino, musica, anima: Mario Biondi al Trentodoc Festival

TRENTO - È la voce più nera e profonda della musica italiana a concludere i Wine Talk Stories della quarta edizione del Trentodoc Festival. Mario Biondi, “il soulman innamorato della melodia”, come lo ha definito un importante critico musicale, si è raccontato nell’evento “Un sorso di soul”, condividendo la sua personale visione della musica, del vino e dell’anima. Un dialogo moderato dal direttore artistico del Trentodoc Festival Luciano Ferraro, nella cornice finalmente soleggiata del Giardino San Marco di Trento.

Un viaggio che ha ripercorso la sua storia: dagli esordi con il padre musicista, da cui ha mutuato il nome d’arte, ai primi abbracci della piazza, che l’hanno immediatamente conquistato, per proseguire in una carriera lunga quasi quarant’anni.
Una voce tra le più riconoscibili in Italia, che Biondi considera un vero e proprio strumento: inizialmente inesplorato, poi affinato con tecnica e dedizione fino a raggiungere quel timbro profondo e unico che oggi lo contraddistingue.

Il racconto si è intrecciato con lo sguardo sui suoi maestri: da Zucchero a Baglioni, da Renato Zero ai Pooh, da Concato a Cocciante, da Venditti a Fossati, fino ai riferimenti internazionali come Al Jarreau, artista pluripremiato capace di mantenere sempre un atteggiamento leggero.

Spazio anche al momento della creazione artistica: un’idea che può nascere sotto la doccia, come nel caso di No More Trouble, o addirittura in sogno, come per I Love You More, “un’esperienza onirica che solo in una dimensione eterea come la musica può accadere, con tutta la sorpresa e lo stupore di vederla materializzare e prendere vita”, racconta Biondi. Altre volte il processo creativo parte da un testo, altre da una melodia già scritta, senza mai rigidità: “Lascio che sia l’ispirazione a guidarmi – spiega – e solo dopo lavoro sullo sviluppo”.

Non poteva mancare This Is What You Are, registrata quasi per gioco in uno studio di Reggio Emilia, con l’idea di mescolare lo stile classico di Sinatra con la ritmica moderna. “Un brano che ci ha spiazzato – ricorda l’artista – accolto inizialmente con diffidenza, ma capace di conquistare le classifiche inglesi, nullaosta per acquisire poi credibilità anche in Italia”.

Il dialogo si è chiuso con una nota personale, dedicata agli affetti più importanti: i suoi dieci figli, che Biondi definisce “il suo investimento sulla vita”.

E dalle parole si è passati alla musica: l’artista ha regalato al pubblico un assaggio delle sue sonorità inconfondibili, accompagnate da un calice di Trentodoc. Un momento intenso e coinvolgente, in cui voce e bollicine hanno creato un’armonia perfetta.

Il Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato dall’Istituto Trento Doc con Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera e il contributo attivo della filiera dell’accoglienza. Il programma del festival è consultabile su www.trentodocfestival.it e sull’app ufficiale Trentodoc.
Ultimo aggiornamento: 28/09/2025 22:50:38
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