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Edipo e Medea al Parco archeologico di Luine a Darfo Boario

Il gran finale del ricco e variegato palinsesto di “ArcheoTeatro 2024-Palcoscenici Rupestri

Darfo Boario (Brescia) - È dedicato alla rilettura di due figure cruciali del teatro occidentale e del mito greco come Medea ed Edipo il gran finale del ricco e variegato palinsesto di “ArcheoTeatro 2024-Palcoscenici Rupestri” che ha visto, dal 1 giugno scorso, ben 11 appuntamenti in 5 differenti luoghi del primo sito Unesco italiano, in Valcamonica: ancora una volta un efficace connubio tra un sito archeologico di grande rilevanza come quello di Luine, che ospita le incisioni più antiche della Valle e importanti ritrovamenti archeologici, con le storie di due personaggi eterni del mito, del teatro e della letteratura. Un incontro magico, come sempre all’imbrunire, tra Natura, Archeologia e Teatro, con in scena due interpreti come Domitilla Colombo e Sergio Scorzillo, protagonisti da anni sui palcoscenici milanesi.

Non poteva che essere in questo luogo di straordinaria suggestione paesaggistica e carico di 13 mila anni di storia e di misteri il finale di questa rassegna che ha riscontrato nell’arco di quattro mesi un crescendo di successo di pubblico e di critica. E non è un caso che il Parco di Luine abbia ospitato 5 appuntamenti su 11 di quelli in calendario, ogni volta in un luogo differente della cosiddetta “Collina sacra” di Boario.

Questa volta la serata conclusiva intitolata “Padri Rinnegati”, che vede rievocati i personaggi di Edipo e Medea, sarà allestita in due luoghi distinti lungo il percorso verde nell’area che ospita due delle più importanti scoperte archeologiche fatte da Emmanuel Anati a Luine: un riparo sotto roccia dell’età del Ferro e quello che potrebbe essere un piccolo Tempio Megalitico, definito quest’ultimo, in un articolo sul Giorno di qualche settimana fa “la piccola Stonehenge italiana”.

La prima parte della serata, a partire dalle ore 18, vedrà in scena il breve atto unico intitolato “Medea e il drago”, scritto da Christine Pruner con protagonista Domitilla Colombo nei panni di Medea e la partecipazione straordinaria di Eliza Winkler. Nella seconda parte “Edipo nel bosco delle Eumenidi”, scritto, diretto e interpretato da Sergio Scorzillo.
Entrambi gli spettacoli sono a ingresso libero.

A seguire, per chi vuole, una visita notturna alle incisioni (euro 10 a persona)

Presentazione dei due spettacoli.
MEDEA E EDIPO: PADRI RINNEGATI
Che cosa accomuna i personaggi mitici di Medea e di Edipo, apparentemente così diversi, per carattere e destino? Entrambe queste figure, antitetiche nel loro modo di agire, fanno irruzione nel mito rinnegando in prima istanza, in un modo o in un altro, consapevolmente o inconsapevolmente, il padre. Per entrambi l'uccisione del padre, reale o metaforica, è l'azione da cui scaturisce il mito, ovvero il dipanarsi (o l'aggrovigliarsi?) del loro destino in un intreccio di fatti e di azioni eccezionali e tragiche: l'uno campione della razionalità, l'altra del pensiero magico...

MEDEA E IL DRAGO
Con Domitilla Colombo e Eliza Winkler. Testo di Christine Pruner. Regia di Virgilio Patarini
Questa breve spettacolo non affronta le vicende rappresentate dalla Medea di Euripide, ma i suoi antefatti, sebbene a raccontarli sia una Medea giunta al termine della sua storia.
Sull'orlo dell'abisso la Maga si volta indietro e ripercorre le origini della vicenda, quando la nave Argo approda sulle rive di una terra remota e selvaggia e Giasone si imbatte in questa giovane donna misteriosa e affascinante, foriera di un sapere arcaico e magico.
Si tratta di un vero e proprio incontro e scontro di civiltà: tra l'eroe greco e la maga barbara. La fascinazione è reciproca: gli opposti si attraggono. Eros vince su tutto. E poi c'è una missione da compiere, e per conquistare il "Vello d'oro", per sconfiggere il Drago o domare i Tori di bronzo incandescente, forza, coraggio e intelligenza non sono sufficienti, occorre ricorrere alla magia, ai sortilegi: ad un sapere più antico e misterioso, barbarico e ancestrale.

EDIPO NEL BOSCO DELLE EUMENIDI
Drammaturgia, regia e interpretazione di Sergio Scorzillo.
Cieco come Tiresia, Edipo si appresta a sparire dalla terra per avventurarsi negli Inferi. Nel Bosco delle Eumenidi riflette sul suo percorso di vita. Sugli intrecci tra il maschile e il femminile, sul suo destino, conseguenza di quello del padre (i padri) e della madre. Richiama, e accusa, direttamente Laio e Giocasta. Unico groviglio, unico destino. L’avviso dell’oracolo, le parole ambigue e seduttive della Sfinge non hanno evitato che le cose avvenissero come dovevano avvenire. Il rapporto tra creatura umana e volere degli dei è di assoluta sudditanza? Non può l’uomo (o la donna) decidere altrimenti da come è stato scritto? L’umano può comprendere appieno il proprio percorso o tutto dev’essere avvolto perversamente sempre da ambiguità?
Le tre entità che dominano sul tempo dato (Cloto, Lachesi e Atropo) continuano imperterrite a filare...
Ultimo aggiornamento: 01/10/2024 07:47:02
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