TRENTO - Si anima il dibattito sull'autonomia in Trentino."
Autonomia e democrazia non sono in conflitto".
Più Democrazia in Trentino, tramite
Alex Marini e
Stefano Longano, estensori della memoria ammessa dalla Corte costituzionale nel giudizio sulla rimozione del limite dei due mandati per il Presidente della Provincia di Trento, interviene nel confronto in atto in Trentino.
Secondo l’associazione, attribuire oggi particolare rilievo alle tesi del professor Cosulich - smentite dalla decisione della Corte – significa ignorare che il nodo centrale non è la presunta erosione dell’autonomia, ma la tutela dei principi democratici fondamentali.
"Autonomia senza solide garanzie democratiche non è autonomia: è autarchia", dichiarano
Marini e
Longano.
Le sentenze della Consulta possono essere sicuramente criticate. Ma deve essere fatto nel merito, e qui il merito è incontrovertibile e in linea con gli standard internazionali per organi democratici.
Apostrofarla come "burocrazia giudiziaria" mostra solo l'incapacità di discutere il merito e il patetico tentativo di darne una definizione squalificante, ma che squalifica piuttosto il rispetto delle istituzioni democratiche di chi lo fa.
L’associazione mette in evidenza anche l’assenza di un reale dibattito istituzionale sulla forma di governo provinciale: «In Commissione non sono state svolte audizioni, analisi comparative né consultazioni con la società civile. Non si può invocare la complessità della materia e, allo stesso tempo, evitare ogni approfondimento».
Critiche anche alla posizione del Patt sul sistema proporzionale: "Un proporzionale “non puro” è un maggioritario mascherato. Se l’obiettivo è rafforzare pluralismo e ruolo del Consiglio, serve coerenza e non scorciatoie confezionate per l’esecutivo", dicono Marini e Longano.
Più Democrazia ribadisce la necessità di avviare una consultazione pubblica sulla forma di governo provinciale e comunale, come risposta strutturale alla crisi di fiducia nelle istituzioni rappresentative. Nella memoria amicus curiae ammessa dalla Corte, l’associazione ha già illustrato criticità e, di riflesso, possibili soluzioni, incluso il modello direttoriale, che separa realmente poteri e responsabilità.
"Se il PATT vuole discutere seriamente di riforme, inizi coinvolgendo i cittadini e non cercando correttivi funzionali al mantenimento del potere esecutivo. L’autonomia si difende rafforzandone la qualità democratica, non restringendo gli spazi del pluralismo", concludono Marini e Longano, Più Democrazia in Trentino conferma la propria disponibilità a un confronto pubblico su tutti i temi indicati.