MADONNA DI CAMPIGLIO (Trento) -
"La riforma della giustizia deve essere spiegata meglio", “La riforma della giustizia in Italia”, un tema attuale e importante, oggetto di accese discussioni, è stato il tema di un incontro importante e partecipato che si è tenuto a Madonna di Campiglio, presso la Sala della cultura.

L’iniziativa, promossa dall’associazione “
Montagne di Idee”, ha visto protagonisti il vice ministro della Giustizia
Francesco Paolo Sisto, l’ex procuratore della Repubblica di Milano ed ex presidente dell’ANM
Edmondo Bruti Liberati, e il giornalista
Paolo Colonnello. Dopo l'introduzione del direttore artistico della rassegna Montagne di Idee,
Gianmarco Imperiali, i saluti istituzionali del sindaco di Pinzolo,
Michele Cereghini, e del sindaco di Tre Ville,
Matteo Leonardi, il moderatore
Francesco Battigelli ha aperto l’incontro con una riflessione introduttiva.
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Oggi parliamo di giustizia al di là di codici e articoli di legge - ha detto Battigelli -
e quando si parla di giustizia si sparla spesso anche di politica. Una riforma della giustizia non è soltanto un tecnicismo, ma un tema cardine del patto costituzionale che tiene insieme lo Stato. Nel dibattito pubblico di questi mesi, la proposta di riforma costituzionale, in particolare quella relativa alla separazione delle carriere, ha suscitato reazioni forti e divergenti.
E a partire da queste diverse visioni abbiamo immaginato il dibattito di oggi per ascoltare, interrogare e comprendere".
Se per Paolo Colonnello "il racconto politico e mediatico della giustizia avviene con schemi polarizzati che non aiutano a capire ed è utile ripartire dall’articolo 104 della Costituzione per ricondurre il discorso ai principi», per Bruti Liberati «la riforma non rappresenta una vera separazione delle carriere, ma una ripartizione tra potere giudiziario ed esecutivo e ciò può introdurre una frattura nell’unità della giurisdizione. Va ricordato che, dopo la riforma Cartabia, il sistema è già stabilizzato: non esiste un via vai tra le funzioni, i passaggi sono meno di 20 l’anno sull’intero organico".
Per Sisto, invece, "la riforma è necessaria perché la fiducia nella magistratura è in calo costante. Non può essere che chi giudica sia lo stesso che accusa". In replica, Edmondo Bruti Liberati ha affermato: "Se davvero si perde ogni anno il 2% di fiducia, a questo punto dovremmo essere già sotto zero".
Nelle considerazioni finali, Colonnello ha sostenuto che "il rischio è che la percezione conti più della sostanza: se la riforma sarà letta come punitiva, potrà ridurre fiducia e credibilità; se sarà percepita come strumento di chiarezza, potrà invece rafforzare l’istituzione".
Per Bruti Liberati c’è, invece, "il rischio concreto di rendere la giustizia più vulnerabile e meno credibile agli occhi dei cittadini". Di parere divergente il senatore Francesco Paolo Sisto secondo il quale "la riforma non è un salto nel buio, ma un passo avanti nel nome della chiarezza istituzionale». «Prima di essere ripudiata da un referendum, la riforma dovrà essere meglio condivisa e spiegata", il messaggio ben evidenziato da Francesco Battigelli nella sintesi finale dell’incontro campigliano sulla giustizia.