Trento - Si è svolta questa mattina a Trento presso la Sala Wolkenstein del Teatro Sociale la conferenza di proclamazione dei vincitori del 67. Trento Film Festival e della 45a edizione del Premio Itas del Libro di Montagna.
Il Gran Premio “Città di Trento” Genziana d’oro Miglior film va a La Grande-Messe. Il Premio CAI - Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna al film italiano La regina di Casetta. Il Premio "Città di Bolzano" - Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura a Bruder Jakob, schläfst du noch?. Le Genziane d’argento Miglior contributo tecnico-artistico a Riafn e Miglior cortometraggio a Stations. Il Premio della Giuria è stato assegnato a The Border Fence e la Menzione speciale della Giuria a Beloved.
Il senso della comunità conquista con ironia la 67/ma edizione del Trento Film Festival con il documentario La Grande-Messe di Méryl Fortunat-Rossi e Valéry Rosier.
La giuria internazionale, composta da Charlène Dinhut (Francia), Ed Douglas (Gran Bretagna), Arunas Matelis (Lituania), Eliane Raheb (Libano), Giulio Sangiorgio (Italia), ha assegnato infatti a La Grande-Messe (Belgio/Francia, 2018, 70’) il prestigioso Gran Premio “Città di Trento” Genziana d’oro Miglior film con la seguente motivazione: «un racconto sapientemente ritmato su identità, nazionalismo, invecchiamento e lutto. Il film indaga l'appassionato fanatismo di un gruppo di tifosi di ciclismo provenienti da tutta la Francia, che condividono l'amore per una delle più famose gare di ciclismo al mondo: il Tour de France. Con l'avvicinarsi della gara, i registi Méryl Fortunat-Rossi e Valéry Rosier, svelano le vite di un'anziana generazione impegnata in una riflessione su quello che loro, e la Francia, sono diventati».
«Ho accolto con piacere la notizia della vittoria della Genziana d’oro da parte de La Grande-Messe - ha evidenziato il presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi – perché è un’opera originale e coinvolgente, dove, in un ambiente di montagna dalla bellezza straordinaria, i veri protagonisti sono questa volta gli spettatori di un evento ciclistico di richiamo mondiale, il Tour di France, che fa da sfondo alla storia. Attraverso il loro entusiasmo, le emozioni, la semplicità dei loro gesti dettati da ritmi lenti, i protagonisti del film, avanti con l’età, trasmettono il senso della comunità, il piacere dello stare insieme, sublimando il significato dell’attesa. Valori che sono stati al centro di questa edizione del festival e che costituiscono anche una filosofia, un modo di approcciarsi alla montagna, secondo la quale ciò che è importante e premiante è il percorso, da fare insieme, non la cima in quanto tale. Anche questa volta la montagna unisce, creando una comunità d’intenti e la condivisione per la bellezza di un ambiente naturale che ognuno di noi ha il dovere di preservare».
Il Premio del Club Alpino Italiano Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna è stato assegnato al documentario La regina di Casetta di Francesco Fei (Italia, 2018, 80’) con la seguente motivazione: «la giuria vuole complimentarsi con il regista per la sensibilità con la quale ha guidato il pubblico alla scoperta della vita privata di Gregoria, una ragazza che sta crescendo in un paesino di montagna. Il film segue la protagonista per un anno, evidenziando le sfide che è costretta ad affrontare per restare nel suo bellissimo paese circondato dalla natura, che lei considera il posto più bello al mondo. Allo stesso tempo poetico e contemplativo, La regina di Casetta trasmette un messaggio di resistenza per tutte quelle comunità che vogliono continuare a vivere in montagna».
«Il coraggio e la coscienza dell'identità delle proprie radici – ha dichiarato il presidente generale del CAI, Vincenzo Torti - non conoscono età: ce lo dimostra la protagonista del film La regina di Casetta che, proprio come era nelle intenzioni del Club alpino italiano quando ha aperto l'attribuzione dalla propria Genziana d'oro anche ai film che valorizzano, oltre all'alpinismo, le popolazioni e la vita nelle terre alte, guarda all'amore per la “propria” montagna. Non occorre avere alle spalle una vita dalla quale non ci si vorrebbe staccare, talvolta anche per una consuetudine di quotidianità: basta invece avere forte nel cuore la convinzione che la montagna dove si è nati ha bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di lei. La giovanissima protagonista non ci insegna l'attaccamento nostalgico, ma la visione verso il futuro».
Il Premio Città di Bolzano Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura è andato a Bruder Jakob, schläfst du noch? di Stefan Bohun (Austria, 2018, 80’) con la seguente motivazione: «Questo commovente film, la storia di quattro fratelli cresciuti insieme nelle montagne del Tirolo - tra cui lo stesso regista Stefan Bohun - e del loro tentativo di comprendere e fare i conti con il suicidio del quinto di loro, è a suo modo anche un'esplorazione. Attraverso il tempo, riguardando i filmati della loro infanzia e confrontandosi sui reciproci percorsi, e lo spazio, viaggiando dalle loro montagne alla lontana città dove viveva il fratello, i quattro analizzano la loro relazione con Jacob e tra loro, prima di tornare sulla montagna che scalarono insieme da ragazzi».
La Genziana d’argento Miglior contributo tecnico - artistico è andata a Riafn di Hannes Lang (Germania, 2019, 30’). «Una meravigliosamente ritmata raccolta di canzoni, suoni e richiami – si legge nella motivazione della giuria - che i pastori delle montagne usano per comunicare tra loro e con i loro animali. Considerato il tema, la colonna sonora di questo film è fondamentale. Il suono e il montaggio sono eccezionali e contribuiscono enormemente al successo del film, creando l'impressione complessiva di uno spontaneo concerto di montagna».
La Genziana d’argento Miglior cortometraggio è andato a Stations di Julien Huger (Francia, 2018, 23’) «per le sue immagini mozzafiato – si legge nella motivazione della giuria - e per il suo approccio artistico molto originale, il film è capace di trasformare le immagini dell'attività di una stazione sciistica invernale in astrazioni, sensazioni ed emozioni, mostrandole come vani tentativi da parte degli umani di addomesticare montagne quasi soprannaturali. Attraverso l'uso raffinato e intenso delle immagini e della musica, al termine del film i monti diventano un varco che connette l'umanità al cosmo».
Il Premio della Giuria è stato assegnato a The Border Fence di Nikolaus Geyrhalter (Austria, 2018, 112’): «Un documentario che è un saggio preciso sul presente. Un forum di confronto tra opinioni, che accoglie la voce dei cittadini, li osserva al lavoro, costruisce un possibile popolo e ascolta un coro discordante di parole e impressioni sul tema dei migranti. Un grande film politico, complesso e contraddittorio, che si contrappone al discorso politico semplificato trasmesso dai media».
La giuria ha inoltre assegnato la Menzione speciale a Beloved di Yaser Talebi (Iran, 2018, 61’) sulla straordinaria figura di Firouzeh, una donna di ottant’anni che vive immersa nella natura tra le montagne dell’Iran. «La giuria vuole inoltre conferire una menzione speciale al documentario Beloved e complimentarsi con il regista per aver ritratto il coraggio di una signora di ottant’anni che vive da sola sulle montagne della Turchia, sopravvivendo con difficoltà insieme alle sue mucche, alle quali è legata come fossero i suoi figli. Mentre i suoi veri figli non le fanno mai visita, lei continua ad aiutarli attraverso il duro lavoro, garantendo loro un’eredità. Riprendendo la vita di questa donna in diverse stagioni, il regista offre un ritratto onesto del coraggio di una madre».
Anche la direttrice del festival, Luana Bisesti, si è detta contenta per il fatto che il senso di comunità, valore che contraddistingue da sempre il Trento Film Festival, sia emerso nei premi assegnati dalla giuria internazionale. «Una voglia di stare insieme e di condivisone – ha detto Luana Bisesti – che è stata testimoniata sia dalle sale cinematografiche sempre piene, ma anche dalla grande partecipazione di pubblico a tutti gli altri eventi del festival, dalle mostre, alle serate evento, dai caffè scientifici, agli eventi per il Marocco, alle iniziative per i più piccoli al Parco del Mestieri. Il festival, in questo senso, ha dimostrato ancora una volta come rappresenti un momento di riflessione e d’incontro, dove ognuno può percorrere itinerari a seconda delle proprie passioni e interessi, scambiando opinioni, programmi, progetti, amicizie. Un festival sempre più internazionale, dove il nostro territorio si apre al mondo, diventando laboratorio del mondo della montagna e delle sue culture».
«Le scelte della giuria del concorso – ha evidenziato il responsabile del programma cinematografico del festival, Sergio Fant - ci rallegrano perché colgono la combinazione di rilevanza tematica, originalità formale e forza dei racconti che cerchiamo di mettere in evidenza con la varietà dei film selezionati. Inoltre, dopo tante Genziane andate a film girati sulle montagna di tutto il mondo, i premiati di quest’anno ci riportano tutti su Alpi e Appennini, come a ricordaci che l’attenzione, la cura per i territori di montagna iniziano necessariamente da quelli che abbiamo più vicini, che viviamo ogni giorno, e non solo celebriamo con film e racconti».
La Giuria del 67. Trento Film Festival – composta da Charlène Dinhut (Francia), Ed Douglas (Gran Bretagna), Arunas Matelis (Lituania), Eliane Raheb (Libano), Giulio Sangiorgio (Italia) - ha assegnato i seguenti premi ufficiali:
GRAN PREMIO “CITTA’ DI TRENTO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM
La Grand-Messe
di Méryl Fortunat-Rossi e Valéry Rosier (Belgio/Francia, 2018, 70’)
PREMIO DEL CLUB ALPINO ITALIANO
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ALPINISMO, POPOLAZIONI E VITA DI MONTAGNA
La regina di Casetta
di Francesco Fei (Italia, 2018, 80’)
PREMIO “CITTA’ DI BOLZANO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ESPLORAZIONE O AVVENTURA
Bruder Jakob, schläfst du noch?
di Stefan Bohun (Austria, 2018, 80’)
GENZIANA D’ARGENTO
MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO-ARTISTICO
Riafn
di Hannes Lang (Germania, 2019, 30’)
GENZIANA D’ARGENTO
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Stations
di Julien Huger (Francia, 2018, 23’)
PREMIO DELLA GIURIA
The Border Fence
di Nikolaus Geyrhalter (Austria, 2018, 112’)
MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA
Beloved
di Yaser Talebi (Iran, 2018, 61’)
Premi Ufficiali – Motivazioni e Sinossi
GRAN PREMIO “CITTÀ DI TRENTO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM
La Grand-Messe di Méryl Fortunat-Rossi e Valéry Rosier (Belgio/Francia, 2018, 70’)
MOTIVAZIONE - Un racconto sapientemente ritmato su identità, nazionalismo, invecchiamento e lutto. Il film indaga l'appassionato fanatismo di un gruppo di tifosi di ciclismo provenienti da tutta la Francia, che condividono l'amore per una delle più famose gare di ciclismo al mondo: il Tour de France. Con l'avvicinarsi della gara, i registi Méryl Fortunat-Rossi e Valéry Rosier, svelano le vite di un'anziana generazione impegnata in una riflessione su quello che loro, e la Francia, sono diventati.
SINOSSI - Un film sui tifosi che vengono ad applaudire il Tour de France. Un film sui pellegrini di oggi. Un film sui tornanti del leggendario Colle dell’Izoard. Un film sui camperisti che si assicurano il loro posto con due settimane di anticipo. Un film sullo scorrere del tempo tra la strada e le montagne. Un film sull'estate e una nuova routine quotidiana. Un film sul nostro bisogno di appartenenza.
PREMIO DEL CLUB ALPINO ITALIANO
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ALPINISMO, POPOLAZIONI E VITA DI MONTAGNA
La regina di Casetta di Francesco Fei (Italia, 2018, 80’)
MOTIVAZIONE - La giuria vuole complimentarsi con il regista per la sensibilità con la quale ha guidato il pubblico alla scoperta della vita privata di Gregoria, un ragazza che sta crescendo in un paesino di montagna. Il film segue la protagonista per un anno, evidenziando le sfide che è costretta ad affrontare per restare nel suo bellissimo paese circondato dalla natura, che lei considera il posto più bello al mondo. Allo stesso tempo poetico e contemplativo, La regina di Casetta trasmette un messaggio di resistenza per tutte quelle comunità che vogliono continuare a vivere in montagna.
SINOSSI - Gregoria è l’unica ragazzina rimasta a Casetta di Tiara, un paesino sperduto nell’Alto Mugello, abitato da undici persone, di cui otto pensionati. Ma non ci resterà ancora a lungo: a settembre del 2018 dovrà trasferirsi in valle per frequentare il liceo, e quel momento segnerà la conclusione del film. La storia comincia dodici mesi prima, all’inizio della scuola, e racconta un anno in sua compagnia. Il passaggio delle stagioni, in questa remota parte dell’Appennino Tosco-Emiliano, con i suoi riti naturali, la raccolta delle castagne, la caccia al cinghiale e la neve d’inverno, accompagna le giornate di Gregoria, quelle dei suoi genitori e compaesani.
PREMIO “CITTÀ DI BOLZANO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ESPLORAZIONE O AVVENTURA
Bruder Jakob, schläfst du noch? di Stefan Bohun (Austria, 2018, 80’)
MOTIVAZIONE - Questo commovente film, la storia di quattro fratelli cresciuti insieme nelle montagne del Tirolo - tra cui lo stesso regista Stefan Bohun - e del loro tentativo di comprendere e fare i conti con il suicidio del quinto di loro, è a suo modo anche un'esplorazione. Attraverso il tempo, riguardando i filmati della loro infanzia e confrontandosi sui reciproci percorsi, e lo spazio, viaggiando dalle loro montagne alla lontana città dove viveva il fratello, i quattro analizzano la loro relazione con Jacob e tra loro, prima di tornare sulla montagna che scalarono insieme da ragazzi.
SINOSSI - Quattro fratelli in un viaggio nel passato, che inizia dopo la morte del quinto fratello. Un film personale sul lutto e la separazione, Bruder Jakob, schläfst du noch? è un documentario attento e intimo, che parla sia del dirsi addio che del ritrovarsi. I vari filmati d’archivio che mostrano i fratelli da bambini e adolescenti, in cima alle montagne in estate, nuotando insieme, ballando e giocando selvaggiamente, trasmettono una leggerezza inattesa. Questo percorso inizia nell’alta valle tirolese di Lareintal e finisce in una camera d'albergo a Porto, con la consapevolezza che non si tratta tanto di un film sulla tristezza, quanto sulla necessità del dolore e sulla ricerca di coloro che ci accompagnano nella vita.
GENZIANA D’ARGENTO MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO-ARTISTICO
Riafn di Hannes Lang (Germania, 2019, 30’)
MOTIVAZIONE - Una meravigliosamente ritmata raccolta di canzoni, suoni e richiami che i pastori delle montagne usano per comunicare tra loro e con i loro animali. Considerato il tema, la colonna sonora di questo film è fondamentale. Il suono e il montaggio sono eccezionali e contribuiscono enormemente al successo del film, creando l'impressione complessiva di uno spontaneo concerto di montagna.
SINOSSI - Riafn è un viaggio cinematografico nel paesaggio sonoro delle Alpi. Lingua, canto, così come i richiami e ordini dei pastori si fondono nella creazione di un film musicale tra ideale artistico e realismo documentario.
GENZIANA D’ARGENTO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Stations di Julien Huger (Francia, 2018, 23’)
MOTIVAZIONE - Per le sue immagini mozzafiato e per il suo approccio artistico molto originale, il film è capace di trasformare le immagini dell'attività di una stazione sciistica invernale in astrazioni, sensazioni ed emozioni, mostrandole come vani tentativi da parte degli umani di addomesticare montagne quasi soprannaturali. Attraverso l'uso raffinato e intenso delle immagini e della musica, al termine del film i monti diventano un varco che connette l'umanità al cosmo.
SINOSSI - Le Alpi in inverno. Uomini e macchine si abbandonano a strane coreografie che danno forma al paesaggio di montagna. Il territorio resiste sovrapponendo realtà e immaginario.
PREMIO DELLA GIURIA
The Border Fence di Nikolaus Geyrhalter (Austria, 2018, 112’)
MOTIVAZIONE - Un documentario che è un saggio preciso sul presente. Un forum di confronto tra opinioni, che accoglie la voce dei cittadini, li osserva al lavoro, costruisce un possibile popolo e ascolta un coro discordante di parole e impressioni sul tema dei migranti. Un grande film politico, complesso e contraddittorio, che si contrappone al discorso politico semplificato trasmesso dai media.
SINOSSI - Primavera 2016: il governo austriaco annuncia la costruzione di un muro al confine del Brennero, prevedendo un cambio della rotta dei rifugiati verso l’Italia dopo la chiusura della via balcanica. Due anni dopo, la recinzione è ancora arrotolata in un container e il temuto afflusso di migranti non è mai avvenuto. In cerchi concentrici che partono dal confine transitabile del Brennero, il film mappa un territorio diventato scenario di una trasformazione nella politica interna europea, attraverso le tipiche meticolose riprese di Geyrhalter, già giurato del Trento Film Festival, e i dialoghi con gli ufficiali di polizia, le persone del posto, gli escursionisti, i ristoratori e i casellanti. Quello che emerge da uno spazio estremamente definito è la grande varietà di voci e posizioni politiche su un tema decisivo per l’Europa.
MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA
Beloved di Yaser Talebi (Iran, 2018, 61’)
MOTIVAZIONE - La giuria vuole inoltre conferire una menzione speciale al documentario Beloved e complimentarsi con il regista per aver ritratto il coraggio di una signora di ottant’anni che vive da sola sulle montagne della Turchia, sopravvivendo con difficoltà insieme alle sue mucche, alle quali è legata come fossero i suoi figli. Mentre i suoi veri figli non le fanno mai visita, lei continua ad aiutarli attraverso il duro lavoro, garantendo loro un’eredità. Riprendendo la vita di questa donna in diverse stagioni, il regista offre un ritratto onesto del coraggio di una madre.
SINOSSI - Documentario sulla straordinaria figura di Firouzeh, una donna di ottant’anni che vive immersa nella natura tra le montagne dell’Iran, con la sola compagnia delle sue mucche, a cui è profondamente affezionata. Madre buona e amorevole, grazie al suo coraggio e la sua forza riesce ad affrontare le difficoltà e i momenti più duri che la vita le riserva, senza mai abbandonare la fiducia in Madre Natura e nei suoi animali. Malgrado abbia scelto uno stile di vita duro e maschile, lo interpreta in modo poetico.
Riconoscimenti speciali – 67. Trento Film Festival
Premio “Mario Bello”
Istituito dal Centro di cinematografia e Cineteca del Club Alpino Italiano al film che meglio rispecchi i valori e gli ideali del Club Alpino Italiano.
Il premio, in memoria della figura di Mario Bello, viene assegnato al miglior film, tra quelli ammessi alla Categoria Alp&Ism di Trento Film Festival - preferibilmente di regista che non abbia ancora compiuto i 40 anni, che rappresenti l’alpinismo nei suoi molteplici aspetti di avventura umana, culturale, tecnica, di rispetto dell’ambiente, di valorizzazione e promozione delle popolazioni che vivono nelle Terre Alte, delle loro culture e tradizioni, e che rispecchi i valori e gli ideali del Club Alpino Italiano.
La giuria composta dal Presidente del CCC Angelo Schena, da Nicoletta Favaron, Michele Ambrogi e Renato Veronesi, ha deciso di assegnare al film:
Dreamland. A documentary about Maciej Berbeka
di Stanislav Berbeka (Polonia, 2018, 86’)
MOTIVAZIONE - Il documentario del trentaquattrenne Stanislav Berbeka racconta la vita del padre, forte alpinista polacco, poco conosciuto al grande pubblico, scomparso, insieme a Tomasz Kowaiski, durante la discesa dal Broad Peak il 6 marzo 2013, dopo la vittoriosa prima invernale a quella vetta, già tentata nel 1988. Un buon debutto per il figlio di Maciej, alla sua prima esperienza con un film. Ha saputo raccontare in modo delicato, ma molto empatico, la storia alpinistica, la filosofia di vita, i “credo” più profondi del padre nei molti anni di attività di alpinista, guida alpina e soccorritore.