TRENTO - Cento cinquanta delegate e delegati di tutte le categorie della Cgil del Trentino si sono confrontati questa mattina, al teatro Gigi Cona, sulle ragioni alla base del prossimo sciopero generale contro la legge finanziaria del Governo Meloni. Numerosi gli interventi delle lavoratrici e dei lavoratori che, pur mettendo in evidenza le peculiarità e le problematiche dei propri settori, hanno concordato su un giudizio negativo sulla manovra. "Semplice la ragione: la legge di Stabilità, che movimenta poco meno di 18 miliardi di euro, non contiene nessuna misura in grado di sostenere la crescita del Paese, di rilanciare la produzione industriale che ha raggiunto il punto più basso degli ultimi trent’anni.
E ancora non ci sono risorse adeguate, ma solo totalmente insufficienti, per fronteggiare l’impoverimento di una fascia crescente di famiglie di lavoratrici e lavoratori, di pensionate e pensionati che vedono accrescere il loro potere d’acquisto.
Proprio su questo punto si è soffermato il segretario generale Andrea Grosselli mettendo in evidenza "il paradosso di un Esecutivo che si vanta di tagliare le tasse, mentre la pressione fiscale cresce. Questo perché i tagli li hanno pagati nel loro insieme i lavoratori, finanziando prima la riduzione del cuneo fiscale, poi quella dell’Irpef con il meccanismo del drenaggio fiscale.
Di fatto il Governo fa una manovra regressiva in un momento in cui l’economia del Paese è in rallentamento, con l’effetto di frenare ancora di più la crescita. Unico obiettivo ridurre il debito pubblico così da poter contrarre nuovo debito per aumentare la quota di investimenti sul riarmo sul Pil.
Per queste ragioni la Cgil il 12 dicembre ha proclamato una giornata di sciopero generale, con l’obiettivo di portare in piazza le proprie proposte e cambiare in meglio la legge di stabilità. In particolare ribadire l’urgenza di aumentare salari e pensioni, di accrescere gli stanziamenti per la sanità e l’istruzione pubblica, dire no al riarmo e sollecitare misure per contrastare la precarietà lavorativa. E ancora chiedere una riforma fiscale equa e progressiva e politiche industriali e del terziario per spingere la crescita".