TRENTO - Ad otto mesi dalla prima udienza riparte da zero il
processo per caporalato. La
Slc Cgil aveva deciso già nel febbraio scorso di costituirsi parte civile insieme ad uno dei lavoratori vittime di sfruttamento, poi lo stop a seguito del caso di incompatibilità del giudice che seguiva il processo. Oggi la “nuova” prima udienza: il giudice dovrà esprimersi sulla ammissibilità delle costituzioni di parti civili del sindacato e di un lavoratore sfruttato, unico a compiere questa scelta.

I fatti sono emersi nel luglio del 2024. Dalle indagini condotte è emerso che questi lavoratori, tutti in situazione di grave bisogno economico, scarsa conoscenza della lingua e con la necessità di ottenere il permesso di soggiorno, venivano pagati 4- 5 euro l’ora. Parte del loro stipendio, formalmente corretto, inoltre veniva prelevato dalla ditta o versato a soggetti indicati sempre dalla stessa società in Pakistan, attraverso Money transfer. I lavoratori erano obbligati anche a versare un corrispettivo per il vitto e l’alloggio.
Vivevano tutti in condizioni abitative molto precarie e venivano privati dei buoni pasto, non avevano ferie, né malattia e i turni di lavoro di protraevano spesso oltre le otto ore.
Insieme alla richiesta della Slc questa mattina è arrivata davanti al giudice anche la richiesta di patteggiamento di uno degli imputati, che prevede la possibilità di concordare una pena di un anno e dieci mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena, tradotto nemmeno una giornata di carcere. Fino a questo momento nessun lavoratore è stato risarcito, sono stati siglati degli accordi con il riconoscimento di 200 euro a ciascuno tacitazione di ogni loro diritto, salvo il pagamento di un risarcimento simbolico al sindacato ed alla Caritas.
"Cifre ridicole se si tiene conto del fatto che stando ai calcoli del sindacato, i datori di lavoro dovrebbero pagare oltre un milione di euro ai dipendenti sfruttati solo a titolo di retribuzione, senza contare l’ammanco di contributi. Nel caso in cui venisse deciso per il patteggiamento con pena sospesa senza risarcimento nei confronti dei lavoratori potremmo sicuramente affermare che commettere il reato di caporalato in questo caso è economicamente conveniente, con buona pace dei diritti fondamentali previsti dalla nostra costituzione", commentano con amarezza alla Slc del Trentino.
Tutto è rinviato al prossimo 22 gennaio quando il giudice dovrà pronunciarsi sia sulla costituzione di parte civile sia sul patteggiamento.