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Bracconaggio: in Valle Camonica denunciato un cacciatore

Aveva posizionato 36 trappole di tipo “archetto"

BRENO (Brescia) - In Valle Camonica i Carabinieri Forestali hanno denunciato un cacciatore per aver posizionato ben 36 trappole di tipo “archetto”. E' uno degli numerosi interventi dei Carabinieri Forestali sono scesi in campo per garantire la tutela delle specie di avifauna costrette a migrare per “svernamento”. Centinaia di migliaia di uccelli che, guidati da un innato richiamo e percorrendo rotte ataviche, sfidano con resilienza non solo le avversità naturali, ma anche gli atti di bracconaggio.

In particolare, le Prealpi lombardo-venete, per la loro posizione geografica, rappresentano un importante punto di passaggio lungo le rotte migratorie dei piccoli passeriformi, costituendo una ricchezza inestimabile in termini di biodiversità.
Una concentrazione imponente di uccelli appartenenti a specie fortemente minacciate e pertanto protette da leggi nazionali e convenzioni internazionali, i quali, stremati dalle lunghe distanze percorse, risultano particolarmente vulnerabili, in particolar modo sui valichi montani, veri e propri “colli di bottiglia” per la migrazione.

Il bilancio al 15 ottobre 2025 delle attività poste in essere in provincia di Brescia dai Nuclei Carabinieri Forestali del Gruppo di Brescia, rinforzati dal dispositivo dell’ ”OperazionePettirosso” messo in atto dal Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità e dal Raggruppamento Carabinieri CITES, tramite la Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali (Soarda), in sinergia con le Stazioni e Compagnie Carabinieri del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Brescia, conferma la recrudescenza del fenomeno del bracconaggio.

Sono stati denunciati 67 soggetti per reati perpetrati contro l’avifauna selvatica, sequestrati 903 uccelli abbattuti ed oltre 264 esemplari vivi catturati illegalmente, 582 dispositivi di cattura illegale, 106 reti da uccellagione, 46 armi, 2286 munizioni e 1 kg di polvere da sparo.

Gli strumenti illegali maggiormente utilizzati dai bracconieri risultano ancora essere richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, reti da uccellagione, gabbie-trappola o, nei casi peggiori, archetti e trappole metalliche in grado di imprimere gravi sofferenze alla fauna, lasciata viva e agonizzante per ore.

Tra le attività svolte si evidenzia un caso in Franciacorta in cui 3 soggetti, colti in flagranza di reato esercitando la caccia utilizzando richiami acustici a funzionamento elettromagnetico e abbattendo esemplari di avifauna protetta e particolarmente protetta, a distanza di pochi giorni venivano nuovamente deferiti per condotte analoghe, e il rinvenimento di 2 siti di cattura in zona boschiva, uno in Valle Camonica con 36 trappole di tipo “archetto” e uno in Valtrompia con 106 trappole a tagliola note come “sep” e 5 trappole a scatto con rete “prodine”, prontamente disarmate, rimosse e poste sotto sequestro, unitamente all’avifauna protetta rinvenuta morta all’interno delle trappole.

Le persone identificate, le cui responsabilità penali dovranno rispondere a vario titolo per i reati di furto aggravato di fauna selvatica (bene indisponibile dello Stato), maltrattamento e uccisione di animali, detenzione non consentita di specie protette e particolarmente protette, uccellagione, esercizio della caccia con mezzi vietati, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni.
Ultimo aggiornamento: 23/10/2025 15:30:10
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