Trento -
Impugnata la
legge sul
terzo mandato del
presidente della
Provincia di
Trento. Il Consiglio dei Ministri ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia.
La delibera è arrivata dopo un confronto tra i ministri dibattuto, e con il voto contrario di quelli della Lega. Sono intervenuti, fra gli altri, il ministro per gli Affari regionali
Roberto Calderoli e quello dell'Agricoltura
Francesco Lollobrigida.
Le reazioni

Il presidente della Provincia di Trento,
Maurizio Fugatti (nella foto),
ha definitivo l'impugnativa
"un atto pesante contro l’autonomia trentina, con una chiara valenza politica". Potrebberro esserci ripercussioni sulla Giunta provinciale di Trento e nei prossimi giorni sarà fatta chiarezza.
L'onorevole
Alessandro Urzì (FdI):
"È una decisione del governo che come tale rispettiamo e condividiamo e che sortisce l'effetto che produce ogni impugnazione: non sospende l'efficacia attuale della legge ma la stessa viene sottoposta a un vaglio di costituzionalità da parte del massimo garante dell'ordinamento della Repubblica, ossia la Corte costituzionale. L'impugnativa quindi non è un giudizio di incostituzionalità ma il rinvio per un giudizio di costituzionalità, come una forma di garanzia verso coloro che parteciperanno alle elezioni, perché sappiano prima del voto se ne hanno diritto o meno.
Così si evita il rischio di un ricorso incidentale che avverrebbe inevitabilmente solo dopo le elezioni con il rischio che dopo il voto la legge possa essere dichiarata incostituzionale e che vengano annullate le elezioni e anche quelle del presidente di regione o provincia. Con effetti drammatici sulla stabilità di governo dei territori".
L’onorevole Andrea de Bertoldi (Lega): "L’autonomia speciale del Trentino, tutelata a livello internazionale, ha competenza primaria anche in materia elettorale. L’impugnazione da parte del governo, con voto a maggioranza, della delibera approvata dal consiglio provinciale sul terzo mandato costituisce una palese violazione dello statuto di autonomia e della storica vocazione all’autogoverno della popolazione trentina. Comprendo nel merito le argomentazioni giuridiche che mirano a garantire la validità delle prossime elezioni attraverso un parere della Corte costituzionale, ma non le ritengo sufficienti per avallare una decisione che rappresenta un così palese affronto all’autonomia trentina. Essere a favore dell’autonomia solo quando è conveniente, per poi contrastarne i legittimi provvedimenti in base a strategie di parte estranee all’interesse del territorio, è una posizione incoerente”.
Le deputate Vanessa Cattoi ed Elena Testor: "In linea con il principio autonomista, la Lega sottolinea che tra le competenze primarie figurano anche quelle in materia elettorale. Contestare la legge sul terzo mandato in Trentino equivale a violare i principi statutari della nostra autonomia e a equiparare la nostra regione alle altre, trascurando il valore distintivo delle regioni a statuto speciale. Queste ultime detengono una competenza legislativa esclusiva in tale ambito, come indirettamente riconosciuto dalla Corte costituzionale nella sentenza relativa alla Campania. L’autonomia del Trentino è un valore non negoziabile e fondamentale. Questo sia chiaro anche ai colleghi di maggioranza”.