TRENTO - “Quasi il 40% dei redditi delle famiglie sono portati via dai costi dell’abitazione, che in Trentino pesano più che nel resto d’Italia. Una dinamica che, combinata con il ridotto numero di alloggi in affitto disponibili sul mercato immobiliare privato e la scarsità di case a canone sociale e moderato, determina una vera e propria emergenza abitativa. Non solo nel prossimo futuro, ma già adesso visto che è crescente il numero dei nuclei anche con due redditi che fatica a trovare un’abitazione adeguata al proprio reddito. Il rapporto Nomisma, dunque, non è che la conferma tradotta anche in numeri della pressione abitativa sul comune di Trento, ma situazioni analoghe sono presenti nei maggiori centri della provincia”. Lo dicono i sindacati con Manuela Faggioni del Sunia Cgil, Michele Bezzi della Cisl e Walter Largher della Uil insieme a Walter Nicoletti delle Acli trentine. Tutti sono consapevoli che non esistono ricette immediate per uscire da questa situazione di emergenza.
Sono altrettanto convinti, però, che gli interventi messi in atto fino a questo momento dalla Provincia e dalle amministrazioni comunali siano stati troppo timidi, in alcuni casi del tutto insufficienti.
“Anche dal nostro punto di vista la soluzione non può essere l'ulteriore consumo di suolo, ma deve essere piuttosto il riutilizzo delle case oggi disponibili, molte delle quali sfitte, e degli immobili pubblici inutilizzati”, insistono che mettono sul tavolo la necessità di usare la leva fiscale per incentivare gli affitti, magari abbinando questo strumento alla creazione anche in Trentino del fondo di garanzia per la morosità incolpevole. “E’ vero che lo sconto Imis legato al canone concordato non ha prodotto i risultati attesi. Siamo disposti a confrontarci con l’amministrazione comunale di Trento sull’individuazione di altri strumenti. Ma per noi quelle risorse, stanziate a copertura dello sgravio fiscale, devono restare destinate al capitolo abitazione, a favore delle famiglie”.
Vanno nella giusta direzione i progetti di sublocazione e i fondi di garanzia per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di casa. “Serve però agire con urgenza sui numeri. E su questo è la Provincia che deve affrontare la questione casa con determinazione, con un piano straordinario di alloggi a canone sociale e moderato. Questo ridurrebbe la pressione sul mercato fungendo da calmiere sui prezzi”.
Cgil Cisl Uil e Acli guardano con interesse anche alla ricetta adottata a Bolzano dove la Provincia agevola il privato nella costruzione di nuovi immobili, ma in cambio almeno il 40% delle realizzazioni va a locazioni a canone concordato/moderato.
Infine il capitolo della riqualificazione energetica: si potrebbe agevolare il risanamento degli immobili vincolandoli alla locazione. “Gli interventi da mettere in campo possono essere molteplici. Servono, però, risorse e disponibilità a ragione andando oltre le visioni di parte. Per quanto ci riguarda porremo questi temi già nel prossimo incontro del Tavolo provinciale, e chiederemo quanto prima un nuovo confronto con il comune di Trento”, concludono.