Ciò è avvenuto nonostante la preoccupazione per il disagio giovanile e l’importanza dell’attività fisica durante la pandemia dovuta al virus SARS-CoV-2 sia stata oggetto di costante preoccupazione da parte di numerose istituzioni, sia pubbliche che private.
Gli studi condotti negli scorsi mesi hanno dimostrato che esiste una situazione di “malessere generalizzato” diffuso a causa delle misure restrittive che hanno costretto i ragazzi al confinamento sociale e ad una sostanziale riduzione dell’attività fisica e di socializzazione. Le conseguenze sono evidenti sentimenti diffusi di ansia, tristezza e disagio, ai quali l’impossibilità di praticare sport e attività fisica aggiunge maggiore livelli d'irascibilità e apatia.
Le misure dettate per il contenimento dell’emergenza Covid-19 in ambito sportivo si applicano ad una fascia di popolazione estremamente ampia, comprendendo tutti coloro che abbiano più di dodici anni, con evidenti ricadute su soggetti di età diverse. In particolare, il benessere psico-fisico dei giovani e adolescenti tra i 12 e i 19 anni rischia di essere fortemente compromesso, dal momento che in molti si troveranno a non poter svolgere regolarmente attività sportiva. Il rischio è quindi che – a fronte di un miglioramento sensibile e generalizzato per quanto riguarda l’emergenza dovuta al virus SARS-CoV-2 – si continuino ad applicare protocolli dalla difficile comprensione che finiscono per spaventare, disorientare e ghettizzare, nonché per creare un danno nei confronti dei giovani sportivi che svolgono la loro attività a livello agonistico/professionale. Per questo motivo, questa mattina ho depositato un’interrogazione per chiedere alla Giunta provinciale se essa intenda confrontarsi con il Governo Italiano per valutare la possibilità di allentare le restrizioni circa il possesso della certificazione verde Covid-19 per garantire ai ragazzi sopra i dodici anni la possibilità di poter svolgere attività sportiva", la consigliera provinciale Katia Rossato, gruppo consiliare Fratelli d’Italia