GALLIVAGGIO (Sondrio) - Oggi,
prima di iniziare ufficialmente la Visita pastorale ai Vicariati di Chiavenna (Sondrio) e di Gordona (Sondrio) – con la Santa Messa alle 10.30 nella collegiata di San Lorenzo in Chiavenna – ,
nel giorno in cui la diocesi di Como fa memoria dell’Apparizione della Vergine a Gallivaggio (Sondrio), il vescovo, cardinale Oscar Cantoni, si è recato al santuario della piccola frazione della Valle Spluga dove, proprio 10 ottobre 1492, la Madonna si mostrò a due giovani salite fra quei boschi a raccogliere castagne.
La chiesa, lo ricordiamo, è inaccessibile dal 29 maggio 2018, da quando fu investita da un movimento franoso di migliaia di metri cubi di rocce, terra, fango, legname. Dal 4 aprile scorso si è aperto il cantiere per il suo restauro. Il Vescovo, accompagnato dai sacerdoti dei due Vicariati, dalle autorità e da alcuni rappresentanti delle parrocchie del territorio, ha avuto la possibilità di vedere, a sei mesi dal loro avvio, come stiano procedendo i lavori di ristrutturazione, restauro e consolidamento conservativo dell’edificio.
Il Santuario è costruito nel punto più stretto della Valle Spluga. La chiesa attuale è la terza edificata sul luogo dell’Apparizione, dove Maria si presentò come “Madre di Misericordia”. Le strutture precedenti, datate 1493 e 1510, furono sostituite dall’attuale edificio, eretto a partire dal 1598 e benedetto nel 1610 dall’allora vescovo di Como Filippo Archinti.
L’intervento oggi in corso, affidato all’impresa
Lares – Lavori di Restauro S.r.l. di Venezia, è diretto dallo
Studio Tecnico DGS (Arch. Mauro De Giovanni e Ing. Virgilio Scalco) di Villa di Tirano, sotto la costante supervisione della
Soprintendenza. L’operazione di recupero richiederà oltre due anni di cantiere (820 giorni), ha un costo complessivo di
4 milioni e 635mila euro, finanziati principalmente da
Regione Lombardia (2 milioni di euro) e
Provincia di Sondrio insieme a
Fondazione Cariplo (1.635.000 euro). In queste ore è giunta la notizia di un possibile finanziamento del Governo, nel 2026, da erogare tramite Regione Lombardia.
A carico della Diocesi di Como resta un milione di euro. Uno sforzo corale, necessario per poter
riaprire completamente il Santuario a fedeli e visitatori.
Per finanziare i lavori e
«per mantenere la massima trasparenza e garanzia nella raccolta e utilizzo dei fondi – spiegano dal Comitato diocesano per il Santuario di Gallivaggio –, abbiamo costituito un
Fondo specifico per la finalità del recupero presso la
Fondazione Italia per il Dono, un ente filantropico riconosciuto a livello nazionale. Qui vengono convogliate tutte le offerte, che possono pervenire tramite bollettino postale, bonifico bancario o donazione on line. È necessario specificare la causale: “Santuario di Gallivaggio - liberalità”.
Le donazioni effettuate tramite Italia per il Dono godono delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente. Per tutte le informazioni e per conoscere gli estremi del conto corrente postale e dell’IBAN, contattare donazioni@santuariogallivaggio.it. Oppure consultare i siti: dona.perildono.it/santuario-di-gallivaggio o
www.santuariogallivaggio.it».
In questi mesi sono state promosse diverse raccolte fondi e una speciale colletta diocesana per il Santuario. Al momento sono stati donati 223mila euro.
L’AVANZAMENTO DEI LAVORI INTERNI
All’interno del Santuario sono in corso
delicate operazioni di pulitura e consolidamento delle superfici decorate. Sono stati eseguiti test di pulitura su vari punti significativi – cornicione, presbiterio, dipinti murali e organo ligneo – con diverse metodologie e materiali.
La Soprintendenza ha approvato le tecniche più idonee, garantendo il massimo rispetto del valore storico e artistico dell’edificio.
Particolare attenzione è dedicata alla volta della navata centrale, dove prosegue la pulitura unita ai necessari consolidamenti strutturali. Le restauratrici stanno inoltre lavorando alla ricomposizione dei frammenti decorativi caduti durante la frana: una parte significativa, tra cui gli affreschi di Domenico Caresana nella zona del presbiterio, verrà ricollocata in sede. I frammenti minori, come quelli dell’“Incoronazione della Vergine”, saranno conservati in apposite cassette, secondo le indicazioni della Diocesi, mentre le superfici danneggiate verranno integrate in modo neutro.
INTERVENTI ESTERNI E COPERTURA
All’esterno, i ponteggi sono stati completati e adattati per consentire un migliore accesso al cantiere. È stata realizzata una copertura mobile protettiva che consente di lavorare anche in caso di pioggia e protegge la Chiesa dalle infiltrazioni. Nella navata centrale è stato smontato il tetto della prima metà, con contestuale ricostruzione di alcune porzioni murarie perimetrali realizzate in passato con materiali non idonei. Seguiranno la realizzazione della nuova struttura del tetto e la posa delle piode, prima di procedere con la seconda metà della copertura. Le lavorazioni proseguiranno compatibilmente con le condizioni meteorologiche.
COLLABORAZIONE E PROSPETTIVE
Il cantiere rappresenta un importante esempio di collaborazione tra enti, tecnici e restauratori, impegnati nella salvaguardia di un luogo di culto e di storia profondamente radicato nella comunità della Valle Spluga. L’obiettivo è restituire al Santuario la piena integrità strutturale e artistica, preservandone l’autenticità e il valore spirituale.
I LAVORI PREPARATORI AL CANTIERE IN CORSO
Cosa è stato fatto nei sette anni che hanno preceduto l’avvio del cantiere? Innanzitutto, è stato necessario mettere completamente in sicurezza il versante montano, con la realizzazione di un vallo lungo 243 metri e alto fino a 23 metri, per un investimento di 2,5 milioni di euro coperti da Regione Lombardia. Questo manufatto, realizzato con i materiali recuperati dalla frana, ha lo scopo di contenere eventuali futuri crolli, proteggendo sia il Santuario che la sottostante Statale 36. La parete della montagna è, inoltre, costantemente monitorata da Arpa Lombardia, grazie a un sistema di controllo avanzato, che garantisce un monitoraggio continuo della stabilità del versante. Parallelamente, per preservare il patrimonio artistico del Santuario, già prima della frana furono messi in salvo dipinti, stendardi e oltre 120 oggetti sacri, grazie all’intervento della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Milano, con il supporto della Diocesi di Como, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e delle autorità locali. Le opere più preziose sono state restaurate dalla Soprintendenza nel 2021 e oggi si trovano nella cappella dell’Addolorata all’interno della chiesa di San Lorenzo a Chiavenna, insieme alla statua della Madonna di Gallivaggio. Qui rimarranno custodite fino al completamento del restauro del Santuario, quando potranno finalmente tornare alla loro collocazione originaria. Non dimentichiamo, inoltre, che la zona e le caratteristiche del Santuario hanno richiesto particolari accortezze, con iter amministrativi, procedure rigorose e trasparenti per quanto riguarda gli aspetti economici, insieme alla tutela culturale e ambientale. A tutto questo si aggiungono le ulteriori difficoltà causate dalla pandemia, che ha rallentato il regolare dispiegarsi del percorso burocratico.
"Il Santuario di Gallivaggio – è la riflessione di monsignor Andrea Caelli, arciprete di Chiavenna – ci ricorda che siamo pellegrini, fragili e bisognosi, ma anche amati, liberati e salvati. Il suo restauro non è solo un’operazione di recupero architettonico, ma un atto di fiducia nel futuro e nella continua protezione di Maria. È un luogo che deve tornare a vivere, per accogliere ancora tante persone in ricerca, in preghiera e in cammino".