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Il Consiglio provinciale ha approvato il ddl sui rischi digitali

Educare i minori all’uso consapevole, non vietare

TRENTO - Scuola e digitale, il Consiglio provinciale approva il disegno di legge 36: educare più che vietare. Respinti gli odg su “smartphone free” e armadietti; via libera alle iniziative di informazione e formazione.

E' entrata nel vivo la discussione sul disegno di legge 36, relativo alla prevenzione dei rischi derivanti dall’esposizione dei minori ai dispositivi digitali. Dopo l’illustrazione da parte della proponente, Vanessa Masè (La Civica) nel corso della seduta mattutina, ha preso la parola l’assessora Francesca Gerosa, che ha invitato a un approccio equilibrato: “È molto più facile vietare qualcosa a un ragazzo piuttosto che insegnargli una regola e farla rispettare. L’obiettivo è lo stesso, ma il modo è diverso”. Ha ricordato che “a due anni un bambino non si compra uno smartphone: siamo noi genitori a doverlo educare all’uso”. Pur ribadendo la necessità di un uso consapevole, ha difeso l’utilità del digitale “quando è strumento di inclusione e di didattica consapevole”, immaginando “una scuola attenta all’uso del digitale, ma non una scuola del passato”.

Per Eleonora Angeli (Lista Fugatti) il ddl rappresenta “una sfida che riguarda scuola, famiglie e sistema sanitario”. Ha ricordato il suo emendamento, presentato in Commissione sui “patti digitali di comunità”, definiti come “strumenti di corresponsabilità e coprogettazione che definiscono regole e orari nella vita dei giovanissimi”. “Non si tratta di criminalizzare la tecnologia – ha aggiunto – ma di educare a un uso consapevole. È una scelta di apertura e fiducia verso i giovani”.

Michele Malfer (PD del Trentino) ha sottolineato “il buon clima di lavoro in Commissione” e la necessità di una riflessione collettiva: “Chiediamo ai giovani di stare meno online, ma non offriamo alternative reali. Dire no non basta: serve indicare come e dove andare”. Ha richiamato il ruolo della scuola autonoma e della comunità educante: “Questo ddl non si limita a vietare, ma ci indica la via giusta”. Stefania Segnana (Lega) ha espresso gratitudine alla proponente Masè e ha ricordato “l’importanza delle audizioni che ci hanno allertato sui rischi per la salute, soprattutto nella fascia 0-6 anni”. “Il ruolo dei genitori è decisivo – ha aggiunto –: la scuola non può essere lasciata sola. Mi lascia perplessa la possibilità di usare il cellulare durante la ricreazione, che dovrebbe essere un momento di socialità”.

Per Andrea de Bertolini (PD del Trentino) “l’uso sconsiderato dei dispositivi espone i minori a rischi autolesivi ed eterolesivi”. Ha invitato a “una strategia multilivello” che non riduca il dibattito al solo “divieto sì o no”. “Un divieto – ha detto – può essere strumento educativo: se insegni a un bambino che non si passa con il rosso, capisce che serve a proteggerlo. Forse non subito, ma il divieto gli permetterà di comprendere il senso dell’autoconservazione”.

Filippo Degasperi (Onda) ha ricordato che “per anni si è mitizzato il digitale” e che “l’uso dei cellulari in età evolutiva è dannoso, non solo l’abuso”.
“Vietare non è il contrario di educare”, ha ribadito, auspicando regole chiare e ricordando gli ordini del giorno presentati per introdurre sezioni “smartphone free” e armadietti porta-cellulari nelle scuole, poi respinti.

Lucia Maestri (PD del Trentino) ha richiamato la responsabilità degli adulti: “Noi dobbiamo essere padroni della tecnologia e insegnare ai giovani a esserlo. Il convitato di pietra siamo noi”. Ha parlato di “una cultura dell’io che trasferiamo ai bambini fin dalla nascita” e ha collegato il tema all’aumento dei disagi giovanili e dei suicidi: “Quanto siamo capaci di offrire percorsi alternativi perché i ragazzi non si sentano soli?”.

Carlo Daldoss (La Civica) ha espresso qualche riserva: “Forse il testo originario era più incisivo. L’uomo nasce come l’essere meno educato del mondo, e per questo come genitori siamo chiamati a dare delle regole”. “La scuola deve fare uno sforzo umanistico, tornando a mettere al centro la persona e non solo le nozioni”. “Non si tratta di rinnegare la tecnologia – ha aggiunto – ma di formare insegnanti capaci di empatia. Voterò il ddl, ma un po’ più di coraggio non avrebbe guastato”.

Daniele Biada (FdI) ha ricordato il lavoro svolto in Commissione: “Abbiamo fatto un bel percorso per migliorare l’approccio ai dispositivi elettronici. Una norma che introduce regole è un buon primo passo”.
Ha sottolineato che “molti problemi nascono dentro le famiglie, dove la politica non può entrare”. Maria Bosin (PATT) ha ringraziato proponente e commissione per il confronto: “Forse si poteva essere più incisivi, ma era necessaria una presa di posizione condivisa. Non è una proibizione, ma una tutela dei ragazzi”. Ha apprezzato i patti digitali come “un modo di voler bene alle future generazioni”.

Francesca Parolari (PD del Trentino) ha rilevato che “molte scuole trentine stanno già adottando regole autonome. Non c’è urgenza di imporre divieti”. Ha insistito sulla formazione delle famiglie e dei genitori, ricordando il suo ordine del giorno, poi approvato, “per coinvolgere pediatri e personale dei percorsi nascita nell’educazione digitale”.

Paola Demagri (Casa Autonomia) ha evidenziato l’importanza della coprogettazione: “Famiglie e scuola devono camminare sugli stessi binari”. Ha parlato della necessità “di una cornice d’aiuto alla scuola per salvaguardare i ragazzi da un uso improprio del digitale”. Nella replica, Vanessa Masè ha ringraziato i colleghi: “Il ddl nasce due anni fa da una serata dedicata ai patti digitali di comunità: dal basso è nata la consapevolezza che serve porre un freno alla pervasività del digitale”. “Credo fosse urgente, anche come Provincia autonoma di Trento, fermarci e dare un segnale chiaro”, ha concluso. Respinti gli ordini del giorno di Degasperi sulle “sezioni smartphone free” e sugli “armadietti porta-cellulari”.
Approvati invece quelli della proponente Masè, che impegna la Giunta a campagne di informazione e sensibilizzazione sull’educazione digitale, e gli ordini del giorno di Segnana e Parolari per la formazione di pediatri e genitori sui rischi connessi all’uso dei dispositivi. Approvato infine quello di Christian Girardi (La Civica), che promuove una campagna di sensibilizzazione sui concetti di “dieta digitale” e “obesità digitale”.

L’esame dell’articolato ha visto approvati gli emendamenti concordati tra la proponente e la Giunta, mentre sono stati respinti gli altri. Il disegno di legge è stato approvato con un solo voto contrario (Degasperi).
Ultimo aggiornamento: 09/10/2025 21:20:43
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