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Gianmarco Tamberi, le sfide del futuro verso Los Angeles 2028

Al Festival dello Sport di Trento un incontro legato anche al suo forte impegno per l’Airc

TRENTO - Negli occhi di tutti gli italiani appassionati di sport ci sono ancora i suoi trionfi ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e quelli che lo hanno portato ad essere campione del mondo ai Mondiali di Budapest 2023. Il recente passato di Gianmarco Tamberi, campione di salto in alto, si lega anche alla delusione di Parigi 2024 ma il fuoriclasse di Civitanova Marche ha un presente illuminato dal suo nuovo ruolo di padre e un futuro tutto da scrivere come ha raccontato questo pomeriggio in Piazza Duomo per il Festival dello Sport di Trento. Un incontro legato anche al suo forte impegno per l’Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro).

Ad intervistare il campione di salto in alto Rachele Sangiuliano che nelle domande a Gimbo, come lo hanno soprannominato i fan, ha intrecciato la dimensione sportiva all’importanza di una condotta di vita il più possibile corretta e attenta alla propria salute anche in un’ottica di prevenzione (Tamberi foto credit Nicola Eccher - Pat) .

Dopo aver ricevuto l’abbraccio caloroso del pubblico di Trento che lo ha accolto con grandissimo entusiasmo Gianmarco Tamberi ha raccontato le difficoltà di essere diventato papà: “Sono molto stanco, chi è mamma o papà sa quanto un figlio ti stravolge la vita però allo stesso tempo te la riempie. Cambia la tua percezione di tutto: io che ero abituato a dormire e riposare tanto perché da sportivo la notte è il momento in cui ti ricarichi. Ecco, ora non esiste più ma mi sveglio con energia, felicità e anima piena d’amore. Camilla è stata il motivo per cui ho deciso di andare avanti e provarci fino alle olimpiadi di Los Angeles 2028”.

Alle spalle le difficoltà di Parigi 2024: “Non ero ancora riuscito a superare la delusione di Parigi, dentro di me lo vivo come un fallimento anche se tanti mi dicono che non è così perché mi sono messo in gioco e ci ho provato fino alla fine ma di sicuro quello a cui ambivo non era stare in ospedale fino a due ore prima della finale olimpica. Io ci ho creduto fino alla fine e quando è arrivata la batosta per non esserci riuscito è stato tremendo. L’ho superata solo quando Chiara mi ha detto che aspettavamo una bambina”.

Poi il focus sul suo impegno per l’Airc di cui Tamberi è testimonial dal 2017: “Tutti noi abbiamo dei conoscenti, amici o parenti affetti da un tumore e se non fosse per l’Airc e per i suoi ricercatori oggi non parleremmo di questi numeri, cioè che una persona su due ce la fa.
Io li ringrazio per quello che fanno anche se spesso sono loro che ringraziano me per essere un loro testimonial. Cerco di affiancare e supportare l’Airc per quello che posso per far sì che riescano ad aumentare la percentuale di sopravvivenza”.

Un impegno forte e sentito quello del campione: “Ogni anno mi rendo conto sempre più di quanto sia importante quello che stanno facendo, in particolare ora visto che nell’ultimo anno il mio fisioterapista è venuto a mancare per questo brutto male. Grazie ai miei risultati sportivi o al palco di Sanremo ci sono sempre più persone che mi conoscono e sento la responsabilità del fatto che guardano quello che faccio. Qualcuno può criticare ma altri possono prendere a modello quello che sto facendo. Per questo è importante dare il buon esempio”. Per Gianmarco Tamberi: “L’obiettivo di essere il numero uno al mondo implica essere maniacale con la preparazione. Se solo ci penso vorrei andare via ad allenarmi perché devi essere maniacale in tutto: nel cibo, nel sonno, negli allenamenti, nella vita quotidianità.

Di solito ha un’accezione negativa ma in questo caso non credo debba averla perché permette di raggiungere una cosa così grande che porta tanta soddisfazione a te e alle persone che hai intorno o che spinge qualche ragazzo a intraprendere uno stile di vita sano. E’ sempre difficile iniziare a seguire uno stile di vita sano ma ci si rende conto subito dei benefici e allora è più facile andare avanti”.

Il messaggio che ha lanciato al pubblico del Festival, fatto anche di tantissime ragazze e ragazzi, si lega al saper affrontare le difficoltà: “ Chi mi conosce sa quante ne ho affrontate nella mia carriera ma è proprio grazie a tutte queste cadute che ho potuto costruire qualcosa di grande, quando le cose non funzionano possiamo invertire tutto e raggiungere i nostri obiettivi. Non bisogna piangersi addosso e chiedersi “perché a me?”. E’ chiaro che succederà ma quanto prima si inverte il trend e si ammette che è successo proprio a noi, quanto prima si può lavorare per reagire, rialzarsi e avere più forza di prima, arrivare a essere qualcuno che con la storia di prima non sarei stato".

Probabilmente questo atteggiamento lo ha fatto anche soffrire ha concluso Tamberi: "Ma in ospedale a Parigi questo mio modo di affrontare le difficoltà è stato l’unico che mi ha permesso di entrare in gara. Se avessi guardato dall’esterno quello che stavo vivendo non avrei trovato la forza di alzarmi da quel lettino. Quell’illusione che avevo nella testa “è adesso che puoi” mi ha consentito oggi di essere fiero di averci provato perché se non lo avessi fatto sarebbe stato molto più difficile reagire”.
Ultimo aggiornamento: 09/10/2025 22:26:47
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