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Giovedì 11 dicembre 2025
Prezzi del latte, Cia Lombardia avverte sulla crisi del Grana Padano
Si è concluso al Ministero dell’Agricoltura il tavolo nazionale sul prezzo del latte, che ha portato alla definizione di un accordo per il primo trimestre 2026: un valore medio di 53 centesimi al litro per i mesi di gennaio, febbraio e marzo, con una scansione rispettivamente di 54, 53 e 52 centesimi.
Per Cia Agricoltori Italiani Lombardia l’intesa è un passo necessario per garantire un minimo di stabilità al comparto, ma non basta. Il settore, infatti, è gravemente colpito dalla crisi del Grana Padano, con un crollo delle quotazioni che ha messo in forte difficoltà allevamenti e caseifici.
«Salutiamo positivamente l’accordo raggiunto oggi — dichiara Paolo Maccazzola, presidente di Cia Lombardia — perché in una fase così complessa era indispensabile dare una base minima di certezze agli allevatori per l’inizio del 2026. Tuttavia, il prezzo del latte non può essere discusso senza guardare con realismo alla drammatica situazione del Grana Padano, che sta affossando tutto il mercato».
Maccazzola sottolinea come, negli ultimi mesi, il comparto abbia subito una vera “gelata” dei valori, con un calo del prezzo del latte spot che in alcuni periodi è sceso sotto i 50 centesimi, anche a causa di un eccesso di produzione e di stock difficili da collocare.
«Il sistema sta vivendo uno squilibrio evidente — prosegue Maccazzola — e oggi più che mai occorre responsabilità da parte di tutti.
Non possiamo assistere ancora a produzioni che superano le quote assegnate, generando un aumento di scorte che il mercato non riesce ad assorbire. Gli allevatori non possono pagare il prezzo degli errori altrui».
Nel corso del tavolo, il Ministro ha confermato il sostegno alla promozione internazionale, anche attraverso la rete delle ambasciate e l’avvio di un coordinamento con ICE. Per Cia Lombardia si tratta di passi necessari ma non sufficienti.
«La domanda interna è ferma, l’export rallenta e la concorrenza internazionale cresce — osserva Maccazzola —. Non possiamo pensare che il settore si salvi da solo. Servono misure straordinarie: promozione strutturata all’estero, interventi per sostenere gli indigenti con prodotti italiani e un ruolo deciso delle Regioni, a partire dagli strumenti dello sviluppo rurale».
Il presidente di Cia Lombardia richiama l’attenzione sulla tenuta degli allevamenti, già gravati da aumenti dei costi produttivi e regole stringenti: «Gli allevatori lombardi stanno facendo tutto il possibile per mantenere qualità e benessere animale, ma non si può chiedere loro di sostenere a lungo un mercato che scarica a valle i suoi squilibri. Abbiamo bisogno di una filiera che lavori insieme, con responsabilità condivise e obiettivi chiari».
«L’accordo sul latte è un primo passo, non il punto di arrivo — conclude Maccazzola —. La Lombardia è il cuore produttivo del latte italiano e non può permettersi di perdere aziende. Ora serve una strategia comune che tenga insieme stabilità dei prezzi, equilibrio del mercato e tutela degli allevatori».
Ultimo aggiornamento:
11/12/2025 15:53:11