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Investimenti, Confesercenti sulle polemiche: "Commercio e turismo pilastri reali dell’economia trentina"

I dati e il commento del presidente Paissan

TRENTO - Bagarre politica e tra sindacati e imprese sugli investimenti in Trentino. Dopo le parole del segretario della CGIL Trentino, Andrea Grosselli, ora risponde Confesercenti del Trentino che "ritiene necessario riportare il confronto sui dati di realtà".

“Il commercio e il turismo non sono settori marginali né destinatari di sussidi a pioggia,” afferma Mauro Paissan, presidente di Confesercenti del Trentino. “Rappresentano la spina dorsale dell’economia provinciale: oltre il 70% del valore aggiunto e il 73% dell’occupazione in Trentino derivano proprio dal terziario — commercio, turismo, servizi e artigianato — secondo i dati ISPAT-Istat.”

Nel 2024 il turismo trentino ha registrato 19,2 milioni di presenze, in crescita del +3,8% rispetto all’anno precedente, generando circa 3,1 miliardi di euro di spesa diretta sul territorio. Il commercio di vicinato, invece, resta la rete sociale e occupazionale di riferimento nei centri urbani e nelle valli, con oltre 9.000 imprese attive e più di 25.000 addetti (dati Camera di Commercio di Trento 2025).

“Altro che assistenzialismo — prosegue Paissan —: parliamo di settori che creano lavoro, innovano e tengono vivi i nostri centri, le nostre comunità e la nostra identità economica.”

I programmi provinciali per le imprese del terziario — dalla Legge 6 ai Bandi Qualità e Bandi Innovazione Turismo — non sono “a pioggia”.
Si basano su criteri selettivi (da anni) graduatorie tecniche, criteri ESG e punteggi su innovazione, digitalizzazione e sostenibilità energetica, orientando le risorse pubbliche verso progetti qualificati.

Dal 2021 al 2024, oltre il 42% dei contributi erogati ha sostenuto interventi di innovazione digitale, riqualificazione energetica o accessibilità turistica, con un effetto moltiplicatore di 2,6 euro di investimento privato per ogni euro pubblico (fonte: Trentino Sviluppo, Relazione annuale 2024). In totale, si parla di più di 1.400 imprese beneficiarie e di oltre 450 milioni di euro di investimenti complessivi sul territorio.

“Sono numeri che raccontano una realtà diversa da quella descritta da Grosselli — aggiunge Paissan —. Gli strumenti provinciali hanno favorito modernizzazione, sostenibilità e innovazione diffusa, sostenendo la competitività delle micro e piccole imprese trentine, che rappresentano l’ossatura economica e sociale della nostra provincia. Sono strumenti che andrebbero rafforzati ulteriormente, se vogliamo un Trentino moderno e innovativo. Non certo messi in discussione in modo strumentale.”

Confesercenti sottolinea inoltre che il turismo trentino, oltre al valore economico diretto, genera un indotto trasversale che coinvolge agricoltura, artigianato, trasporti e servizi locali, mentre il commercio di prossimità contribuisce in modo decisivo alla sicurezza urbana, alla coesione sociale e alla vitalità dei centri storici.

“Criticare in blocco questi interventi significa ignorare il valore delle migliaia di micro e piccole imprese che tengono vivo il Trentino ogni giorno. Più che polemiche strumentali (forse ideologiche) , nel merito delle quali non siamo interessati ad entrare, servono politiche condivise che puntino su qualità, sostenibilità, giovani e innovazione,” conclude Paissan. "Il futuro del Trentino si costruisce insieme e più uniti. Non certo alimentando polemiche inutili a soli fini politici".
Ultimo aggiornamento: 17/10/2025 09:26:34
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