TRENTO - Si è svolta oggi al Cimitero monumentale di Trento la cerimonia ufficiale di scopertura della targa commemorativa dedicata ai soldati provenienti dalla Galizia e dalla Bucovina caduti sul fronte trentino-tirolese durante la Prima guerra mondiale.

L’iniziativa, frutto di anni di ricerche storiche e di una intensa collaborazione internazionale, restituisce dignità e memoria ai tanti giovani provenienti da queste regioni storiche che combatterono per l’Impero austro-ungarico sulle montagne trentine e che riposano nel cimitero cittadino. Quella tragica esperienza di guerra intrecciò i destini di milioni di soldati appartenenti a popoli, lingue e culture diverse.
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco di Trento
Franco Ianeselli, il console generale d’Ucraina a Milano
Andrii Kartysh, rappresentanti delle autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e numerosi cittadini.
Nel suo intervento il
console Kartysh ha sottolineato che: “Onorare questi caduti non è solo un gesto formale, ma un dovere morale che ci richiama alla responsabilità verso il presente e alla difesa della pace. Custodire la memoria significa comprendere che la pace non è mai scontata e che ogni generazione deve avere il coraggio di proteggerla.
Per l’Ucraina di oggi, che ancora difende la propria libertà, identità e dignità, commemorare i caduti non è un atto simbolico, ma un impegno morale”.
Il console ha inoltre espresso profonda gratitudine al Comune di Trento per aver reso possibile un progetto atteso da anni, che “restituisce ai giovani ucraini sepolti accanto ai loro compagni d’armi il posto che meritano nella memoria collettiva, con la speranza che la guerra non oscuri mai più l’Europa e che la pace e la solidarietà tra i popoli restino il faro che ci guida. Eterna memoria ai caduti, gloria all’Ucraina, gloria anche a voi”.
Il sindaco Franco Ianeselli ha ricordato come l’iniziativa sia nata nel 2022, in seguito a un incontro con il console Andrii Kartysh, avvenuto appena poche settimane dell’invasione russa dell’Ucraina. “Quel giorno il console mi parlò della presenza di migliaia di soldati ammassati al confine russo ucraino, ci stanno per invadere disse — una previsione che mi colpì profondamente e che, di lì a poco, si sarebbe tragicamente avverata”, ha raccontato il primo cittadino. “La resistenza del popolo ucraino oggi è anche la resistenza dell’Europa” ha dichiarato il sindaco, ribadendo l’importanza di condannare ogni guerra e promuovere una pace giusta. Ha quindi concluso dicendo: “La targa inaugurata oggi rappresenta non solo un simbolo di fraternità tra i popoli, ma anche un monito affinché la memoria delle guerre continui a insegnare il valore della pace”.
Lo storico Giovanni Terranova, che ha curato la ricerca storica, ha ripercorso il lungo lavoro di ricostruzione delle vicende dei caduti ucraini e bucovini sepolti a Trento, svolto in collaborazione con archivi e istituzioni italiane, ucraine e polacche. Ha ricordato in particolare l’indagine svolta su una fossa comune in Bucovina, dove riposava il soldato trentino Luigi Tarter, che è stato poi commemorato in una cerimonia internazionale.