ROMA -
"Sono vivo grazie a suor Maria Troncatti", Juwa Juank Kankua Bosco, miracolato per intercessione di
Suor Maria Troncatti, è giunto dall’
Ecuador a
Roma, per partecipare alla cerimonia di canonizzazione della
religiosa originaria di Corteno Golgi.
Juwá Juank Bosco Kankua (nel video), ci ha raccontato il miracolo e la sua devozione a Suor Troncatti: nato nel 1975 a Tuutin’entsa, provincia di Morona Santiago, sposato con Natalina e padre di sei figli, nel 2015 subisce un grave incidente e gli viene diagnosticato un trauma cranico aperto con esposizione del tessuto cerebrale. La famiglia, le suore salesiane e altre persone lo affidano alla
Beata Maria Troncatti, ottenendo una guarigione inspiegabile per la scienza medica.
Attualmente ha 50 anni ed è una persona molto devota a Dio e a Suor Maria, che gli ha restituito la salute e la serenità, tanto che oggi svolge le sue attività con assoluta normalità (foto e video credit Daniela Papini).
Con lui alla celebrazione sono arrivati dall'Ecuador per la canonizzazione di suor Troncatti, la moglie Natalina, un figlio, la cognata che aveva collocato sul letto dell’infermo l’immaginetta di Suor Troncatti, il cognato e alcune Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Ispettoria in Ecuador, tra cui l’Ispettrice, suor Lupe Erazo, suor Cruz María Piña Peláez, l’Ispettrice precedente che ha seguito il caso, e suor Elena Tinitana, membro del Tribunale canonico che ha seguito il processo di canonizzazione.
Suor Maria Troncatti è la santa della missionarietà ed è significativo che è stata elevata agli onori degli altari durante la Giornata Mondiale delle Missioni. "Ha vissuto la sua missionarietà come madre, prendendosi cura dei bambini abbandonati di donne vittime di violenza”, spiega il postulatore don Pierluigi Cameroni.

Suor Maria Troncatti nacque il
16 febbraio 1883 a
Corteno Golgi (Brescia), entrò 18enne nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nella Comunità di Nizza Monferrato, dove si trova nel 1922 come infermiera, Suor Maria Troncatti ricevette da Madre Caterina Daghero la destinazione, non più tra i lebbrosi come sognava, bensì tra la gente dell’Ecuador che abitava la foresta amazzonica.
Nella terra degli indios Shuar, svolse un molteplice lavoro come infermiera, chirurgo, dentista e anestesista, ma soprattutto catechista ed evangelizzatrice. Morì il 25 agosto 1969, in Ecuador, in un incidente aereo.
Beatificata il 24 novembre 2012 a Macas (Ecuador) da
Papa Benedetto XVI, oggi è stata elevata agli onori degli altari da
Papa Leone XIV.