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Inaugurata la terza edizione di WIRED Next Fest Trentino

Al teatro Zandonai di Rovereto la cerimonia con il presidente Fugatti e il vicepresidente Spinelli

ROVERETO (Trento) - Non è mancata l’energia sul palco del teatro Zandonai di Rovereto per l’inaugurazione di WIRED Next Fest Trentino. Il tema di quest’anno sono proprio le “Energie”, intese come forze propulsive che portano a tutte le trasformazioni: dalle energie dei giovani sino ai vettori energetici del futuro e all'energia intesa come volontà, come driver di cambiamenti, di sviluppo di conoscenza e di innovazioni. Foto @Monica Condini - Archivio PAT.

A dare il via a questa terza edizione il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca Achille Spinelli, insieme alla sindaca di Rovereto Giulia Robol e al rettore dell'Università di Trento Flavio Deflorian. “WIRED Next Fest Trentino è un momento in cui si mostrano al grande pubblico le trasformazioni in atto, nella scienza, nell'innovazione e nella società e ci si confronta con chi la sviluppa e sulle sue implicazioni. Un momento importante per aprire i laboratori ai cittadini e ai giovani per capire quello che vi accade in modo accattivante ed interessante e perché no, anche divertente ed entusiasmante. In questo contesto il sistema trentino della ricerca e dell' innovazione è protagonista in modo coordinato – ha spiegato l’assessore Spinelli – con l'Università, le nostre Fondazioni di ricerca che assieme a HIT, al Muse e ad Iprase mostrano le proprie eccellenze. Un sistema forte e dinamico che colloca il Trentino al primo posto in Italia tra i territori "strong innovator" e questo ci dà una conferma e nel contempo ci sprona per continuare a lavorare insieme anche al sistema economico per confermare questa posizione in futuro è perché no, a migliorare ulteriormente il posizionamento del nostro territorio a livello europeo. Il focus sulle energie non è casuale, ma rappresenta l'essenza più profonda del nostro territorio. Abbiamo una lunga tradizione di attenzione ambientale con politiche attente all'efficientamento energetico e grande attenzione per questi temi anche nelle imprese. Qui la ricerca scientifica e tecnologica è orientata alla sostenibilità, e abbiamo investito in poli scientifico tecnologici dedicati a questi temi, ovvero a sostenibilità e a idrogeno e batterie del futuro. Ci attendono giornate ricche di appuntamenti e di spunti che collocano Rovereto al centro del panorama nazionale ed internazionale, che invito tutti a vivere in prima persona".

"Il Trentino nel tempo si è specializzato in un format, quello del festival, che si è mostrato di grande successo - ha dichiarato il presidente Fugatti –. Il WIRED Next Fest non può che valorizzare ulteriormente questa vocazione, affrontando tematiche che fanno parte del presente e del futuro della nostra della tecnologia e della società. Non potrebbe esserci un'ubicazione migliore di Rovereto per ospitare quest'evento confermando un percorso che ha già conquistato il pubblico con le precedenti due edizioni, che hanno visto la partecipazione di oltre 10 mila persone. Un successo che oggi rilancia la nostra ambizione di fare di questo appuntamento un punto di riferimento nazionale per il dibattito sull'innovazione. Sono sicuro che anche quest'edizione riscuoterà importanti successi."

Presenti in sala anche il presidente del consiglio provinciale Claudio Soini e l’amministratore delegato di Trentino Marketing Maurizio Rossini, sul palco è intervenuta la sindaca di Rovereto Giulia Robol che ha parlato di WIRED Next Fest Trentino come un festival che coinvolge tutta la cittadinanza e dà l’opportunità alla città di essere al centro del dibattito riguardante le grandi innovazioni riguardanti l’economia e i cambiamenti in atto. Il rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian ha ammesso come questo festival, ormai divenuto appuntamento fisso per i roveretani e per tutto il Trentino, proprio per le tematiche affrontate sia di grande interesse per tutta la comunità accademica e per gli studenti.

Come lo scorso anno la musica ha chiuso la cerimonia con il concerto di Giorgio Poi seguito dall’esibizione di Maria Chiara Argirò.

Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile al sito https://eventi.wired.it/nextfest25-trentino/programma-completo.

Il WIRED Next Fest Trentino è organizzato da WIRED Italia in partnership con la Provincia autonoma di Trento – Assessorato allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca - Trentino Marketing, Trentino Sviluppo, Azienda per il Turismo Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo, Comune di Rovereto.

Lavora alla costruzione del palinsesto il Comitato scientifico presieduto dall'Head of Content di WIRED Italia, che vede la partecipazione dell’Università degli Studi di Trento, della Fondazione Bruno Kessler, della Fondazione Edmund Mach, della Fondazione Hub Innovazione Trentino, dell’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa - IPRASE e del MUSE - Museo delle Scienze.

E se l’intelligenza artificiale superasse l’essere umano?
Grande attenzione e curiosità in una piazza Malfatti da tutto esaurito per Nello Cristianini, esperto e docente di IA, il quale si è concentrato sugli sviluppi della tecnologia e sulla possibilità che un giorno essa possa eguagliare o addirittura superare l’essere umano. In alcuni settori, ha spiegato il professore, questo in realtà è già successo. Tante domande e perplessità hanno scandito l’incontro in questa seconda mattina del WIRED Next Fest di Rovereto.
“È possibile che una macchina possa diventare più intelligente dell’essere umano?”. Il saggista e professore di intelligenza artificiale all’Università di Bath (Inghilterra), Nello Cristianini, ha aperto il proprio talk con una domanda che lui stesso ha definito “scomoda”. Ma nel dibattito scientifico, ha aggiunto, se ne sta parlando tanto: “Come si misura il progresso? Quanto costa e come si costruisce? Ci sono tante domande attorno alle quali stanno lavorando i gruppi di ricerca oggi – ha aggiunto Cristianini. – In certi casi, l’essere umano è già stato superato. Per esempio nella cosiddetta ‘intelligenza artificiale ristretta’, ovvero quella che si concentra sulle piccole cose come la traduzione di documenti in varie lingue diverse. La macchina lo fa in duecento lingue, l’essere umano in dieci se è fortunato. Quindi ora il punto di vista è cambiato, così come la domanda principale: esiste una macchina in grado di eguagliare l’essere umano in ogni ambito della propria vita? E ancora: possiamo essere superati?”.

Ecco allora che Cristianini si è concentrato su un altro tipo di intelligenza artificiale, quella ‘generale’, che sta crescendo esponenzialmente anno dopo anno: “Come possiamo sapere se le macchine ci hanno davvero superato? Non esiste una misurazione specifica, come per il quoziente intellettivo. Nel tempo abbiamo capito che l’intelligenza ha tante dimensioni, ognuno può essere bravo in una cosa e meno in un’altra. Per gli essere umani abbiamo test psicometrici, ma per le macchine? I dati dicono che esse partono lontane dal livello umano, ma anno dopo anno migliorano in ogni settore. Si avvicinano a noi e in alcuni casi ci hanno già eguagliati, oppure superati.
Siamo in un momento storico in cui in una serie di compiti, dalla matematica agli scacchi, le macchine sono in competizione con gli esseri umani migliori del mondo”.

I tempi dunque stanno cambiando velocemente. E Cristianini lo ha sottolineato con forza: siamo in un momento di grande accelerazione. Anzi, ad un bivio sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale: “Da un lato abbiamo la possibilità di diagnosi, educazione ed il suo impiego per il bene del mondo. Dall’altra una prospettiva più preoccupante: controllo sociale, videosorveglianza, applicazioni militari, addirittura qualcosa di ancora impensabile. Cosa accadrà quando troveremo una macchina in grado di fare tutto ciò che facciamo noi? Come cambieranno il mondo del lavoro e la società? Ma soprattutto, cosa faremo dopo?”.

Cristianini è arrivato così a toccare il tema centrale del suo monologo, cioè l’intelligenza artificiale sovrumana: “Basta partire dalle cose semplici. La lettura di un QrCode, noi non sappiamo farla ma per la macchina è una cosa semplice. Tenere a mente centinaia di numeri? È la stessa cosa. Recentemente è stato chiesto agli esperti mondiali dei rispettivi settori di preparare i quesiti più difficili da sottoporre alle macchine: siamo ad un 40% circa di risposte corrette. C’è ancora margine, ma cosa accadrà una volta che avranno raggiunto la perfezione? Ci troveremo davanti al bivio sull’utilizzo di questa intelligenza, ma ad oggi non abbiamo modo di sapere cosa accadrà domani”.
Nuove fonti e vettori di energia pulita e la tracciabilità dell’ idrogeno verde
Le opportunità e le criticità legate allo sviluppo di nuove fonti e vettori di energia rinnovabile, in particolare biomasse e idrogeno verde, con uno sguardo attento ai temi della trasparenza, della tracciabilità e della sostenibilità, sono i temi affrontati questa mattina dalla Fondazione Edmund Mach nell’incontro intitolato “Nuove fonti di energia pulita” nell’ambito del WIRED Next Fest 2025.
All’appuntamento, svoltosi presso il Palazzo del Ben, moderato dal giornalista di WIRED Riccardo Saporiti, hanno portato la loro esperienza il professor Franco Cotana, docente all’Università di Perugia e amministratore delegato di RSE, nonché membro del Comitato scientifico FEM, che da anni si occupa di ricerca applicata all’energia e alle biomasse e che ha condotto la riflessione sulle potenzialità e le prospettive di queste tecnologie, la ricercatrice Silvia Silvestri, responsabile dell’Unità Bioeconomia della Fondazione Mach, che ha presentato alcuni approcci innovativi di valorizzazione in termini di risorse energetiche dei sottoprodotti agricoli e degli scarti agroindustriali, e Luana Bontempo, responsabile dell’Unità Tracciabilità FEM, che ha illustrato le opportunità ed i processi di autenticazione dell’idrogeno verde, concentrandosi sul progetto HYTRA recentemente avviato e finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.

In un contesto in cui l’idrogeno è riconosciuto come vettore energetico strategico per la decarbonizzazione, manca ancora oggi un metodo scientifico condiviso che ne certifichi oggettivamente. E questo è l’obiettivo del progetto, come ha sottolineato Luana Bontempo. “L’idrogeno verde è un vettore energetico promettente, ma oggi mancano strumenti affidabili che ne attestino la provenienza. Con HYTRA stiamo lavorando per applicare al settore energetico tecniche già sperimentate con successo nell’agroalimentare, come l’analisi isotopica”, così da offrire al mercato un sistema credibile per la tracciabilità e dare maggiore fiducia sulle scelte energetiche.

“La produzione di idrogeno verde da biomasse organiche di scarto e di rifiuto rimane a tutt’oggi una frontiera di ricerca da esplorare -ha aggiunto Silvestri- sia per quanto attiene alle tecnologie e metodologie di produzione, alla taglia degli impianti, agli aspetti connessi alla sicurezza delle strutture per il trasporto, stoccaggio e impiego, sia per quanto riguarda la rintracciabilità dell’idrogeno ottenuto da fonti energetiche rinnovabili”.

Lo sviluppo delle tecnologie per la produzione dell’idrogeno verde come vettore energetico - ha evidenziato Cotana - è iniziato, ma i tempi per il conseguimento degli obiettivi europei sono ancora lunghi. L’incontro ha proposto al pubblico una riflessione su ricerca, innovazione e sfide concrete della transizione energetica. Non una semplice rassegna di soluzioni tecnologiche, ma un momento di dialogo che ha messo al centro la necessità di integrare nuove fonti nel sistema energetico, garantendo trasparenza e sostenibilità e coinvolgendo territori e comunità locali.

Intelligenza naturale: la nostra pelle, la nostra mente, il confine con le macchine

Al WIRED Next Fest Trentino 2025 il filosofo Maurizio Ferraris ha riportato al centro della discussione un tema spesso trascurato nel dibattito sull’intelligenza artificiale: la specificità dell’esperienza umana. In un’epoca in cui algoritmi e sistemi digitali sembrano capaci di apprendere, decidere e persino simulare conversazioni credibili, Ferraris ha invitato a riflettere su ciò che le macchine non possono replicare, la dimensione corporea, la vulnerabilità, la capacità di sentire e di soffrire. Questi elementi, che costituiscono l’intelligenza naturale, tracciano secondo il filosofo il confine ultimo tra esseri umani e macchine e rendono necessaria una riflessione più critica e consapevole sul modo in cui interagiamo con l’IA. Nel talk "Intelligenza naturale", ospitato al Teatro Zandonai, Ferraris ha invitato a superare la contrapposizione semplicistica tra uomo e intelligenza artificiale per costruire un confronto più consapevole. Al centro della sua riflessione c’è l’idea che l’umano risieda nella percezione corporea, nella memoria affettiva e nella capacità di errore: caratteristiche che nessun algoritmo può replicare. La pelle diventa il simbolo e il limite di questa differenza, organo vivo che distingue il pensiero incarnato dal calcolo astratto delle macchine. Ferraris ha ricordato come, negli ultimi decenni, la società abbia trasferito alle tecnologie memoria, decisioni e conoscenze senza interrogarsi abbastanza su ciò che andava perduto. Non si tratta di demonizzare l’intelligenza artificiale, ma di ridefinire un equilibrio in cui la conoscenza viva, radicata nel corpo e nella sensibilità, mantenga il suo valore irriducibile. L’intervento ha toccato anche la dimensione economica e politica dell’era digitale, dove i dati sono diventati il nuovo capitale. Il valore non risiede più soltanto nella produzione materiale, ma nella produzione e nell’uso dell’informazione. Da qui la necessità di trovare un modello di distribuzione più equo: una via alternativa sia al liberalismo americano, che concentra la ricchezza senza redistribuirla, sia al modello cinese, che centralizza il potere a discapito delle libertà individuali. Ferraris propone un possibile “comunismo digitale”, in cui i dati possano essere utilizzati senza sottrarli e i benefici generati possano essere condivisi in modo più giusto. Il suo messaggio finale è stato un invito a non inseguire macchine sempre più perfette ma a costruire un rapporto critico e consapevole con ciò che rappresentano, per non perdere la bussola umana. L’intervento non ha assunto i toni del rifiuto della tecnica, ma quelli di un richiamo a recuperare ciò che rende unica l’intelligenza naturale, affinché la tecnologia rimanga al servizio delle persone e non eroda la loro essenza.
Ultimo aggiornamento: 04/10/2025 14:42:14
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