TRENTO - Accoglienza, non bastano soluzioni temporanee. Serve riallestire un
sistema di accoglienza funzionante. Negli ultimi giorni le questioni dell’
Accoglienza sono di nuovo al centro dell’attenzione generale. Dalla situazione delle
venti donne senza fissa dimora lasciate senza un riparo all’idea della costruzione di un
CPR a Trento. Non si tratta di emergenze purtroppo, ma della condizione stabile di un sistema, quello dell’accoglienza, che da mesi denunciamo come bloccato e senza futuro.

Troppe donne, troppi uomini, con il solo desiderio di integrarsi, di lavorare, di avere un futuro, sono respinti da un sistema di accoglienza ormai ridotto ai minimi termini. Troppi operatori e operatrici di questo sistema sono disillusi, abbandonati senza avere le risorse per poter dare risposte a chi le meriterebbe, arrabbiati anche per la campagna politica che questa Giunta Provinciale fa contro le migrazioni, la solidarietà, la povertà in sé. Eppure il
Trentino ha sempre avuto una tradizione di solidarietà importante, ed il modello di accoglienza costruito faticosamente nel passato era un modello nel vero senso della parola, studiato anche dal resto del Paese.
Che una soluzione per le venti donne senza rifugio si sia trovata grazie alla collaborazione tra Comune di Trento e Terzo Settore è sicuramente un elemento positivo, ma è soluzione provvisoria ad un problema emergente e durerà una settimana in attesa che la Provincia trovi soluzioni stabili.
Una Provincia che ormai scrive che le soluzioni vanno trovate senza rendere il Trentino “attrattivo” per i migranti. Una precisazione che è uno schiaffo a chi lavora tutti i giorni in questo sistema, l’ennesimo esempio di discredito di un settore che impegna tanti lavoratori e tante associazioni. Eppure stiamo parlando di lavoratori, di persone che potrebbero colmare i vuoti nel turismo, nell’agricoltura, nei servizi, nell’industria. Persone che già oggi in gran parte lavorano regolarmente pur dormendo per strada.
"Il CPR da solo è un costo e non risolve nulla, anzi si riempirà immediatamente di migranti in attesa di rimpatrio provenienti da altri territori. I Segretari di Fp Cgil, di Cisl Fisascat e di Uil Tucs chiedono con forza che si smetta di speculare sul problema e che lo si affronti, chiedono alla Giunta che si risponda alle loro richieste di incontro perché si possa riprogettare il sistema, anche, se si ritiene, nelle sue dimensioni securtarie, ma che si riallestisca un sistema di accoglienza funzionante e capace davvero di integrare persone di cui abbiamo bisogno, un sistema che alleggerisca la pressione su chi oggi lavora nell’accoglienza e dia risposte che valorizzino le tante professionalità fin qui coinvolte. Usciamo tutti da questa contraddizione, da un lato allarghiamo i numeri del nuovo decreto flussi e dall’altro smantelliamo il sistema di accoglienza. Non c’è più tempo, senza interventi favoriremo il collasso di quanto oggi esiste, la dispersione delle professionalità, ma soprattutto consegneremo tanti migranti alla criminalità", sostengono i segretari Alberto Bellini (FP CGIL del Trentino), Fabio Bertolissi (Cisl Fisascat del Trentino) e Stefano Picchetti (UILTuCS TAA Sudtirol).