TRENTO - Sommelier, gli ambasciatori della cultura del vino. Non più soltanto esperti e degustatori professionisti, ma veri e propri ambasciatori del vino, capaci di svelare i segreti di ogni calice a un pubblico sempre più ampio e di costruire un’esperienza emozionale attorno all’enologia. Così si presentano oggi i sommelier, secondo l’associazione nazionale che li rappresenta, forte di
60 anni di attività e
45.000 soci tra professionisti e appassionati, uniti dall’obiettivo di diffondere la cultura enologica. Un “sogno”, quello dell’associazione, nato dall’intuizione di Jean Valenti, decano dei sommelier d’Italia e pioniere della cultura enogastronomica nel nostro Paese. Una figura celebrata al
Trentodoc Festival in un dialogo a tre con Sandro Camilli, presidente dell’associazione nazionale sommelier, il figlio di
Jean, Francesco Valenti, rettore del Collegio della Guastalla, e
Luciano Ferraro, direttore artistico del festival e vicedirettore di Corriere della Sera, in veste di moderatore
(foto credit Daniele Mosna Pat).
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Jean Valenti - così
Camilli - ha avuto la forza e il coraggio di costituire un’associazione indipendente con lo scopo di valorizzare la cultura del vino e del cibo. È stato un genio, che ha avviato un’esperienza direttamente legata alla nostra identità come Paese”.
“Mio padre era un entusiasta delle cose legate al vino, ed era molto legato alla famiglia. Ha avuto l’intuizione e la tenacia di iniziare progetti importanti come l’Associazione dei sommelier.
Io non ho seguito le sue orme, perché ho fatto un altro tipo di percorso, ma tra le cose che mio padre mi ha trasmesso c’è sicuramente la passione per il vino, l’enogastronomia e la cultura collettiva che rappresenta. Non c’era migliore occasione per parlarne che il Trentodoc Festival”. A queste parole, Francesco Valenti ha aggiunto un concetto sul valore culturale dell’approccio all’enologia: “Quando stappi una bottiglia avviene una sorta di celebrazione laica, che i sommelier vivono”.
Il presidente Camilli prosegue con una riflessione sul ruolo attuale del sommelier: “Oltre alla capacità tecnica e di analisi del prodotto, deve saper comunicare: è questa del resto l’intuizione geniale di Jean Valenti! A maggior ragione nell’epoca attuale, in cui il mondo del vino è cambiato. I sommelier oggigiorno sono ritenuti i veri ambasciatori del vino, i veri comunicatori e quindi anche noi come Associazione stiamo cercando di mettere in capo nuovi progetti, nuovi strumenti proprio per parlare a un pubblico sempre più ampio, con un linguaggio semplice e diretto. Volevo quindi ringraziare l’opportunità che il Trentodoc Festival ci dà sempre e ringraziarlo per questa partnership: è un grandissimo onore per la nostra associazione essere al fianco di un evento importante come questo”.
Si parla anche del rapporto tra vino, cultura e educazione, del corretto approccio all’alcol e del calo dei consumi: un fenomeno legato alle nuove abitudini e all’effetto “di deterrenza” dato dal recente aggiornamento delle regole del Codice della strada. L’attività del sommelier deve quindi confrontarsi con questo quadro, sottolineando il valore del corretto approccio all’alcol, alla degustazione e il significato culturale e sociale dell’esperienza enogastronomica.
Il Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato dall’Istituto Trento Doc con Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera e il contributo attivo della filiera dell’accoglienza.