TRENTO - Al convegno “Prospettive di sviluppo e competitività per il comparto del porfido e delle pietre trentine” ci sono stati approfondimenti sul settore, L’appuntamento, a cui ha preso parte anche il vicepresidente della Provincia Achille Spinelli, è servito per fare il punto e riflettere assieme alle categorie economiche, alle rappresentanze e imprese del settore, al mondo accademico e dell’innovazione, sul prossimo futuro del comparto estrattivo locale. Nello specifico, si è parlato delle riforme della disciplina in vista delle nuove procedure di aggiudicazione delle cave, degli strumenti di qualità come il marchio Trentino Pietre, l’aggiornamento del preziario provinciale e i capitolati per le opere pubbliche stradali e edilizie in pietra e dell’importanza degli investimenti in capitale umano e tecnologia per la competitività. Focus, infine, sull’aggiornamento dei “CAM strade”, con l’inserimento di una deroga specifica per il porfido trentino e tutta la pietra italiana. Sono intervenuti anche l’architetto Marco Capsoni, i professori dell’Università di Trento Erica Santini e Alessandro Rossi e la dirigente del Servizio industria, ricerca e minerario della Provincia autonoma di Trento Carla Strumendo.

“La lavorazione del porfido – ha esordito il vicepresidente della Provincia Achille Spinelli – non è soltanto un’attività economica, ma anche un simbolo del Trentino, un pilastro che vogliamo impegnarci a far crescere per sostenere l’economia in valle e portare il marchio Trentino come simbolo di qualità ed eccellenza nel resto d’Italia e nel mondo”.
Il settore ha una lunga storia ed il Trentino è stato il primo territorio, in Italia, ad approvare nel 1987 un “Piano Cave”. Nel 2017 è stato dato corpo alla riforma richiesta dall’Unione europea per garantire la concorrenza, inserendo strumenti concreti per sostenere lo sviluppo del comparto favorendo la filiera e l’aggregazione. L’eccessiva frammentazione in microimprese, infatti, rende difficile sostenere gli investimenti in tecnologia e innovazione, portando a scarsa competitività e, a volte, a un circolo vizioso di scarsa qualità e prezzi al ribasso.
“La sfida – continua il vicepresidente Spinelli – è cercare di superare questa frammentazione per poter competere in modo efficace sui mercati nazionali ed esteri.
Di qui, l’introduzione di alcune novità pianificatorie, come la definizione di lotti più grandi, i cosiddetti macrolotti, per consentire una coltivazione razionale delle cave con adeguati investimenti e possibili economie di scala”.
Per il porfido, sono stati individuati 17 macrolotti, a fronte dei 36 lotti attuali, per una dimensione estrattiva ottimale con lotti di una larghezza minima di 200-250 metri, ovvero circa tre volte la larghezza media dei lotti attuali. Al fine di ridurre la discrezionalità e garantire procedure trasparenti e omogenee di assegnazione dei macrolotti, nel 2024 la Provincia ha aggiornato lo schema di bando tipo e i criteri di valutazione delle offerte. Sulla base del nuovo bando tipo, sono i Comuni e le Asuc (Amministrazioni separate dei beni frazionali a uso civico) competenti per territorio a dover svolgere le procedure di evidenza pubblica, ma è prevista la presenza di funzionari provinciali nelle commissioni di valutazione delle offerte e lo sviluppo di un nuovo sistema per la gestione telematica delle aste da parte di Trentino Digitale.
Il bando prevede il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, attribuendo all’offerta tecnica un peso di almeno 70 punti su 100, ed è volto a premiare la qualità e gli investimenti più che il rialzo sul canone al metro quadro. Elementi imprescindibili sono anche la salute e la sicurezza dei lavoratori del comparto. Le prime procedure con il bando tipo si svolgeranno nel 2026 per le aree di Fornace e poi via via per le altre aree fino al 2029.
«Uno strumento indispensabile per promuovere il porfido e le pietre trentine sotto un unico cappello identitario – conclude Spinelli – è il marchio di qualità Trentino Pietre, la cui gestione è affidata a Trentino Sviluppo e che è essenziale promuovere al fine di ampliare la partecipazione».
Nell’incontro è stato anche spiegato come la Provincia di Trento sia intervenuta per tutelare il porfido e le pietre trentine, ottenendo l’inserimento di una deroga per la pietra naturale italiana nell’ambito dell’aggiornamento dei CAM strade, con riferimento ad uno specifico criterio che avrebbe fortemente penalizzato l’utilizzo del porfido nelle opere pubbliche. I CAM Strade – entrati ufficialmente in vigore il 21 dicembre 2024 – introducono criteri ambientali minimi obbligatori per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori relativi alla costruzione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali. I criteri si fondano sui principi dell’economia circolare e sulla sostenibilità ambientale, in linea con il Green Deal europeo. L’obbligo di applicazione dei CAM riguarda tutti gli appalti e le concessioni di opere stradali e civili, inclusi servizi di progettazione, costruzione e manutenzione, secondo quanto previsto dal Codice dei Contratti Pubblici.
Il vicepresidente Spinelli, che ha sostenuto l’intervento con una nota al Ministero, ha condiviso la sua soddisfazione: “Tutelando la pietra naturale italiana e con essa il porfido e le pietre trentine, siamo riusciti a salvaguardare il comparto lapideo trentino e italiano”.