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Questione dighe, Caparini: “Lavorare da soli in alta quota è inaccettabile"

Interrogazione del consigliere regionale camuno

Milano - “Lavorare da soli in alta quota è inaccettabile. La sicurezza viene prima dei profitti”, in sintesi l'interrogazione di Davide Caparini, camuno, consigliere regionale della Lega e presidente della Commissione Bilancio di Regione Lombardia depositata il 15 aprile scorso.

“L’idea che un solo operatore possa presidiare una diga a oltre 2.500 metri di quota, senza alcun supporto, è semplicemente inaccettabile. La sicurezza dei lavoratori non può essere sacrificata sull’altare dell’efficienza aziendale”, così Davide Caparini è intervenuto in merito alla sperimentazione annunciata da Enel Green Power, che prevede l’introduzione del modello “mono-operatore” presso tre dighe lombarde - Sardegnana, Trona e Venerocolo – durante l’estate 2025. Caparini, primo firmatario dell’interrogazione consiliare ITR-2707 a cui ha risposto l’assessore alla montagna Massimo Sertori denuncia con forza il rischio di isolamento operativo e i potenziali pericoli derivanti da questa decisione: “Siamo al fianco dei lavoratori che hanno sollevato il problema. Non si può ignorare che in caso di emergenza la presenza di un secondo operatore può fare la differenza tra la vita e la morte”. “Anche se la competenza diretta è dello Stato – prosegue Caparini - come Regione abbiamo il dovere politico e istituzionale di vigilare e di fare pressione affinché queste sperimentazioni vengano bloccate o, quantomeno, profondamente riviste come ci ha assicurato farà l’assessore competente. Il presidio umano non è un costo: è una garanzia di sicurezza e dignità sul lavoro”.

In montagna - conclude - servono investimenti, non tagli.
La nostra battaglia continua per tutelare i lavoratori, i territori e un modello di sviluppo che metta davvero al centro la persona”.

L'interrogazione del consigliere Davide Caparini
Al Presidente del Consiglio regionale della Lombardia
Sicurezza dei lavoratori nelle dighe lombarde e sperimentazione mono-operatore in alta quota
In data 26 marzo 2025, presso la sede di Enel Green Power di Sondrio, si è svolto un incontro durante il quale è stata annunciatauna sperimentazione prevista per l’estate 2025 che interesserà tre dighe lombarde: Sardegnana,Trona e Venerocolo; tale sperimentazione prevede l’attività in solitaria di un unico operatore per ciascun impianto, superando il vincolo finora vigentedella presenza di almeno due lavoratori per sito,anche in contesti montani e isolati a oltre 2.500 metri di quota; i rappresentanti sindacali delle strutture coinvolte e i lavoratori stessi hanno espresso forte preoccupazione per le ricadute di taledecisione in termini di sicurezza operativa, soprattutto in aree dove l’accesso al soccorso è reso complesso dalla distanza e dallecondizioni ambientali; l’ottimizzazione dei costi da parte dell’azienda non può e non deve compromettere il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro,sancito anche dalla normativa vigente (D.Lgs. 81/2008);
Considerato che: La sperimentazione del modello mono-operatore sta generando un clima di forte tensione tra i lavoratori, che si dichiaranosolidali e uniti nel contrastare un approccio che li espone a maggiori rischi; Le particolari condizioni ambientali delle dighe in alta quota – come nel caso del Venerocolo – aggravano ulteriormente laproblematica, rendendo impossibile, in caso di emergenza, un intervento tempestivo senza la presenza di un collega o di un presidiominimo; La Regione Lombardia, per competenza e per vocazione territoriale, ha da sempre promosso la valorizzazione delle areemontane,anche attraverso la tutela del lavoro e della sicurezza nei contesti più difficili e marginali;
Si interroga l’Assessore competente per sapere:
1.Se la Regione Lombardia sia stata preventivamente informata da Enel Green Power di tale sperimentazione e se abbia espressoun parere in merito.
2.Quali azioni l’Assessorato alla Montagna intenda intraprendere per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori operanti nelledighe lombarde, in particolare in contesti ad alta quota.
3.Se si ritenga opportuno convocare con urgenza un tavolo di confronto tra Regione,aziende interessate e rappresentanze sindacali per valutare l’impatto della sperimentazione e definire condizioni minime di tutela.
4.Se siano previste iniziative per promuovere linee guida specifiche o accordi territoriali per garantire che l’operatività in sitimontani particolarmente isolati non avenga mai in modalità mono-operatore"
Ultimo aggiornamento: 20/05/2025 22:55:43
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