STORO (Trento) - La
decima edizione del
Festival della Polenta di Storo ha confermato e superato le aspettative, consolidandosi come uno degli appuntamenti enogastronomici più apprezzati del Trentino e non solo. Nel fine settimana oltre
7.000 visitatori hanno animato il centro storico del paese, tra
degustazioni, musica e tradizioni culinarie, celebrando la polenta come simbolo identitario della Valle del Chiese
(foto credit Apt Madonna di Campiglio).

Organizzato dalla
Pro Loco di Storo in collaborazione con la
Cooperativa Agri ’90 e il coinvolgimento di oltre 100 volontari e associazioni locali, il festival ha proposto due giornate dense di iniziative: degustazioni, musica, laboratori per bambini, esposizioni artigianali e momenti culturali legati al mondo agricolo e alla valorizzazione del territorio.
Cuore pulsante della manifestazione è stato il concorso tra
sei gruppi di “polenter”, che hanno preparato cinque tipologie tradizionali di polenta sottoposte al giudizio di una giuria tecnica e di una giuria popolare composta da oltre
2.000 degustatori.
In gara quest’anno alcune tra le più rappresentative espressioni della tradizione trentina, ciascuna portata in tavola con orgoglio e maestria dalle rispettive realtà locali. La Polenta carbonera è stata preparata dai Polenter di Storo, la Polenta macafana dalla Pro Loco di Cimego, la Polenta di patate dai Polenter di Praso e dai Polentari della Valle di Ledro, mentre la Polenta e rape è stata proposta dalla Pro Loco di Bondo. A chiudere la ricca varietà di sapori, la Polenta e molche è stata presentata dal Comitato Polenta e Mortadella di Varone.
Ogni gruppo ha saputo valorizzare con passione il proprio piatto, contribuendo al successo e alla vivacità dell’edizione 2025 del concorso.
La giuria tecnica, presieduta da Giuseppe Casagrande, decano dei critici gastronomici, e composta da esperti del settore, ha visto quest’anno la partecipazione straordinaria dello chef stellato Peter Brunel. È stata proprio questa giuria ad assegnare la Ramina d’Oro 2025 alla polenta e rape della Pro Loco di Bondo, premiandola per la fedeltà alla ricetta tradizionale, la qualità degli ingredienti e l’equilibrio dei sapori.
Il premio della giuria popolare è andato invece alla polenta Macafana della Pro Loco di Cimego, che ha saputo conquistare il grande pubblico con gusto e creatività.
Novità assoluta di quest’anno è stata l’introduzione di una terza giuria, formata dagli stessi polenter partecipanti al concorso: un gruppo di esperti appassionati che, con il proprio voto, ha aggiunto un ulteriore livello di autorevolezza e coinvolgimento alla manifestazione.
Tra le novità più apprezzate, la possibilità per i visitatori di acquistare anche il piatto singolo, oltre alla tradizionale tessera degustazione. Esauriti in poche ore anche i piatti fuori concorso, tra cui polenta con salame e panna, ciuiga, baccalà, cinghiale, polenta fritta e le caldarroste, preparati da Pro Loco, comitati e associazioni della zona.
Ampio spazio anche alla cultura agricola con il convegno tecnico “Il domani dei giovani in campagna”, ospitato sabato pomeriggio nella sede della Cooperativa Agri ’90, dove giovani produttori delle Giudicarie hanno raccontato sfide e opportunità del fare agricoltura oggi.
A completare il programma, visite guidate nel borgo, mercatini, il concorso “Spaventapasseri in Sagra” con 14 installazioni creative e un ricco intrattenimento musicale diffuso in tutte le piazze fino al tardo pomeriggio di domenica. A vincere il concorso degli spaventapasseri è stata l’opera “Lo Spaventer”, realizzata con cura e originalità dalla casa di riposo S. Lorenzo di Storo.
Grande la soddisfazione del presidente della Pro Loco di Storo Luca Comai, che ha voluto ringraziare tutti i volontari, i partner e gli enti coinvolti per l’impegno e la passione che hanno reso possibile questa edizione così partecipata. “Questo Festival è l’esempio concreto di cosa può fare una comunità quando si unisce nel valorizzare le proprie tradizioni. Il successo di quest’anno ci sprona a guardare al futuro con ancora più entusiasmo”, ha commentato.
Il Festival della Polenta si conferma così come un appuntamento significativo per la valorizzazione della tradizione gastronomica locale e del territorio, ma anche strumento di promozione territoriale, coesione sociale e valorizzazione del volontariato, che continua a rappresentare un pilastro fondamentale della vita culturale del Trentino.