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Rapporto Nomisma, Trento tra le città più attrattive

Entro il 2042 serviranno circa 6mila alloggi

TRENTO - Il percorso di elaborazione della variante strategica al Prg di Trento, avviato nel novembre del 2024 con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale del Documento degli obiettivi, ha concluso l’importante fase di definizione del quadro conoscitivo della città di Trento e del suo fabbisogno abitativo, produttivo e ricettivo. Per questa attività, l’Amministrazione si è avvalsa del supporto di Nomisma – centro studi di rilievo nazionale (https://www.nomisma.it/) – che, su incarico del servizio Urbanistica, ha realizzato uno studio volto a fornire una fotografia aggiornata della città, evidenziando criticità e opportunità utili a orientare non solo la pianificazione urbanistica, ma anche le politiche e le strategie settoriali del Comune.

La demografia. Dall'indagine svolta emerge una popolazione stabile nel decennio 2014-2023, con previsione di debole incremento in futuro sempre in ragione dei saldi migratori (+ 6,5% al 2040). Si rileva anche l’invecchiamento della popolazione: negli ultimi dieci anni la percentuale di anziani è aumentata del 16%, mentre quella dei giovani è calata del 10%. Nel 2040 gli over 65 rappresenteranno il 30,4% della popolazione comunale. L’innalzamento dell’età media e l’aumento degli indicatori di dipendenza strutturale avrà ripercussioni profonde sull’equilibrio intergenerazionale e sul funzionamento dei sistemi di welfare (sanità, assistenza sociale, politiche per la famiglia…). Muta anche la composizione dei nuclei familiari che vede l’aumento di famiglie unipersonali, sia nella fasce più giovani che in quelle più anziane.

L’attrattività. La città presenta un forte attrattività, come attesta il rapporto fra popolazione insistente (data dall’insieme dei cittadini residenti, di coloro che qui lavorano o studiano e dei presenti per motivi occasionali, es. turisti) e popolazione residente. Il totale della popolazione insistente risulta pari a 168.246 persone, con un indice di coesistenza (dato dal rapporto tra la popolazione insistente e la popolazione residente) del 142,50, tra i più elevati fra le città di 100.000 abitanti (superiore a quelli di Firenze e Bologna). L’Università di Trento contribuisce in modo significativo a definire non solo questa attrattività, aspetto confermato da una presenza elevata di studenti fuori sede, pari al 75% degli iscritti ai corsi di laurea e post-laurea, ma anche l’identità culturale, sociale ed economica della città. La percentuale di laureati è alta e rappresenta un potenziale vantaggio competitivo tuttavia, a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati dell’Università di Trento è del 60,2%. Di questi, il 35% trova occupazione nella provincia di Trento (42% in Trentino-Alto Adige). A tre anni dal titolo, il tasso di occupazione sale al 75,5%. Di questi, il 37% trova occupazione nella provincia di Trento (44% in Trentino-Alto Adige), evidenziando una parziale attrattività dell’economia trentina.

Il turismo cittadino ha visto, tra il 2014 e il 2023, un trend in forte espansione, con una crescita degli arrivi e delle presenze pari rispettivamente a + 72% e + 46%. Si tratta di un turismo soprattutto locale, ma con una crescita della componente internazionale (seppur minore rispetto a Bolzano). Nel 2023 l’84% degli arrivi ha interessato il centro città, il 16% il Monte Bondone. Rispetto alle presenze, la percentuale di turisti che soggiorna in città scende al 78,8%, mentre quella relativa a Monte Bondone sale al 21,2%.

Il turismo crescente ha spinto anche in città il settore degli affitti brevi, fenomeno recente, in forte aumento negli ultimi 2 anni (in quanto segmento in grado di rispondere velocemente alla domanda), e presente soprattutto in centro città. Sui 443 alloggi registrati con codice Cipat a fine 2024, 375 annunci sono pubblicati sulla piattaforma Airbnb. Da questa piattaforma risulta che solo 84 sono stati prenotati per almeno 91 giorni all’anno. Naturalmente gli alloggi proposti per affitti brevi escono dal mercato degli affitti tradizionali 3+2 e 4+4.

Il settore produttivo. Per quanto riguarda il settore produttivo, nel 2023 si è registrata una netta prevalenza dei servizi con un ruolo minore – ma comunque significativo - per agricoltura e manifattura: relativamente agli addetti, la concentrazione maggiore si ha nel comparto “Altri Servizi” (servizi di supporto alle imprese e sanità, principalmente con il 23%), seguito da Commercio (16,1%) e Manifattura (11,5%). A Trento lavorano oltre 57 mila addetti (+9.315 tra il 2014 e il 2023).
Una tra le principali fragilità per il settore produttivo è però rappresentato dall’invecchiamento della popolazione, che rischia di compromettere la sostenibilità del sistema occupazionale anche per l’evidente squilibrio tra domanda e offerta di competenze.

La crescente digitalizzazione dell’economia e la transizione verso modelli di produzione più sostenibili generano, infatti, una richiesta di competenze avanzate che il mercato locale fatica a soddisfare anche per effetto di una mobilità territoriale limitata: l’elevato costo degli alloggi, oltre ai trasporti, rappresenta una barriera economica significativa per chi sarebbe disposto a spostarsi per lavorare.

La questione abitativa. Il 75% delle aziende intervistate (Confindustria Trento) a livello provinciale segnala difficoltà da parte dei lavoratori nel trovare un’abitazione a Trento, sia per la scarsa disponibilità di immobili sia per gli affitti troppo elevati.

L’attrattività crescente della città e le dinamiche del mercato del lavoro pongono dunque sfide rilevanti, in particolare sul piano della residenzialità. L'offerta di residenze per studenti nel comune di Trento, pur articolata tra strutture pubbliche (come quelle dell’Opera Universitaria) e residenze private o religiose, risulta ancora insufficiente per coprire il fabbisogno. Il gap tra domanda e offerta di posti letto in studentati è infatti quantificabile in circa 800 unità. L’esigenza è dunque quella di implementare le soluzioni abitative dedicate quale housing per studenti e lavoratori temporanei.

Sul piano dei nuclei familiari si rilevano 6.600 nuclei familiari (in affitto e in proprietà con mutuo) che necessitano di un’offerta di abitazioni in locazione a canone moderato riconducibile all’Edilizia residenziale sociale (Ers) per quanto riguarda la componente in locazione e, in misure di sostegno alla proprietà, per la componente di proprietari con mutuo.

Il fabbisogno di case. La domanda legata ai nuovi nuclei familiari previsti nello scenario tendenziale è pari a quasi 6.000 alloggi nello scenario di lungo periodo (al 2042): 330 abitazioni per anno nel periodo 2023 -2035, per un totale di 3.960 alloggi e 260 abitazioni per anno nel periodo 2036 -2042, per un totale di 1.820 alloggi. Queste abitazioni sono suddivise in una componente a libero mercato e una componente “sociale” (housing sociale a prezzo o a canone moderato): 40 abitazioni sociali e 290 abitazioni sul libero mercato, per anno, nel periodo 2023-2035; 32 abitazioni sociali e 228 abitazioni sul libero mercato, per anno, nel periodo 2036-2024.

A fronte di questi fabbisogni l’analisi evidenzia che il Prg vigente contiene una edificabilità residua residenziale elevata, pari a 518.000 metri quadrati di superficie utile netta (sun) di cui il 76% nella “città del fondovalle” e il 15% è nella “collina occidentale”. L’edificabilità residua produttiva è invece pari a 360.000 metri quadrati di sun, di cui l’85% ubicato nella parte nord della città. Rispetto a queste due quantità residue, 210.000 metri quadrati di sun residenziale e 200.000 metri quadrati di sun produttiva, sono attuabili tramite piani attuativi su aree oggi non urbanizzate.

Dall’incrocio delle varie base dati (Istat, Imis, utenze elettriche e Tari), si stima inoltre che il patrimonio del tutto inutilizzato nel comune di Trento sia pari a circa 5.000 unità abitative (7,7% del totale residenziale).

Per quanto riguarda infine il settore ricettivo, l’attuale capacità non dovrebbe incontrare negli anni a venire particolari criticità nel soddisfare pienamente la domanda turistica sul territorio comunale ad eccezione del Monte Bondone, dove, per effetto del progetto Funivia, lo scenario al 2033 - nei mesi invernali – stima un fabbisogno di posti letto compreso tra 270 e 450 posti letto. Tale fabbisogno potrà, tuttavia, essere assorbito dalla potenzialità edificatoria residua a destinazione alberghiera, pari a circa 16.000 mq, ubicata quasi esclusivamente sul Monte Bondone.

Le azioni da introdurre nel nuovo Prg. L’analisi emersa rappresenta il fondamentale punto di avvio per affinare le strategie dalle quali deriveranno le azioni da introdurre del nuovo Piano regolatore di Trento, per dare risposte al tema dell’abitare, dall'invecchiamento della popolazione e del riequilibrio del rapporto tra territorio urbanizzato e territorio non urbanizzato. Tra queste troviamo ad esempio la ripianificazione degli ambiti edificabili previsti dal Prg non attuati e non necessari, l’obbligo per chi costruisce nuove residenze di destinarne una parte all’Edilizia residenziale sociale, l’introduzione dei Masterplan come strumento guida delle trasformazioni. Ancora, andrà favorito l’insediamento di attività produttive ad alto valore aggiunto che si impegnino a garantire prestazioni elevate in termini di sostenibilità ambientale e sociale. Infine va perseguita la densificazione di servizi e residenze lungo l’asse di trasporto pubblico veloce in fondovalle.
Ultimo aggiornamento: 06/10/2025 21:59:27
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