Nonostante lo stile di vita “di basso profilo”, era un manovale dell’edilizia, in realtà, tra le sue attività principali, vi sono contrabbando, rapine, delitti commissionati dai boss residenti in Calabria e sequestri di persona. Successivamente, dalla sentenza di condanna dell’operazione Isola Felice, Zagari era stato mandato in soggiorno obbligato a Storo (Trento), comune trentino al confine con la provincia di Brescia, dove egli riprese ben presto a mettere in atto le sue attività criminose.
La seconda parte del Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia curato dall’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, si concentra invece sulle attività di economia legale infiltrate dalla criminalità organizzata, in particolare l’ambito dell’edilizia e dei lavori pubblici; il commercio; il turismo; l’industria del divertimento; la sanità e l’attività di estorsione e usura, attività illegali ma capaci di creare canali di collegamento ed influenzare il campo delle attività legali (Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia - Rapporto finale, dicembre 2018 pubblicato sulla pagina della Commissione speciale Antimafia del Consiglio della Regione Lombardia).
Anche nella seconda parte del report, viene evidenziata la pericolosità dell’infiltrazione della criminalità e il conseguente sviluppo di criminalità mafiosa, in particolare nel settore del turismo, nella zona del lago di Garda, la quale: “[...] vede convergere su di sé l’attenzione di tutte le maggiori organizzazioni criminali italiane e di talune organizzazioni straniere. I provvedimenti di chiusura di alcuni locali e anche di un albergo sono probabilmente solo la spia di una tendenza che -va sottolineato- preoccupa gli operatori onesti e le comunità locali, e che rischia di offuscare i successi di quella che viene ormai considerata la terza area turistica d’Italia”.
Fenomeni simili a quelli citati al paragrafo precedente non risparmiano l’Alto Garda trentino, come di recente ha rimarcato il sostituto procuratore antimafia Roberto Pennisi in una dichiarazione raccolta dalla stampa locale.
Secondo Pennisi “Il lago di Garda è molto importante nella strategia della 'ndrangheta, perché investe tre regioni, Veneto, Lombardia e Trentino e diverse province. Il Garda è strategico. Anche dalla indagine Aemilia viene fuori l'interesse per il Garda. E pure dalle indagini della Dda di Venezia sulle infiltrazioni della 'ndrangheta . È una zona attraente per chi ha tanto denaro da investire anche in perdita: è sempre un guadagno è danaro che arriva dal narcotraffico. E pensi alla forza attrattiva della criminalità organizzata per ambienti imprenditoriali che vedono, è il grande pericolo, nel crimine organizzato un'àncora di salvezza, che si trasforma alla fine in una schiavitù. È fondamentale aiutare le imprese virtuose. In due modi: primo, via i burosauri dalle amministrazioni; secondo, la finanzi torni a fare quello che faceva una volta, mettendo le imprese in grado di operare”.
Passando al campo dell’edilizia, nel già citato studio l’impresa edile mafiosa viene definita come “una strategica “centrale di collocamento”, in grado di offrire posti di lavoro non specializzati e, di conseguenza, di legittimare il proprio potere sui territori settentrionali in cui agisce. Diviene pertanto un soggetto alternativo in grado di “dare lavoro”, accumulando non solo profitti, ma anche consenso sociale” [...] l’edilizia si presenta come un terreno di incontro di tre mondi diversi: -criminale (esponenti delle ‘ndrine, con le rispettive imprese) - imprenditoriale (il quale include anche l’ambito delle professioni) -politico locale (funzionari comunali, assessori, consiglieri, consulenti…)”.
In questo ambito, un dato che riguarda direttamente la Provincia di Trento, è quello delle infrazioni accertate nel ciclo del cemento. Nella classifica della province, elaborata da Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto (2017), su 19 province, Trento si posiziona infatti all’undicesimo posto fra le province italiane, con 88 infrazioni (vedi Tabella 3 “La classifica provinciale dell’illegalità nel ciclo del cemento”, p. 16 del Monitoraggio); alla luce dei risultati emersi dal prezioso monitoraggio effettuato dall’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano ed in parte sopra riportati per quel che interessa il territorio lombardo confinante con il territorio trentino, sarebbe auspicabile una collaborazione tra la Provincia di Trento e la Commissione Antimafia della Regione Lombardia al fine di individuare possibili elementi di rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nelle attività economiche tra i territori di confine della Provincia di Trento e della regione Lombardia".
INTERROGAZIONE - Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta per sapere
"se e con quali modalità intenda favorire forme collaborazione istituzionali con la commissione Antimafia del Consiglio della Regione Lombardia al fine di individuare elementi di rischio in ordine alle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività economiche dei territori trentini confinanti con le aree del Garda Bresciano e della Valle Sabbia in Provincia di Brescia", consigliere provinciale Alex Marini.