TRENTO -
“Chi ‘rimane’ in Cristo diventa uomo e donna di movimento perché intraprende il viaggio dell’incontro con l’altro e sperimenta nell’uscire da sé l’ossigeno della vita. Rimanete in questo amore e sarete preti di movimento, di quel vero muoversi che è proprio di Cristo!”. È una voce appassionata e a tratti commossa quella dell’
arcivescovo di
Trento Lauro Tisi, nel rivolgersi ai seminaristi trentini
Filippo Zanetti 27 anni,
Federico Mattivi 26 anni e al brasiliano
Valdinei Alves da Silva, religioso stimmatino di 37 anni, poco prima di imporre la mani sul loro capo, nel momento più intenso dell’ordinazione presbiterale.

Una grande festa, quella vissuta nelle due ore e mezza della Messa di ordinazione in cattedrale a Trento nel pomeriggio di ieri. Due vescovi emeriti concelebranti (monsignor
Bressan e il missionario
Mariano Manzana),
130 preti sul presbiterio per abbracciare i neo confratelli e navate piene di fedeli: i famigliari degli ordinati (compresa la mamma di Valdinei giunta dal Brasile), i sindaci e tanti rappresentanti dei paesi nativi di Darzo (Filippo) e Pergine (Federico) e delle comunità in cui hanno svolto servizio diaconale, Mori e Villazzano-Povo. Ma anche le delegazioni dei luoghi in cui hanno fatto formazione, come i giovani della Caritas di Senigallia e del Sermig di Torino.
A presentare i tre giovani all’Arcivescovo, per attestarne l’idoneità all’ordinazione, il rettore del seminario
don Tiziano Telch e il formatore degli stimmatini
padre Livio Guerra, accanto al Provinciale della Provincia brasiliana
padre Jordelio.
L’amore come dono di Dio
L’omelia dell’arcivescovo Lauro si è aperta con le parole del Vangelo
: “Come il Padre ha amato me anch’io ho amato voi”. Da subito monsignor Tisi ha ricordato che l’amore non è frutto dello sforzo umano, ma dono che viene da Dio. “Non si tratta di un sentimento vago, ha sottolineato l’Arcivescovo, ma di un volto concreto: quello di Cristo, che nella sua umanità ha introdotto un amore gratuito, capace di arrivare fino alla fine, di chiamare “amico” persino chi tradisce”. Questo per monsignor Tisi fa “c’è ancora futuro per il mondo anche in un tempo segnato da violenza, odio e vendetta”.
Raccontare l’amore che cambia la vita
Don Lauro ha quindi esortato i presenti a raccontare l’amore di Gesù, un amore che cambia la vita.
“Se siete qui oggi è perché fin da adolescenti avete sentito il fascino per Gesù Cristo che vi ha conquistato il cuore”. È un miracolo, ha spiegato l’arcivescovo, e va contemplato: non teoria astratta, ma incontro reale.
Per questo ha ringraziato i candidati all’ordinazione: “Grazie per aver lasciato entrare lo Spirito in voi per consegnarvi l’amore innovativo di Dio”.
“Coraggio! È possibile passare dalla morte alla vita”
Con voce ferma, monsignor Tisi ha spronato i tre e l’assemblea, compresa quella collegata via streaming e in TV: “Coraggio! È possibile amare il Cristo Risorto che fa meraviglie ed è possibile passare dalla morte alla vita, amando i fratelli”. L’intera vocazione, ha ribadito, è un’interpretazione della vita che ha in Cristo il suo centro.
Il verbo decisivo: rimanere
Poi l’arcivescovo si è rivolto direttamente a Filippo, Federico e Valdinei, indicando loro un verbo decisivo: “rimanere”. In apparenza indica staticità, ha spiegato don Lauro, mentre in Cristo questo verbo significa movimento e vita. “Chi rimane nel Cristo diventa uomo e donna di movimento perché intraprende il viaggio dell’incontro con l’altro e sperimenta nell’uscire da sé l’ossigeno della vita. Rimanete in questo amore e sarete preti di movimento, di quel vero muoversi che è proprio di Cristo!”
La bellezza dei sacramenti
Monsignor Tisi ha quindi richiamato la bellezza dei sacramenti, che saranno affidati ai nuovi presbiteri: “Vorrei raccontarvi la bellezza dei sacramenti, di quel convocarsi domenicale gratuito per ascoltare una Parola che non conosce usura e spezzare il pane della vita per poi diventare fraterni”. La comunità riunita la domenica, ha ricordato l’Arcivescovo, è ancora oggi un segno meraviglioso: “la Parola che scalda il cuore, il Pane che genera fraternità”.
Frequentare l’umano in tutte le sue dimensioni
Questa dinamica, ha aggiunto don Lauro, abbraccia l’umano per intero: “Nella dinamica sacramentale entra tutto l’umano: il nascere, il soffrire, il morire, le scelte di vita, l’errore e la riconciliazione”. Per questo, ha detto l’arcivescovo, il miglior viatico per il ministero è imparare a “frequentare l’umano in tutte le sue dimensioni”.
Un appello alle comunità
Infine, monsignor Tisi ha rivolto un appello alle comunità: mentre vivono la gioia di questi fratelli che si donano, sono chiamate a riscoprire “la bellezza del convocarsi, del frequentare la Parola, la bellezza di questi gesti sacramentali che contengono l’elisir di lunga vita, contengono futuro”. È urgente, ha insistito l’Arcivescovo, “alzare la qualità della frequentazione della Parola, alzare la qualità del nostro celebrare domenicale”, per poter generare uomini e donne disposti al servizio del Regno.
Le prime Messe dei nuovi sacerdoti
Domenica 14 settembre i tre nuovi preti celebreranno la loro prima Messa nelle rispettive comunità di origine o d’adozione:
Don Filippo Zanetti nella chiesa parrocchiale di Darzo alle ore 10.30
Don Federico Mattivi nella chiesa parrocchiale di Pergine Valsugana alle ore 15
Padre Valdinei Alves da Silva a Trento nella chiesa dello Sposalizio alle ore 10
I prossimi incarichi pastorali
I nuovi preti diocesani Federico e Filippo continueranno il loro ministero nelle comunità dove hanno prestato servizio come diaconi, rispettivamente a Povo-Villazzano e a Mori. Il religioso Valdinei è stato invece destinato a Roma, nella parrocchia di Santa Croce al Flaminio, affidata alla cura pastorale dei Bertoniani e dove seguirà l’oratorio.