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Interramento di alcuni tratti della linea Trento-Malé

Trento - Raffica di mozioni e documenti approvati oggi dal Consiglio provinciale di Trento. Dopo la replica, c’è stata l’approvazione (all’unanimità) per il documento di una consigliera di minoranza ampiamente discusso nella mattinata sulla determinazione delle rette delle Rsa attraverso il sistema Icef.
A seguire sono stati accolti all’unanimità in forma modificata: un documento che chiede l’interramento della Valsugana per sgravare Pergine dal problema dei passaggi a livello (minoranza), una mozione per promuovere una valutazione delle necessità di aumento dei posti letto presso le RSA (maggioranza), una mozione per avviare studi di fattibilità sugli interventi di interramento dei tratti della Trento-Malé che attraversano Mezzolombardo e Mezzocorona (maggioranza), una mozione che pone come prioritario l’intervento sui ponti sul Rimone (maggioranza), una mozione sul potenziamento dei collegamenti trasporto pubblico con il Primiero (maggioranza). Sono stati respinti: un documento che impegnava ad avviare azioni di bonifica dell'area sin di Trento nord ed eseguire un monitoraggio ambientale sanitario della popolazione esposta (minoranza).

Interramento tratti Trento-Malé
Studi di fattibilità sugli interventi di interramento dei tratti della Trento-Malé che attraversano Mezzolombardo e Mezzocorona (approvata all’unanimità in forma emendata). Considerato che il territorio del Comune di Mezzolombardo rimane, ad oggi, l’unico centro abitato trentino completamente tagliato a metà dal passaggio della ferrovia Trento-Malé, così come la parte est dell’abitato di Mezzocorona, risente in egual maniera del passaggio del passaggio dei tram e che tale problematica ha notevoli risvolti sulla sostenibilità sociale, economica ed ambientale degli abitati, anche alla luce dell’aumento del carico urbanistico/viabilistico, un consigliere provinciale di maggioranza ha impegnato la Giunta a valutare la predisposizione di studi di fattibilità tecnico–economica che permettano di considerare costi e benefici della realizzazione degli interventi di interramento dei tratti della ferrovia Trento-Malé-Mezzana che attraversano i centri abitati di Mezzolombardo e Mezzocorona. L’assessora competente ha espresso parere favorevole con il dispositivo emendato e concordato tra le parti che non impegna risorse, ma vuole fare chiarezza e preparare una progettualità. Sostegno anche da parte di un consigliere di minoranza che ha notato come le proposte di questo tipo vengano da ex sindaci o ex amministratori a dimostrazione che queste progettualità interpretano esigenze sentite dai cittadini. Soddisfatto il proponente che vede in questa approvazione un primo passaggio verso una futura progettualità. Documento approvato all’unanimità.
Trasporti, Girardi (FdI): “Approvata la mia proposta di mozione per predisporre studi di fattibilità tecnico-economica per l’interramento dei tratti della Trento – Malé che attraversano Mezzolombardo e Mezzocorona”
Il territorio del Comune di Mezzolombardo rimane, ad oggi, l’unico centro abitato trentino completamente tagliato a metà dal passaggio della ferrovia Trento – Malé – Mezzana, mentre la
parte est dell’abitato di Mezzocorona, risente in egual maniera del passaggio del passaggio dei tram.
Tale problematica, dai notevoli risvolti sulla sostenibilità sociale, economica ed ambientale degli abitati di Mezzolombardo e Mezzocorona, ha purtroppo assunto un carattere trasversale, anche alla luce dell’aumento del carico urbanistico/viabilistico che ne deriva.
Secondo alcune statistiche in possesso del sottoscritto, ogni giorno a Mezzolombardo – in seguito all’abbassamento delle barriere ferroviarie che consente il passaggio in sicurezza dei mezzi della ferrovia Trento – Malé – Mezzana – si verifica una sostanziale chiusura delle strade per un tempo stimato tra le due ore e mezza e le tre ore. Non è poi da sottovalutare il fatto che Mezzolombardo rappresenti il centro di interconnessione tra i tram e le corriere che da lì partono per raggiungere la Val di Non, aggiungendo un ulteriore carico in termini di mezzi circolanti all’interno del centro abitato. Il disagio creato è tale da costringere ormai quotidianamente la cittadinanza ad effettuare improbabili itinerari al fine di evitare le chiusure, finendo per generare problematiche legate all’aumento del traffico, nonché all’inquinamento ambientale e acustico, che si trasferiscono sulla restante parte dell’abitato. Va valutato inoltre il fatto che qualunque strada venga seguita per raggiungere i principali servizi di interesse generale situati nell’abitato di Mezzolombardo (scuole medie, superiori, ospedale ecc.), il cittadino si troverà prima o poi a incrociare la propria strada con i binari della ferrovia Trento – Malé – Mezzana. Inoltre, ritengo importante sottolineare altresì il nocumento patito dal tessuto sociale ed economico derivante dalla problematica suesposta, che finisce inevitabilmente per incidere sull’attrattiva dei territori di Mezzolombardo e Mezzocorona, nei confronti di eventuali cittadini privati e/o attività economiche che dovessero trovarsi a valutare l’opportunità di trasferirsi nelle due borgate rotaliane.
Nel corso della seduta del Consiglio provinciale di Trento è stata approvata una proposta di mozione del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia – a prima firma di Girardi – che impegna la Giunta provinciale a “predisporre due studi di fattibilità tecnico – economica che permettano di valutare la fattibilità, i costi (effettivi e accessori, che dovessero derivare da attività collaterali) e i benefici della realizzazione degli interventi di interramento dei tratti della ferrovia Trento – Malé – Mezzana che attraversano i centri abitati di Mezzolombardo e Mezzocorona”. Di conseguenza, nei prossimi mesi, la Provincia sarà chiamata a produrre questi studi in modo da fare chiarezza una volta per tutte sulle possibilità di interramento e sugli eventuali costi che questi interventi comporterebbero.

Determinazione rette Rsa su base Icef (approvata in forma emendata)
Nella sua replica, la consigliera di minoranza proponente della mozione che impegna la Giunta a valutare la possibilità di determinare le rette delle residenze per anziani attraverso il sistema Icef ha ringraziato i colleghi che hanno sostenuto la proposta e ha ribadito che le Rsa non sono e non devono diventare geriatrie territoriali. Collegato al tema, ha aggiunto, ce n’è uno affine che andrebbe monitorato e riguarda l’impegno che la Giunta si era assunta in sede di variazione di bilancio, di costituire un tavolo di lavoro sul recupero delle rette quando i Comuni -la problematica riguarda sopratutto quelli piccoli- devono sostituirsi all’utente che non abbia sufficiente capienza. Un consigliere di maggioranza ha convenuto che spesso le Rsa sono utilizzate come lungo degenze perché queste ultime sono stracolme. Il problema va affrontato integralmente e riguarda la capienza delle strutture nei posti letto.

Risolvere il problema dei disagi causati dai passaggi a livello che attraversano Pergine (approvata in forma emendata)
L’annoso problema dei binari che corrono tra le case a Pergine e dei passaggi a livello che di fatto dividono l’abitato e le riflessioni sulle risorse che forse si potrebbero trovare grazie al Pnrr, sono al centro del documento proposto da un consigliere di minoranza che impegna la Giunta provinciale su diversi punti. Il documento è stato approvato in una forma emendata sia nella premessa che nel dispositivo, che prevede di continuare l’interlocuzione con Rfi per risolvere il problema della tratta della ferrovia che attraversa la cittadina dell’Alta Valsugana, creando un annoso problema e non pochi disagi, anche al seguito del notevole incremento dei flussi di traffico subiti in questi ultimi due decenni.

Un consigliere di maggioranza ha confermato il sostegno alla mozione che affronta un tema noto e particolarmente sentito dalla comunità. Togliere il traffico dai nostri abitati è fondamentale e il Trentino deve puntare a questo obiettivo, ha commentato una consigliera di maggioranza, così come un altro collega si è detto favorevole, sebbene consapevole che si debbano fare i conti con le risorse economiche. Un consigliere di minoranza ha dichiarato di supportare questa richiesta perché il tema attiene a diverse dimensioni: sicurezza, traffico, uso di mezzi sostenibili e per delle valenze sociali e urbanistiche di composizione di fratture all’interno di abitati. Ciò non toglie che gli investimenti siano considerevoli -si parla di 55 milioni- ma non sono poi molti se si considerano i benefici che possono apportare. Manca a suo avviso il piano dei trasporti, un documento che servirebbe per costruire, assieme ai territori, le urgenze del territorio: così si comprenderebbe se sia preferibile pianificare la costruzione di una strada o la realizzazione di un tunnel piuttosto che investire nello spostamento di una ferrovia.
La mozione è stata approvata all’unanimità.

Valutazione delle necessità di aumento dei posti letto presso le RSA della val di Non (approvata in forma emendata)
Il problema dell'assistenza agli anziani, specie non autosufficienti, costituisce una delle maggiori criticità di cui la Comunità trentina dovrà farsi carico nei prossimi decenni. Da questa premessa e da alcune considerazioni in merito alle misure messe in campo che non riescono a compensare la notevole differenza tra posti letto autorizzati e posti letto convenzionati, in particolare nelle strutture della valle di Non che risulterebbero di fatto discriminate, un consigliere di maggioranza ha impegnato la Giunta provinciale a valutare la possibilità di aumentare il numero dei posti letto convenzionati presso le tre RSA della Val di Non, avuto riguardo all'andamento delle liste di attesa, alle esigenze della popolazione non autosufficiente e alla percentuale dei posti letto convenzionati rispetto alla popolazione anziana, sentita anche la Comunità della Valle di Non.

L’assessore competente ha ringraziato il consigliere per aver posto il tema, che solleva una problematica che gli stanno sottoponendo un po’ tutti i territori. Quanto alla valle di Non, posso dire di aver visitato le strutture e averle trovate funzionali e molto ben dirette e che le istanze contenute nella mozione mi sono state rappresentate: c’è un dato statistico inequivocabile. L’impegno è quello di completare la visita alle strutture di tutto il Trentino per poi poter intervenire tenendo conto di tutte le problematiche emerse. Il tema sarà dunque approfondito a 360 gradi e sarà fatta una considerazione accurata e globale, valutando le diverse criticità ed evitare di offrire soluzioni parziali e senza prospettiva. La mozione è stata dichiarata accoglibile in una forma emendata, che ammorbidisce il dispositivo, prevedendo appunto questa “valutazione complessiva”.

Una consigliera di minoranza è intervenuta con piacere su una mozione che ha definito “trasversale” e dunque assolutamente condivisibile, pur consapevole delle difficoltà nel fare i conti con le disponibilità. Il caso specifico della valle di Non, ha aggiunto, è forse anche frutto di un approccio culturale della zona che negli anni ha preferito l’accudimento a domicilio alla collocazione in Rsa, oltre a scelte politiche del passato.

Una consigliera di maggioranza ha ringraziato il proponente per aver sottolineato nella mozione anche quanto fatto nella scorsa legislatura sull’argomento, nonostante le numerose difficoltà legate al Covid che complicò notevolmente anche il clima nelle Rsa e impose l’utilizzo delle risorse per altre finalità. L’auspicio è che in questo nuovo corso si possa intervenire concentrandosi sull’estensione dei posti nelle residenze.

Una consigliera di minoranza ha sottolineato l’importanza del tema che ha definito una sfida grave e preoccupante, suggerendo all’assessore di mettere in campo un piano straordinario in termini di innovazione, strategie e collaborazioni: il Trentino regge benissimo se guardiamo alle classifiche, ma di qui a venti o trent’anni le esigenze saranno aumentate. Alla luce della sua personale esperienza, ha aggiunto, serve un grande sforzo complessivo, affinché tutti i soggetti gestori comprendano la necessità di un recupero, all’interno degli attuali modelli, di risorse da reinvestire nel sistema. Serve, ha concluso, un piano strategico e innovativo che tenga conto che aumento degli anziani= aumento dei bisogni= aumento dei costi e c’è bisogno che lavoriamo tutti, aldilà del colore politico, su questo obiettivo sociale.

Una tematica che sta particolarmente a cuore anche di una consigliera di maggioranza che ha detto di comprendere come il tema dei posti letto in più sia di non facile soluzione. Tuttavia ho fiducia che si possa davvero fare qualcosa per affrontare il tema tutti assieme, ha aggiunto.

Ha espresso sostegno in dichiarazione di voto un collega di maggioranza che ha ricordato che nella precedente legislatura la Giunta ha dato segnali di attenzione al tema della natalità: è comunque impensabile riempire il Trentino di case di risposo, ha detto, serve piuttosto investire sul territorio e sull’organizzazione dell’assistenza domicilare. Anche una consigliera di minoranza ha confermato il sostegno suo e del gruppo di appartenenza: vogliamo pensare che si metta in cantiere uno sforzo straordinario per affrontare questo problema, con una pianificazione che non si concentri solo sul tamponare le emergenze. Il documento è stato approvato all’unanimità.

Avviare azioni di bonifica dell'area sin di Trento nord ed eseguire un monitoraggio ambientale sanitario della popolazione esposta (respinta)
Dopo una lunga premessa di contestualizzazione del tema dell’area Sin di Trento nord e delle azioni fin qui compiute, una consigliera di minoranza impegnava la Giunta provinciale ad avviare una procedura preliminare al fine di stabilire le possibili opzioni di bonifica e relativi costi, tramite incarico ad idoneo esperto tecnico ingegneristico riconosciuto internazionalmente e ad impiegare le somme stanziate dalla legge 197 del 2022 non per la realizzazione di analisi giuridiche tecniche, bensì per eseguire un monitoraggio ambientale sanitario integrato della popolazione potenzialmente esposta, per una durata di almeno due anni complessivi a partire dal mese precedente la bonifica.

L’assessora competente ha espresso una valutazione negativa sulla proposta per la mancata condivisione di alcuni punti della premessa e del dispositivo. La posizione della Giunta è quella già esternata in passato in aula, ha precisato, confermando la massima attenzione sul tema da parte dell’esecutivo. Ha motivato l’astensione sua e del gruppo un consigliere di minoranza: i soggetti coinvolti da sempre sono stati richiamati ed invitati a considerare in modo primario il fattore della sicurezza. Sappiamo benissimo che il livello di guardia è una delle priorità da parte di tutti quelli che stanno gestendo la vicenda. Dunque, pur condividendo il richiamo all’attenzione sul tema, non possiamo concorrere ad alimentare un circuito che favorisca una sorta di “terrore collettivo”. La proponente ha respinto la definizione di “terrore collettivo” per quella che è un’”attenzione doverosa ad un tema di cruciale pregnanza”. Resto comunque del parere, ha detto rivolta all’assessora, che la cosa sia stata lasciata volutamente unicamente nelle mani del Comune di Trento e le istituzioni tutte hanno una responsabilità: ognuno si assumerà le proprie responsabilità di ciò che ha fatto e non ha fatto. Il documento è stato respinto con 12 astenuti e un solo voto favorevole.

Priorità d’intervento sui ponti sul Rimone (approvata in forma emendata)
Il canale Rimone, nella Valle dei Laghi è attraversato da tre ponti, interessati da traffico veicolare molto intenso, non solo da macchine o trattori agricoli ma anche da mezzi pesanti. Questi ponti sono stati costruiti in origine più o meno tutti nello stesso periodo – 1950/60 - per poi essere ammodernati durante i lavori di allargamento e messa in sicurezza dell’alveo del Rimone a seguito della costruzione delle centrali idroelettriche e tutti i tre ponti hanno esigenza di essere ristrutturati. Le comunità di Madruzzo e di Cavedine da tempo chiedono un intervento per risolvere le criticità che riguardano queste infrastrutture, sia in termini di portata che di percorribilità. Sulla base di queste premesse, una consigliera di maggioranza ha impegnato la Giunta provinciale a definire, in accordo con le comunità di Madruzzo e di Cavedine, uno specifico studio di fattibilità per le priorità di intervento sui ponti sul Rimone, in modo tale da superare le criticità oggi presenti. Una consigliera di maggioranza è intervenuta a ringraziare la proponente per la mozione e a condividere il percorso fatto personalmente sul tema e le interlocuzioni intervenute con gli amministratori locali, dalle quali emerse la richiesta della messa in sicurezza dei tre ponti, oltre che la realizzazione di pensiline per rendere sicuro il transito a pedoni e biciclette. Rispetto all’emendamento e ai colloqui con i dirigenti provinciali, l’auspicio è che la presa in carico avvenga con un coinvolgimento dei sindaci della zona. Una consigliera di minoranza ha espresso alcune considerazioni, partendo dal dispositivo rivisto, che ha detto di sostenere. La ciclabile sulla sponda del lago di Cavedine in realtà non c’è perché la strada è molto stretta, ha detto. Il ragionamento da fare in uno studio complessivo sui ponti, sarebbe dunque quello di considerare anche l’ampiezza della strada. Quanto al Rimone, in occasione degli interventi si dovrebbe considerare anche la riqualificazione naturalistica e ambientale dei luoghi. L’auspicio è quello di poter lavorare preventivamente in futuro in maniera condivisa per poter contribuire alla scrittura di documenti più completi. L’assessora ha dichiarato la condivisione da parte della Giunta con emendamento accolto da parte della proponente. Il documento è stato accolto all’unanimità.

Norme attuative in materia di congedo di paternità obbligatorio (sospesa fino domattina)
Il congedo di paternità, una delle misure più efficaci per ridurre le diseguaglianze di genere nel mercato del lavoro, all'interno della famiglia e, in generale, nella società, è stato reso strutturale e obbligatorio per i lavoratori dipendenti (nel pubblico e nel privato) dal decreto legislativo 105/2022 e prevede 10 giorni, da utilizzare nei due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi successivi, retribuiti al 100 per cento a carico dell'Inps. Ricerche ed esperienze sostengono che il congedo di paternità paritario a quello di maternità sia una delle misure più efficaci per ridurre le diseguaglianze di genere e lo dimostrano le esperienze dei paesi europei più avanzati in materia. In Italia, fanalino di coda assieme a Belgio e Polonia, servirebbe un cambiamento culturale ma anche un incisivo intervento legislativo che preveda la parificazione tra il congedo di paternità obbligatorio a quello di maternità. Su queste premesse una consigliera di minoranza ha invitato la Giunta a farsi promotrice nelle sedi nazionali della tempestiva adozione da parte del Governo di norme attuative relative alla legge delega in materia di congedo di paternità obbligatorio, al fine di estenderne il periodo in linea con i Paesi più avanzati (minimo tre mesi) e soprattutto in linea con l’esigenza sociale di riequilibrare il lavoro di cura verso una effettiva condivisione delle responsabilità di cura e genitoriali tra uomini e donne.
L’assessora competente ha detto di apprezzare e sposare i temi legati alla conciliazione e alle cure parentali e alle pari opportunità nella realizzazione dei propri progetti di vita. Proprio per questa sensibilità abbiamo provato a rimodulare diverse opzioni di emendamento in coerenza con le finalità dell’impegno.
La mozione però, propone qualcosa che già sappiamo che per mancanza di tempi (e non certo di volontà), non possiamo mantenere perché la scadenza è il 12 maggio, ovvero di qui a quattro giorni.
Un consigliere di minoranza ha preso atto della tempistica ed ha tuttavia sottolineato l’importanza della questione posta: l’Italia e il Trentino sono maglia nera in Europa su queste tematiche e questo fa sentire a disagio, ha detto, suggerendo, per il benessere delle nostre famiglie, di sollecitare nei tempi che ci saranno permessi lo Stato affinché si possa progredire in questa direzione, per la crescita della società.
Condivisione anche da parte di un consigliere di maggioranza che ha espresso l’auspicio che si possa fare uno sforzo nell’elaborazione di un dispositivo condiviso della mozione per arrivare ad una votazione unitaria su un tema trasversale. Un altro consigliere di maggioranza gli ha fatto eco, esprimendo la condivisione dei contenuti. Ritengo che la mozione sia ben formulata, motivata e urgente e vorrei poterla votare: vediamo se riusciamo a trovare un dispositivo che incontri le aspettative di tutti ed essere uniti su un tema così importante, ha esortato.
La legge delega (il family act) è del 2022, ha chiarito la consigliera proponente: è una riforma organica delle politiche famigliari non elaborata dall’attuale governo. Non vorrei, ha notato, che l’inghippo stesse proprio qui. O il dispositivo viene modificato con una formulazione che si traduca in un impegno politico vero, oppure non votatelo, ha sbottato.
L’assessora ha dichiarato di essersi resa disponibile fin dalla mattina al raggiungimento di una condivisione, ma senza esito. In ogni caso, se riusciamo ora a trovare un accordo sull’impegno ben volentieri.
Si è quindi deciso di sospendere la trattazione di questa mozione fino a domani, proseguendo nel frattempo con l’esame degli altri documenti.

Collegamenti trasporto pubblico con il Primiero
Con la premessa che la distanza del Primiero dai principali centri del Trentino comporta spesso difficoltà per i cittadini residenti in Valle che devono raggiungere il capoluogo per esigenze di diversa natura e considerato che i collegamenti sono spesso insufficienti, una consigliera di minoranza ha impegnato la Giunta provinciale a valutare con il Servizio Mobilità pubblica la possibilità d’introduzione di corse infrasettimanali mattutine dirette che mettano in collegamento il Primiero con Trento, nonché una corsa diretta di rientro/transfer per turisti da Trento verso il Primiero.
L’assessore competente ha annunciato parere positivo al documento con la partenza di una sperimentazione del servizio.
Un consigliere di minoranza ha espresso apprezzamento per la volontà di accogliere il documento da parte dell’assessore, non nascondendo però una certa perplessità per le parole della consigliera proponente nel definire pessimi i collegamenti descritti. Mi sfugge anche il dato sul personale che non si comprende se sia carente o meno e su questo sarebbe necessario un chiarimento, ha aggiunto.
Positivo il voto dichiarato da parte di un altro consigliere di minoranza che ha però esortato ad uscire dalla logica di essere i portavoce di una specifica zona: il mandato dovrebbe avere una dimensione provinciale. La mobilità va gestita avendo chiare le priorità e una visione d’insieme. Favorevole anche il parere di un consigliere di maggioranza: l’assessore ha precisato che ci sarà una sperimentazione, a dimostrazione del fatto che laddove ci sono risorse l’attenzione ai territori l’Esecutivo l’ha sempre dimostrata, a partire dalla decisione di indire le sedute di Giunta sui territori.
Il documento è stato approvato all’unanimità.

Respinto il ddl 4 sulle scuole dell’infanzia
I lavori della seconda giornata d’aula sono iniziati con le repliche e poi le dichiarazioni di voto sul ddl 4 sulle scuole dell’infanzia. A prendere la parola per prima è stata l’assessora competente che si è detta anzitutto dispiaciuta: l’assenza di ieri non è stata una voluta mancanza di rispetto. L’assessora ha precisato di aver già comunicato il giorno prima la propria assenza alle 17, i lavori d’aula hanno preso una piega diversa di quanto attesa. Nessuna mancanza di rispetto, ha detto, e si è scusata se è stata percepita così. Ha fatto riferimento sugli articoli apparsi sulla stampa sulla questione dei posti nei nidi di Trento: ha precisato che non è così, che i confronti con il Comune di Trento sono stati serrati, sono stati fatti sopralluoghi e incontri con parte politica e tecnica. Il riscontro, ha aggiunto, è positivo su determinati numeri in rispetto delle leggi esistenti, con un ampliamento della forbice dei numeri in seguito a interventi strutturali nelle scuole e il dialogo è in corso. Sul tema ha detto che non si può pensare di poter ribaltare sulla Provincia una problematica non scoperta dal Comune di Trento stamattina. I lavori sono in corso con grande elasticità, ha assicurato, si potrà arrivare alle migliori soluzioni possibili. Sui 5 giorni di ferie ha parlato di dichiarazioni non è rispondenti alla realtà: dopo la definizione come Giunta, è stata mandata una circolare applicativa ai sindacati e non è più seguita risposta, né formale, né informale, la Giunta ha fatto quello che doveva ed è in attesa, se le insegnanti non riusciranno a fare le ferie non è certo colpa della Giunta. Il ddl 4 invece per l’assessora è inaccoglibile.
Il proponente del ddl ha parlato di un ragionamento di numeri con cui è stato dato parere contrario al ddl, perché è stato detto che ci sono più contrari che favorevoli. La proposta, ha spiegato, prevedeva un meccanismo di flessibilità nel caso della presenza di studenti Bes nella costituzione delle sezioni: è stato detto “no” perché si vuole aumentare l’organico, quando invece la Federazione dice che può essere problema perché disorienta bambini. Ancora: la Giunta ha in pancia qualcosa che non è stato fatto dal 2010 e che potrebbe essere un problema. Se non va bene il modello altoatesino, ha auspicato il consigliere, si prenda a modello il Veneto, la Sicilia, si discuta, invece non sono arrivate proposte della Giunta. Si parla solo di tavoli, ha concluso, ci si aspetta allora che da lì che scaturisca una proposta che arrivi in aula e che non passi solo tramite delibere.
Nelle dichiarazioni di voto una consigliera di maggioranza ha espresso voto contrario, ma chiesto che ci sia davvero il confronto auspicato sul tema e ha ringraziato il proponente perché ha portato il tema all’attenzione del Consiglio. Da genitore, ha detto, è importantissimo che tra scuola istituzioni e famiglie ci sia collaborazione e si remi tutti nella stessa direzione, è indispensabile per il futuro e per le nuove generazioni. Ha auspicato che ci sia soddisfazione nel mondo della scuola e che si trovino punti di incontro. Un’altra consigliera di maggioranza ha parlato del dibattito avviato dal ddl in aula come interessante; un consigliere del misto ha invitato tutti a non dare messaggi errati che creano aspettative che vengono deluse, ha anticipato voto contrario, ma ha detto al proponente di apprezzare il lavoro svolto sulla scuola.
Dalla minoranza è stata annunciata astensione: un consigliere ha parlato dell’obiettivo di trovare una soluzione, una terza via che porti benessere e clima di serenità nel mondo della scuola. Un altro consigliere di opposizione ha affermato che le proposte non possono essere condivise, ma toccano temi che sono sul tavolo e sono deflagrati in seguito a una scelta politica precisa di questa maggioranza nella scorsa legislatura. Il voto di astensione, ha precisato, vuole far sì che sia chiaro a chi appartiene la responsabilità anche del conflitto. Un altro consigliere di minoranza ha indicato la presenza nel tema di due diritti fondamentali, la tutela del lavoro e il diritto a una corretta crescita e sviluppo psicofisico del minore, due interessi a copertura costituzionale che non possono essere tra loro antagonisti. Ha parlato di un ddl che ha il merito di toccare il punto ma che lo fa alimentando una dimensione divisiva e ha auspicato uno sforzo per mantenere un’apertura terza e attenta ai due poli della vicenda per portare coesione ed evitare antagonismi per prospettare soluzioni di sintesi.
Un’altra consigliera di minoranza ha risposto all’assessora che ha ringraziato per essersi scusata con l’Aula e le insegnanti presenti; normalmente, ha aggiunto, si chiede di posporre il punto. Ha affermato poi che è vero che è impossibile fare la rivoluzione in due mesi, ma è difficile capire cosa l’assessora abbia in mente per la scuola. Sulle ferie: la circolare è arrivata il 29 aprile nelle scuole e prevede paletti e restrizioni che riducono al minimo il numero delle dipendenti che possono usufruirne che si vedono comunque costrette a farlo ad agosto. Sui nidi la stessa consigliera ha dichiarato che la competenza ora sui Comuni non garantisce un’equa distribuzione territoriale del diritto di usufruire del nido per tutte le bambine e tutti i bambini: sarebbe il caso di capire se non sia fattibile destinare fondi ai Comuni destinati ai nidi facendo in modo che tutti i Comuni abbiano stessi costi e possibilità di accesso. Sulle aperture: la frattura creata dalla Giunta deve essere ricomposta dalla Giunta.
Ha risposto un consigliere di maggioranza parlando di un ddl che va in controtendenza, che addirittura vuole chiudere un mese prima, una volontà strumentale di riportare in aula un dibattito che ha monopolizzato la scorsa legislatura, un pretesto per poter discutere ancora una volta davanti alla propria platea della cosa. Le aperture di luglio, ha sottolineato lo stesso consigliere, hanno avuto una frequenza del 75% di bambini, in linea con gli altri mesi dell’anno: un servizio per 9.000 famiglie, non è uno sfizio.
Un altro consigliere di maggioranza ha riconosciuto al proponente una coerenza nella battaglia, ma ha parlato di demagogia: il mondo è cambiato, ha detto, lo sono le esigenze personali ed economiche e le istituzioni sono troppo lente nelle riforme. Queste ultime, ha rimarcato, si possono cambiare, ma se si rimane sempre con un modello che non evolve non si fa il bene di tutti. Ha ricordato come si chiese alle parti nella scorsa legislatura quale potesse essere una via alternativa.
Un altro consigliere di maggioranza ha detto di aver apprezzato l’atteggiamento dell’assessora che ha detto di star studiando delle risposte; è corretto attendere una risposta della Giunta rispetto alle problematiche che non si esauriscono affrontando un granello, perché con esso si aprono questioni a cascata. Non si può fare finta di nulla sulla richiesta di conciliazione delle famiglie, al centro deve essere l’interesse del bambino, ha concluso.
Il proponente del ddl ha risposto che parlare di demagogia è eccessivo, il ddl si basa su un modello che esiste e funziona, che dà frutti migliori sotto il profilo della natalità migliori di quelli visti in Trentino. Ha ricordato che nessuno ha copiato il modello Trentino, da Lampedusa al Brennero e da Ventimiglia a Basovizza nessuno ha copiato il modello trentino.
Si è poi votato: il ddl 4 è stato respinto con 1 sì, 19 no e 11 astensioni.

Val Caretta, sostenere le amministrazioni nel recupero della strada (trattazione sospesa in vista di un confronto)
Da tempo tra i comuni dell’Alta Valsugana e degli Altipiani Cimbri sono aperti confronti e discussioni sul progetto di ripristino della strada della Val Caretta, ha spiegato un consigliere di minoranza: la strada, realizzata a partire dal 1871 su un tracciato esistente fin dal XVII secolo, rappresenta un indiscutibile patrimonio storico non solo per quelle comunità ma per l’intero Trentino perché si sviluppa lungo un percorso suggestivo e panoramico con enormi potenzialità. Di qui la proposta di recupero dell’arteria stradale (chiusa nel 1960 in seguito ad un evento franoso e poi dimenticata) e la mozione del consigliere che impegna la Giunta a sostenere le amministrazioni comunali interessate e la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri nelle fasi progettuali volte al recupero della strada della Val Caretta e concordare con le amministrazioni coinvolte un cronoprogramma e un corrispondente sostegno finanziario che concretizzi il recupero della strada della Val Caretta.
Un consigliere di maggioranza ha parlato di un grande beneficio per la comunità che deriverebbe dal recupero della strada e ricordato che ci sarebbe un’associazione di volontariato di appassionati di bicicletta che sarebbe disponibile per la gestione.
Un consigliere di minoranza ha auspicato da parte della Giunta la volontà di sostenere questo progetto che recupera una strada che corre tra l’Alta Valsugana e gli altipiani cimbri in un’ottica turistica. Ha parlato di un progetto sostenibile, un recupero storico che per il consigliere ha senso anche nell’ottica del cicloturismo che vede il completamento da Trento della Valsugana dalla quale partirebbe la strada per gli altipiani cimbri. C’è poi in realizzazione la ciclabile tra Folgaria e Asiago, ha ricordato.
Un’altra consigliera di minoranza si è espressa a favore del recupero che va nell’ottica di rendere attrattivo il Trentino soprattutto per le attività sportive, quali l’e-bike: un’attività di grande interesse per gli autoctoni ma anche per i turisti, è un’opportunità recuperare ciò che in passato era fonte di comunicazione anche come modalità di divertimento.
Un consigliere del misto ha chiesto, sul metodo, la possibilità sulle mozioni di avere un parere della Giunta, parere espresso che è stato negativo. Il proponente della mozione non si è detto sorpreso sul no, si pensa a investire in Veneto che fa concorrenza agli impianti di Folgaria e Lavarone e la Provincia dice no a Lavarone e Luserna e a Caldonazzo. Si parla tanto di cicloturismo sulla ciclovia del Garda, ha aggiunto, ci sarà qualche briciola per questo progetto.
Nelle dichiarazioni di voto, il consigliere di maggioranza che si era espresso a favore parlando dell’interesse di un’associazione alla gestione della strada ha auspicato si possa trovare una mediazione con un dispositivo condiviso.
Voto favorevole annunciato da un consigliere dell’opposizione che ha parlato di un’idea sottesa di un nuovo modello di sviluppo, di un Trentino tutto turistico, collegato ad altre province e regioni. Un’altra consigliera di minoranza si è detta dispiaciuta della risposta negativa e ha parlato di un’occasione persa: il collegamento connetterebbe Valsugana con altipiani cimbri, è una strada antica. Colpisce invece, ha aggiunto, che si vogliano investire milioni sulla ciclovia del Garda che anche sui quotidiani nazionali vede prese di posizioni contrarie di diverse associazioni ed enti.
Su proposta di un consigliere di maggioranza con il parere favorevole del proponente e della Giunta il punto è stato posticipato in coda alla discussione, in vista di un confronto con la Giunta.

Determinazione delle rette di RSA attraverso il sistema Icef
La mozione a firma di cinque consiglieri di minoranza impegna la Giunta provinciale, in riferimento alla legge 16 del 2010, a valutare la possibilità di correlare la compartecipazione al costo delle prestazioni su posto negoziato di Rsa alla situazione economico-patrimoniale del nucleo familiare, graduandola attraverso l’Icef, a invarianza del finanziamento complessivo di posto letto per il gestore del servizio.
Una consigliera di minoranza ha anticipato voto favorevole e parlato di un atto che va nell’ottica di garantire equità e ridurre la forbice di diseguaglianza che deriva dalla questione economica. Una consigliera di maggioranza ha parlato di un’opzione su cui si può fare un ragionamento. Un consigliere del misto ha chiesto ancora il parere della Giunta.
L’assessore competente ha presentato un emendamento condiviso con la prima firmataria che sostituisce alle parole “a dare attuazione” le parole “a valutare la percorribilità delle modalità di attuazione del” e ricordato che nei prossimi anni si dovrà cercare di anticipare tematiche come queste: tra 20-30 anni la popolazione anziana sarà ancora maggiore e bisognerà pensare a come restituire a queste persone il giusto servizio. L’assessore ha detto di credere che si possano tenere in considerazione i contenuti della mozione emendata. Al termine del giro di ricognizione nelle Rsa in corso ha auspicato di riuscire a dare una risposta alle problematiche emerse anche in questo senso. Un impegno parziale rispetto al dispositivo originario, verio, ha precisato riferendosi al dispositivo emendato, ma comunque si conferma l’attenzione sul tema: è significativo porsi il tema, anche con un orizzonte largo di fronte ai reali e quotidiani problemi che affrontano coloro che gestiscono le persone anziane, una responsabilità della Giunta su cui si è augurato che il Consiglio provinciale si senta impegnato e su cui possa dare il giusto contributo.
Una consigliera di minoranza ha espresso apprezzamento per la proposta di mozione e parlato del timore che anche le Rsa possano diventare luoghi a cui possono accedere solo poche famiglie e non tutte: la mozione si muove nel senso di un’equità sociale, ben venga l’apertura dell’assessore a dire che ci sta lavorando e che arriverà presto in Commissione con proposte.
Un consigliere di maggioranza ha ricordato come le Rsa, con l’innalzamento dell’età media, si stanno avvicinando sempre più a una presenza di ospiti senza autosufficienza: in passato erano invece un luogo dove c’erano persone con capacità di relazione. Il tema della non-autosufficienza, ha detto, sarà cruciale. Bisogna cominciare per il consigliere a immaginare accanto alla previdenza complementare un nuovo pilastro sul tema assistenziale perché difficilmente tra 20-30 anni il sistema pubblico riuscirà a garantire risposta a tutti i bisogni che ancora oggi sembrano difficili da soddisfare. Nel breve, ha anticipato, qualche risposta arriverà in Consiglio provinciale o regionale.
Una consigliera di minoranza ha parlato di un tema importante: le famiglie non sono sempre in grado di sostenere le spese che devono sostenere e in questo senso graduare tramite l’Icef è essenziale. Ha richiamato poi l’attenzione sulla mancanza di personale nelle Rsa: si pone un eccessivo carico di lavoro posto su poche persone, un problema da non sottovalutare perché porta a demotivazione e a difficoltà nel mantenere il posto di lavoro. Ha chiesto spiegazioni sull’impegno generico previsto dall’emendamento: l’assessore ha precisato che l’impegno sul tema c’è, è forte e deve essere trasversale. Ha ricordato che il giro delle case di riposo è in corso (a metà) e che preferirebbe completarlo per poter fare un ragionamento organico.
Un consigliere di minoranza ha apprezzato l’apertura e l’impegno da parte dell’assessore. Ha poi parlato della carenza dei posti nelle Rsa: nel 1985 c’erano 4.000 posti letto negli ospedali, ora sono la metà, da qui deriva il numero dei posti mancanti nelle Rsa: una volta c’erano lungodegenze, geriatrie, le Rsa si sono trasformate il lungodegenze e i posti disponibili non sono sufficienti e il contratto del personale delle autonomie locali non è più adeguato alle mutate caratteristiche di una residenza sanitaria sostitutiva degli ospedali. Il contesto è cambiato e il modello, non più adeguato, va cambiato, ha concluso.
Una consigliera di maggioranza ha parlato di quello attuale come del momento di pianificare: bisogna affrontare i grandi temi. L’argomento che la mozione presenta, ha affermato, è uno dei grandi lavori che ci aspettano nella legislatura. Siamo già in emergenza, ha aggiunto, è il momento di iniziare a programmare, a lavorare a 360 gradi sulle esigenze delle famiglie in termini di servizi. Un consigliere del misto ha auspicato che l’assegno di cura non venga inserito nel calcolo per definire l’Icef. Ha ricordato come oggi l’accesso alle Rsa avvenga per graduatoria, si è domandato se con questa iniziativa l’accesso sarà condizionato anche dall’Icef: tante variabili da tenere in conto quando ci si incammina su questa strada, che è giusto tenere in considerazione, comunque facendo scelte oculate. Le famiglie mono rappresentate sono destinate a essere oggetto di attenzione del sociale, ha aggiunto. La proposta è interessante, ha concluso, va approfondita, ma a largo spettro, bisogna fare in modo che un intervento se verrà fatto non crei situazioni di disagio ulteriore o peggiore (il riferimento è stato alla diminuzione dei posti letto in ospedale). Un consigliere di maggioranza ha descritto come giusta la premessa, ha parlato di un tema da affrontare e ha ricordato che bisogna proseguire con equilibrio: l’obiettivo sono gli ottimi risultati in un ambito che va a determinare la qualità della vita.
I lavori proseguiranno nel pomeriggio con le repliche, le dichiarazioni di voto e la votazione sulla proposta di mozione.
Ultimo aggiornamento: 09/05/2024 14:22:56
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