BORGO VALSUGANA (Trento) - L’Assessore provinciale alla salute e politiche sociali Mario Tonina esprime vicinanza e solidarietà al personale sanitario coinvolto nell’episodio di aggressione avvenuto sabato presso l’Ospedale di Borgo Valsugana: "La nostra attenzione a garantire condizioni di sicurezza e qualità nei percorsi di cura è massima - spiega l'assessore Tonina -, da questo punto di vista voglio confermare il mio impegno a rafforzare ulteriormente gli strumenti di prevenzione e gestione delle situazioni critiche, nella consapevolezza che la tutela dei nostri operatori è la tutela dell'intero sistema sanitario e rappresenti un presupposto fondamentale per un'assistenza efficace.
Quando uno dei nostro professionisti subisce un'aggressione, non è solo un individuo a essere ferito: è l'intero sistema di c
ura che ne viene compromesso", conclude l'assessore che ricorda anche come l'Assessorato, insieme ad Azienda sanitaria, sia al lavoro per dare esecuzione alle Linee di Indirizzo per la prevenzione e la gestione degli atti di violenza/aggressioni a danno degli operatori/professionisti della sanità, approvate in Giunta la scorsa primavera.
Infine l'Assessorato provinciale alla salute e politiche sociali, sul tema dell'aggressione precisa che il paziente era seguito in un contesto assistenziale conforme agli standard previsti; l’organizzazione del servizio e la presenza del personale risultavano adeguate alle necessità assistenziali.
Aggressioni al personale sanitario Ospedale Borgo Valsugana, interviene anche la Fp Cgil del Trentino con Alberto Bellini.
"Sulla sicurezza degli operatori sanitari siamo sempre a zero, altri tre sanitari sono stati aggrediti a Borgo Valsugana presso il reparto di psichiatria e salute mentale ponendo l’attenzione di tutti su diversi problemi, la sicurezza in genere del personale sanitario, la gestione del paziente psichiatrico e l’organizzazione degli ospedali decentrati. Che un problema sicurezza vi sia è stato più volte segnalato e le soluzioni più volte proposte. Senza militarizzare i luoghi di cura è necessario un aumento della sorveglianza ed un ripensamento degli accessi alle strutture, ma anche e soprattutto un’assistenza psicologica e legale gratuita agli operatori coinvolti da parte dell’Azienda Sanitaria, una misura questa non più rinviabile", sostiene Alberto Bellini della Fp Cgil del Trentino.
"Il rapporto con l’utenza va gestito la formazione rinnovata ed adeguata al contesto, la sorveglianza e la capacità di intervento implementata, ma non basta. Bisogna assumersi il peso della gestione dell’evento quando si presenta, il personale non può essere lasciato solo, ma va concretamente assistito perché l’aspetto psicologico e quello legale non sono una questione individuale ma sono elementi del benessere e della sicurezza sul lavoro, sono quindi una diretta responsabilità del Datore di Lavoro. C’è poi il problema che la sanità trentina non è solo il Santa Chiara, ma un insieme di presidi sanitari destinati ad aumentare nel prossimo futuro grazie allo sviluppo della sanità territoriale. Predisporre misure ed attivarle solo al Santa Chiara significa eludere il problema e rendere sempre meno attrattive le strutture decentrate. Servono azioni concrete e sistematiche, altrimenti prima o poi si verificheranno episodi più gravi", conclude Alberto Bellini (nella foto).
Ultimo aggiornamento:
13/10/2025 18:46:28