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Romanino e il Buon Samaritano, mostra al CaMus di Breno

L'inaugurazione nella chiesa di Sant'Antonio domani, venerdì 2 agosto, alle 17

Breno (Brescia) - Romanino e il Buon Samaritano a Breno. La mostra sarà inaugurata venerdì 2 agosto, alle 17, nella chiesa di Sant' Antonio a Breno e vedrà gli interventi di Lucia Botticchio, assessore alla Cultura del Comune di Breno; Massimo Ghetti, consigliere e tesoriere della Fondazione Tassara, Wladimir Zaleski, presidente MITA e consigliere della Fondazione Tassara, Giovanni Valagussa, curatore della Collezione Zaleski e consigliere di Fondazione Tassara e Federico Troletti, direttore del Museo Camuno. La mostra sarà allestita fino al 13 ottobre.

L’opera Romanino e il Buon Samaritano a Breno, è la nuova acquisizione di Fondazione Tassara. L’obiettivo dell’acquisizione è di farla riscoprire - riportandola “a casa” dopo due secoli - e metterla a disposizione di Brescia, perseguendo una delle missioni principali della Fondazione: essere al servizio e parte di quel ricchissimo patrimonio civico della città e della provincia con un atto di generosità attraverso l’arte, nello spirito di Romain Zaleski che volle e sostiene la Fondazione.

Il quadro delle virtù bresciane
Dopo la presentazione a MITA a Brescia ora al CaMus di Breno. Il legame tra Fondazione Tassara e la Valle Camonica è indissolubile quanto il legame tra la Valle Camonica e Romanino. Fondazione Tassara svolge da quindici anni un ruolo filantropico costante sul territorio anche insieme ad altri enti e associazioni e sostiene eventi e attività in diversi ambiti dalla formazione alla assistenza. La acquisizione del quadro “Il Buon Samaritano” ne è un esempio e conferma lo stretto legame di Fondazione Tassara con le sue origini: la esposizione a Breno offrirà la possibilità di vedere l’opera “in casa” affiancato da altre opere del Maestro e contemporaneamente rappresenta un eccellente esempio di collaborazione culturale con l’ente locale e con il Museo Camus. Un particolare ringraziamento a Ciaccio Arte per la collaborazione.

Il commento di Lucia Botticchio, assessore alla Cultura di Breno, e Alessandro Panteghini, sindaco di Breno:
"La presente esposizione ha permesso d’intraprendere un’importante collaborazione tra il Comune di Breno e la Fondazione Tassara la quale ha generosamente prestato l’opera del Buon samaritano di Romanino, recentemente acquistata, condividendola con la comunità di Breno, ove la Fondazione ha sede, e l’intera Valcamonica. Tale gesto ne sottolinea la sensibilità volta a favorire la fruizione collettiva del patrimonio artistico.

L’opera a Breno è posta in dialogo diretto con i dipinti di Romanino, sia con il ciclo di affreschi della chiesa di Sant’Antonio sia con le opere esposte nelle sale del Museo dove la tela sarà visibile fino a ottobre.

L’occasione consente al Comune di Breno, in collaborazione con il CaMus, di proseguire l’impegno di studio e di valorizzazione del proprio patrimonio culturale e artistico, con particolare attenzione agli artisti Romanino e Callisto Piazza.

Abbiamo colto questa opportunità per la sua importanza in termini di valorizzazione dei beni culturali e contemporaneamente ci siamo lasciati affascinare dai numerosi significati di estrema attualità su cui l’opera ci porta a riflettere. Il Buon samaritano che soccorre l’uomo ferito lungo la strada incarna il tema della responsabilità sociale e porta a riflettere sulla continua necessità di rispondere ai bisogni sia quotidiani che straordinari. La parabola è da stimolo ad un impegno personale e istituzionale, in un tessuto ricco di associazioni presenti sul territorio, che risuona con particolare forza invitando alla solidarietà e all’inclusione in controtendenza rispetto all’indifferenza e ai pregiudizi".


Dichiarazione di Flavio Pasotti, presidente Fondazione Tassara:
"Al primo sguardo lo spettatore si rende conto della profondità espressiva di quel “Buon Samaritano”, della sua determinata pietas nel soccorso, della grande dignità mostrata nel prendersi cura di uno sconosciuto, della poderosa potenza che l’amore per il prossimo proietta nel nostro animo. Romanino sembra offrirci uno squarcio improvviso e indiscreto su un atto “privato” che incarna il silenzioso e riservato spirito di solidarietà da sempre grande virtù bresciana.

Il dipinto è il perfetto interprete dello spirito filantropico che sta incastonato in Fondazione Tassara, l’attenzione e l’agire per il prossimo senza fare distinguo. Riportarlo “a casa” quasi due secoli dopo la dispersione della collezione Fenaroli Maffei è un atto di generosità verso Brescia e i bresciani attraverso l’arte, nello spirito di Romain Zaleski che volle e sostiene la Fondazione Tassara. Dopo il grande successo della presentazione a MITA l’esposizione a Breno segna l’indissolubile legame tra Fondazione Tassara e la Valle Camonica ed è per noi non un impegno ma un onore potere essere ospitati al CAMUS.
È la dimostrazione del linguaggio universale di Romanino al punto che il suo “Buon Samaritano” può essere tranquillamente considerato il simbolo delle straordinarie e secolari virtù civiche del nostro territorio: quelle che ognuno di noi silenziosamente coltiva".

Dichiarazione Wladimir Zaleski, presidente MITA Centro Culturale di Fondazione Tassara:
"Il mio "incontro" con Romanino risale a ormai più di 10 anni fa: mi fu proposto l'onere e soprattutto l'onore, di realizzare uno spettacolo video-musicale insieme al grande pianista Pierangelo Taboni ispirato dall'opera di Girolamo Romani e in particolar modo dalla sua fase camuna. Ne risultò uno spettacolo che proponemmo in prima assoluta proprio nella Chiesa di Sant'Antonio a Breno. In quel periodo di lavoro mi appassionai moltissimo all'opera di questo pittore così "camuno", così distante dalla pittura rinascimentale a cui ero abituato, così moderno e cinematografico e in un certo senso rock, addirittura punk! Quando dieci anni più tardi il presidente di Fondazione Tassara, Flavio Pasotti, mi paventò la possibilità dell'acquisto del Buon Samaritano ne fui entusiasta e una volta conclusa la mostra di presentazione a MITA mi sembrò naturale restituire a Breno quanto mi aveva dato questa meravigliosa Chiesa di Sant'Antonio rmai nel lontano 2012: le persone sdraiate a terra, la musica folle di Pierangelo, i magnifici affreschi di Girolamo proiettati sul soffitto. La camunia, Breno e in particolare San'Antonio mi sembrano e ci sembrano a tutti qui a MITA come un luogo naturale per il meraviglioso dipinto di Romanino di stare e farsi ammirare da quello stesso popolo e quella stessa terra che lo accolsero ormai quasi 500 anni fa".

Federico Troletti, direttore del Museo CaMus Breno, Girolamo Romanino, Callisto Piazza:
"Nel noto itinerario della “Via del Romanino” tra Lago d’Iseo e Valcamonica, Breno rappresenta un centro focale per la maggiore concentrazione di opere ad affresco e su tela del maestro bresciano e, contemporaneamente, offre l’opportunità di visionare diversi dipinti di Callisto Piazza, l’altro protagonista in terra camuna del Rinascimento, il quale nel corso della sua attività bresciana ha trovato nella Bassa Valle non poche commesse, anche di un certo prestigio.

L’esposizione del dipinto raffigurante il Buon samaritano, opera da tempo inserita nel catalogo di Romanino, è l’occasione per indirizzare il visitatore a ripercorrere, seppure in modo non cronologico, l’attività dei due maestri a Breno tra le opere, ancora presenti, nella chiesa di sant’Antonio abate e quelle ora esposte al museo civico, ma provenienti dallo stesso edificio; tale circostanza è da stimolo per proporre una sintetica riflessione su alcuni temi religiosi, valori cristiani e civili che sottostanno all’ideazione e alla committenza delle opere.

A dialogo e a confronto con il Buon samaritano sono esposti, oltre agli affreschi di Romanino e la grande pala di Callisto Piazza nella chiesa di S. Antonio, altre opere nel Museo Camuno: tre dipinti su tela di Romanino, la Deposizione di Callisto Piazza, il San Paolo di Alberto Piazza e una Testa di donna di Lattanzio Gambara, genero e collaboratore di Romanino.

Durante i mesi di esposizione sono previste visite guidate per gruppi e scuole; conferenze e conversazioni storico-artistiche e di ambito teologico. Per l’occasione è stato edito un catalogo della serie “CaMus Indagini”.


Sintesi testo di Giovanni Valagussa Girolamo Romanino, Il buon Samaritano
"Questa parabola evangelica è rappresentata piuttosto raramente nell’arte figurativa italiana ed europea in genere. Al centro del quadro possiamo riconoscere il fatto decisivo, il cuore del racconto: a terra ci appare il viandante giudeo, spogliato dai suoi abiti e ferito, sofferente e incapace di reagire. Su di lui si china il “buon Samaritano”, personaggio benevolo e attento, per pulire e disinfettare la ferita; una ferita al costato, che potrebbe implicare un riferimento alla stessa ferita subita da Cristo in croce. Un altro forte riferimento cristologico è anche in grande tronco scuro, che simboleggia la croce.

Costruito così lo spazio centrale su una struttura così Piramidale, Girolamo Romanino ambienta gli altri passaggi del racconto a destra e a sinistra, dividendo con precisione antefatti e conseguenze.

La scelta della raffigurazione di un episodio così particolare non può essere casuale e non è difficile ipotizzare che possa essere messa in relazione a un atto di beneficienza. Che si tratti di una committenza lo conferma il formato, adatto a una dimora o a una sede di confraternita, e altresì i particolari del quadro: il viso ritrattistico del “buon Samaritano” e l’elemento del tutto nuovo rispetto al racconto della parabola rappresentato dalla spada al fianco. Immaginare che il committente fosse uno straniero a Brescia nel primo Cinquecento non è del tutto improbabile.

Questo dipinto così anomalo non sembra avere derivazioni, copie o ulteriori interpretazioni oggi note. Ne esiste soltanto una incisione di Georg Pencz, datata 1543 ed eseguita dunque probabilmente durante o subito dopo il secondo viaggio in Italia del pittore e incisore tedesco",
Giovanni Valagussa, curatore Collezione Zaleski.

ROMANINO E IL BUON SAMARITANO A BRENO
2 agosto - 13 ottobre 2024
Dal 3 agosto CAMUS Museo Camuno, Via Garibaldi 8, Breno
lunedì - giovedì ore 9-12
venerdì ore 15-18
sabato ore 9-12 e 15-18
domenica ore 15 - 18
Ingresso libero
Ultimo aggiornamento: 01/08/2024 15:01:25
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