-

Laureati poco pagati e precarietà in Trentino

Cgil Cisl Uil: indispensabile superare stage e tirocini

TRENTO - Il Trentino non è una terra per giovani. Almeno non per le e i giovani laureati che vedono non valorizzate le loro competenze dal mercato del lavoro locale. L’ultima conferma in ordine di tempo arriva da uno studio condotto dal Center for Social Inequality Studies del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento sugli stipendi di quanti hanno concluso il percorso di studi nelle facoltà dell’ateneo trentino. “Potrebbe sembrare un paradosso: la nostra università di eccellenza forma ottimi laureati e laureate, ma poi il nostro sistema economico non è in grado di valorizzarli con inquadramenti e retribuzioni adeguate”, commentano amari i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher che non sono stupidi dei quadro emerso dall’indagine. “E’ il risultato di una serie di fattori macro, dai meccanismi di ingresso sul mercato del lavoro che privilegiano contratti precari e dunque poveri, ma anche stage e tirocini che ricordiamo che non sono un lavoro, ad un sistema economico caratterizzato da imprese di piccola dimensione e da una consistente presenza di settori a basso valore aggiunto, come il turismo e i grandi eventi.
In Trentino non manca l’occupazione, manca la qualità dell’occupazione”, sottolineano i tre sindacalisti.

Tutto questo, però, fa del Trentino un contesto poco attrattivo, che spinge i propri giovani competenti ad andare fuori dai confini provinciali e nazionali verso mercati del lavoro più interessanti e valorizzanti. “Se l’emigrazione giovanile fosse bilanciata da un’altrettanta immigrazione di giovani cervelli, il problema non si porrebbe. Purtroppo, però, la nostra terra ha perso attrattività e dunque rischia di impoverirsi in termini di competenze e dunque di capacità competitiva – insistono Grosselli, Bezzi e Largher -. Un problema che la dinamica demografica con l’invecchiamento della popolazione potrà solo amplificare senza correttivi”.

Cgil Cisl Uil individuano due direzioni su cui agire: da una parte una revisione delle politiche industriali pubbliche che devono essere orientate all’innovazione e dunque per forza essere maggiormente selettive, dall’altra il superamento di stage e tirocini per chi entra nel mercato del lavoro. “Va valorizzato il contratto di apprendistato e il sistema duale, cioè una vera alternanza scuola lavoro non solo per le scuole professionali, ma anche negli istituti tecnici e all’università. Questo potrebbe accorciare la distanza tra domanda e offerta di lavoro”.

Ultimo, ma non meno importante la questione contrattuale. “E’ ai tavoli contrattuali che si creano i presupposti per migliorare le condizioni di lavoro, sia puntando sulle retribuzioni con la contrattazione di secondo livello sia introducendo misure conciliative in grado di rendere più attrattiva un’occupazione. Su questo anche il sindacato può ed è pronto a fare la propria parte”, concludono.
Ultimo aggiornamento: 25/09/2025 19:17:48
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE