TRENTO - Si chiude i
l Festival della famiglia di Trento 2025. Nuovi linguaggi nel dialogo tra genitori e figli. Quanto conoscono davvero i genitori il linguaggio dei loro figli? Termini come cringe o meme raccontano un modo di comunicare che si evolve con i social e il digitale, trasformando relazioni e quotidianità dei più giovani. Per questo, la strada migliore è parlarsi, cercando linguaggi condivisi. Il podcast BSN – Boomer si nasce parte proprio da qui: dà voce agli adolescenti, riconoscendone competenze e punti di vista.

Il conduttore dialoga con loro per comprendere desideri, bisogni e sogni. Era il tema dell'ultimo seminario del
Festival della Famiglia, moderato dalla media expert
Caterina Mose, che ha ricordato anche come in parallelo all’evento si sia tenuto il laboratorio “Buio, buio” rivolto i bambini. Ennesima conferma dell'anima inclusiva del Festival, che permette ai genitori di seguire gli incontri con serenità mentre i figli si divertono con attività a loro misura presso il
Castello del Buoncosiglio.
Luca Ferrario, direttore artistico di Educa Immagine e direttore di Trentino Film Commission ha presentato la genesi del podcast "Boomer si nasce" che ha avuto tanta fortuna tra giovani e genitori: “
Questo podcast è parte di un progetto più ampio che è Educa immagine, il Festival di educazione all’uso dei media. L’obiettivo è portare consapevolezza nelle scuole e tra i genitori. Il dialogo tra generazioni è sempre stato complesso, ma oggi la distanza sembra ancora più ampia, soprattutto nella gestione delle relazioni affettive attraverso i social".
Molti ragazzi raccontano infatti di sentirsi più a loro agio nelle interazioni digitali che in quelle faccia a faccia: preferiscono il tempo di riflettere su un messaggio, piuttosto che affrontare l’immediatezza di un dialogo dal vivo. Nel confronto con le famiglie emerge anche il tema del controllo:
"Alcuni genitori monitorano gli account social dei figli, per poi scoprire che spesso ne conoscono solo una piccola parte. C’è inoltre la preoccupazione per i giochi online e per il rischio di incontrare persone poco affidabili. Per questo diventa fondamentale offrire ai genitori percorsi di formazione e strumenti aggiornati, anche grazie a progetti come questo".
Presenti anche due giovani che hanno partecipato al podcast, Sara e Tommaso, che hanno portato le loro testimonianze.
Sara Pisoni, rappresentante Gen Z, ha detto: “Vivere questa esperienza mi ha offerto la grande possibilità di spiegare agli adulti il mio mondo e come trascorro i miei giorni". E ha aggiunto: “Sono la prima di 3 figli e con mia madre ci siamo scontrate tante volte sulle 'storie che pubblicavo su Instagram. Non capiva che lo facevo per omologarmi con le mie amiche e sentirmi accettata nel mio gruppo dei pari, non per mettermi in mostra. Col dialogo ho risolto queste incomprensioni e voglio ribadire che è fondamentale tenere aperti sempre i canali della comunicazione con la propria famiglia”.
Tommaso Dal Rì, rappresentante Gen Z, invece ha confessato che “non ho avuto difficoltà a parlare sul podcast e mi sono sentito subito a mio agio. Il mio tema preferito è stato quello di spiegare il significato di neologismi come 'cringe', che significa imbarazzo, e 'meme' che è un'idea, un'immagine, un video o un testo che si diffonde rapidamente online, spesso in modo virale, con l'obiettivo di veicolare un messaggio divertente, ironico o critico. Altro tema che mi ha appassionato trattare è stato i videogiochi a livello professionistico”.
Infine Leopoldo Romanelli, psicologo e psicoterapeuta presso l’Istituto Minotauro di Milano, ha commentato: "L’Istituto Minotauro ha realizzato una diagnosi che mostra come la separazione dai social negli adolescenti sia un processo legato a fattori emotivi. Il mondo online non è un altrove separato dalla nostra vita quotidiana: dobbiamo riconoscerlo e accettarlo. Per i genitori può diventare un’opportunità per conoscere più da vicino i propri figli, anche grazie a progetti pionieristici come questo. Un tempo le piazze reali erano forse più pericolose di ora. Oggi la piazza digitale, proprio come quella fisica, offre sia rischi che opportunità".
Ultimo tema trattato da Romanelli l’abbandono da parte dei giovani di Facebook perché avamposto dei boomer “ma si tratta solo di una fase provvisoria e, a breve, un altro social sarà considerato 'da vecchi' e abbandonato dai giovani: è un ciclo della vita che si ripropone da sempre”. E ha concluso con una riflessione citando una madre che raccontava della sua infanzia: “Una mamma una volta mi ha detto che da bambina faceva calare dal balcone un cestino con dei bigliettini che voleva far leggere solo alla sua amica di nascosto dalla propria madre. Questa dinamica è identica ad oggi con i figli che chattano con gli amici tramite gli account social personali. Tramite i social si creano tanti gruppi spontanei, tante 'panchine virtuali' dove raccontarsi e incontrarsi: è parte di un processo di crescita che servirà a far crescere il giovane adulto del domani”.