TRENTO - È stato approvato all’unanimità il Bilancio di previsione del Consiglio provinciale. La discussione che ha preceduto il voto si è concentrata soprattutto su ruolo politico del Consiglio, imparzialità del presidente e comunicazione istituzionale.
Paola Demagri ha chiesto più investimenti su personale e processi interni e una presenza del presidente sempre a nome di tutto il Consiglio.
Mariachiara Franzoia ha sottolineato l’importanza del personale, il lavoro degli organismi di garanzia e la necessità di rafforzare la visibilità del Consiglio.
Roberto Stanchina ha criticato l’assenza della Giunta in aula e chiesto una gestione più efficace dei lavori e una comunicazione più moderna.
Christian Girardi ha invitato a innovare il funzionamento del Consiglio mantenendone la tradizione, citando “Conosciamo Autonomia” come esempio positivo.
Francesco Valduga ha sollevato dubbi sull’imparzialità del presidente Soini e sulla sua “eccessiva” partecipazione agli eventi, e chiesto una comunicazione più completa e un ufficio tecnico indipendente per il bilancio.
Lucia Maestri ha richiamato la debolezza dell’autonomia legislativa del Consiglio rispetto alla Giunta e criticato la gestione della procedura d’urgenza e la comunicazione istituzionale.
Michela Calzà ha valorizzato “Conosciamo Autonomia” e chiesto spazi informativi paritari per tutti i consiglieri.
Filippo Degasperi ha sollevato questioni operative: verbali più tempestivi, meno “oscuramenti” nella pubblicazione delle interrogazioni, risposte puntuali e uso più prudente dell’urgenza.
Claudio Cia e
Luca Guglielmi hanno difeso l’operato di Soini, apprezzandone la presenza sul territorio e il ruolo rappresentativo. Dopo gli interventi e la replica del presidente, l’aula ha quindi votato il bilancio
all’unanimità.
TUTTI I DETTAGLI
Il presidente Soini ha presentato i contenuti del bilancio di previsione del Consiglio che, per il 2026, prevede uno stanziamento di 12 milioni 401 mila euro. La Provincia dovrà integrare i trasferimenti con 300 mila euro. Ma, ha precisato il Presidente “la richiesta di un’integrazione dei trasferimenti provinciali non deriva da uno squilibrio di gestione, bensì da una necessità di natura esclusivamente contabile. Sebbene anche per il 2025 si preveda un avanzo di amministrazione in linea con quello dell’anno precedente, tali risorse potranno essere utilizzate solo dopo l’approvazione del rendiconto, e dunque in sede di assestamento di bilancio 2026. In questa fase, invece, è richiesto che le spese obbligatorie dell’intero esercizio — in particolare quelle relative al personale, ai contratti annuali e pluriennali e ai fondi di riserva — risultino già integralmente coperte a bilancio. Per tale motivo, si rende necessario prevedere fin d’ora un’integrazione dei trasferimenti provinciali, che sarà poi compensata in sede di assestamento mediante l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione disponibile”.
Il personale, la voce di spesa più corposa
Come negli anni scorsi la voce di spesa più importante è quella che riguarda il personale (53,33% del totale, cioè 6 milioni e 381 mila euro) e proseguendo il consolidamento dell’organico di Palazzo Trentini per il 2026 è previsto un aumento di 230 mila 842 euro dovuto principalmente agli aumenti contrattuali. Poi ci sono 51 mila euro in più per i rimborsi e le indennità degli organismi autonomi del Consiglio: 19 mila 400 euro per l’adeguamento delle indennità, legate a quelle dei consiglieri regionali, del Difensore civico, del Garante dei detenuti e di quello dei minori. Un aumento di 7.500 euro è previsto anche per il Consigliere di parità. Inoltre nel corso del 2025 l’Ufficio di Presidenza ha attribuito alla vice consigliera di parità il compito di affiancare il Consigliere nelle sue attività, riconoscendole un’indennità pari al 50% di quella del titolare. Ciò comporta comporta un incremento di spesa di 25.000 euro.
Un bilancio sano per un Consiglio in salute
Il Presidente Soini ha affermato che si tratta di un bilancio sano per un Consiglio in salute e ha aggiunto che si tratta di “una proposta di bilancio con i conti in ordine e orientata al risultato: un risultato da conseguire attraverso obiettivi chiari e azioni coerenti. Investire e risparmiare sono due principi fondamentali della buona amministrazione, ma assumono valore solo se finalizzati a uno scopo preciso”. La prima delle tre direttrici principali riguarda l’autonomia legislativa. “Un obiettivo - ha affermato – che la nostra istituzione persegue è il rafforzamento e la tutela dell’autonomia speciale, in particolare sul piano legislativo. In questa prospettiva, stiamo proseguendo con convinzione su più fronti: – investendo sul personale e sulle competenze interne; promuovendo la digitalizzazione insieme a una razionale riorganizzazione del lavoro e al perfezionamento dell’interoperabilità dei sistemi; aggiornando regole e procedure decisionali; e coltivando un approfondimento culturale dell’autonomia, in un clima di unità e leale collaborazione con le altre istituzioni”. Tra le azioni più rilevanti, ha detto ancora il Presidente, quella relativa al consolidamento del personale anche per permettere al Consiglio di trovarsi pronto di fronte all’auspicato ripristino delle competenze statutarie. Per questo nel corso del 2025 sono state assunte 11 persone.
Palazzo Trentini, lavori per renderlo sempre più la casa dei trentini
Soini ha poi toccato il capitolo che riguarda Palazzo Trentini come trasparente casa dell’Autonomia. “Palazzo Trentini – ha detto il Presidente - merita di essere curato e valorizzato. In questa direzione si muovono gli investimenti programmati per la riqualificazione delle sedi del Consiglio provinciale, a quarant’anni dal restauro di Palazzo Trentini e dopo i recenti interventi su Palazzo Nicolodi. I lavori, che verranno avviati nel corso del prossimo anno, mirano a preservare l’identità architettonica e storica degli edifici, migliorandone l’efficienza e garantendone una più ampia accessibilità e inclusione, anche per le persone con disabilità. Particolare attenzione sarà dedicata alla facciata di Palazzo Nicolodi su via Torre Verde, con un progetto di illuminazione e segnaletica che ne valorizzerà l’aspetto e contribuirà a rendere più sicura e vivibile l’area circostante.
Tra le opere previste, la realizzazione di una bussola d’ingresso in vetro trasparente nell’atrio che consentirà di lasciare aperto il portone durante il giorno, favorendo una maggiore accoglienza e visibilità verso la cittadinanza”. Un luogo quindi dove ogni cittadino deve sentirsi libero di entrare e avvicinarsi alle istituzioni. Anche per questo – ha continuato Soini – nell’anno che si sta chiudendo si è intensificata la missione culturale del Palazzo basti pensare alla mostra per il 60° anniversario di Anffas Trentino,
“Dalle origini – Paesaggi interiori”, ospitata in Sala Aurora, con le opere degli artisti dei laboratori Articà; alla rassegna estiva “Monti Trentini”, dedicata ai 40 anni dalla tragedia di Stava, che ha proposto un intenso percorso di riflessione sulla montagna e sulla responsabilità ambientale; e l’attuale installazione “Horror Drinks”, che attraverso il linguaggio del fumetto affronta il tema della sicurezza stradale, invitando a riflettere sulle conseguenze, spesso drammatiche, dei comportamenti scorretti alla guida. Importante, inoltre, il secondo capitolo della mostra dedicata ad Alcide De Gasperi,
“Album Trentino”. La mostra, come la precedente edizione, ha già intrapreso il suo percorso itinerante sul territorio. Il Presidente nella sua relazione si è poi soffermato su Conosciamo Autonomia che, ha ricordato, si conferma un’iniziativa di successo: nell’anno scolastico concluso a giugno abbiamo coinvolto oltre 10.000 studenti, con adesioni in costante crescita e una partecipazione sempre più attiva delle scuole del territorio. Inoltre, rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri, le nuove brochure di
Conosciamo Autonomia sono in fase di stampa e sono state pensate per accompagnare la crescita dello studente, con percorsi che coprono tutte le fasce d’età e propongono un livello di approfondimento progressivo.
L’impegno per avvicinare il Consiglio ai cittadini
Claudio Soini ha concluso la sua relazione affermando che “come Presidente, mi sono impegnato fin dall’inizio perché il Consiglio provinciale sia conosciuto, riconosciuto e avvicinato dai cittadini.
La trasparenza e l’apertura devono rappresentare un obiettivo non solo interno, ma anche esterno: il Consiglio deve continuare a essere un punto di incontro tra le istituzioni e la comunità trentina. Un percorso che conferma la volontà di costruire un legame reciproco: i territori che arrivano in Consiglio - nei prossimi mesi ospiteremo una seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali e una dedicata alle minoranze linguistiche. Ma, al tempo stesso, il Consiglio che arriva nei territori. Penso in particolare alla seduta straordinaria alla Campana dei Caduti, lo scorso 21 ottobre, in occasione del Centenario di Maria Dolens.
Come ho avuto modo di ricordare nella Giornata dell’Autonomia del 5 settembre, - ha concluso - la nostra Autonomia vive di responsabilità condivisa, di un’alleanza continua con il territorio, che intendiamo coltivare con coerenza e convinzione”.
Paola Demagri (Casa autonomia), che fa parte dell’Ufficio di presidenza, ha detto che in quella sede il bilancio è stato approvato non a cuor leggero, ma al contrario con responsabilità, mettendo in primo piano la necessità di investire nelle persone, nei processi e negli ambiti che fanno riferimento al Consiglio. La consigliera ha sottolineato l’importanza per i consiglieri di avere supporti professionali validi che comunque sono ben diversi, in termini quantitativi, da quelli a disposizione della Giunta. Bene, per Demagri, la crescita di Conosciamo Autonomia anche perché rappresenta un mezzo per avvicinare i ragazzi e i loro genitori. Infine, ha chiesto che la conoscenza sul territorio del Consiglio deve essere un impegno non solo del Presidente ma di tutti i consiglieri. E ha chiesto che la presenza del Presidente sia fatta a nome di tutto il Consiglio.
La vicepresidente Mariachiara Franzoia (Pd del Trentino) ha evidenziato vari aspetti del documento, «mettendo in luce luci e ombre, gli elementi che secondo la mia sensibilità appaiono più salienti». Ha definito il personale «la colonna portante della struttura», sottolineando come qualità e quantità delle risorse umane rappresentino uno dei principali indicatori dello stato di salute dell’ente. In questo quadro, ha richiamato la scarsa attrattività del settore pubblico e la complessità delle norme, ricordando che «il Consiglio provinciale è una struttura numericamente piccola rispetto al gigante provinciale, ma non sfugge alla complessità dei problemi che deve affrontare». Franzoia ha rimarcato il lavoro svolto dall’Ufficio di Presidenza per integrare il personale e adeguare i contratti, e il forte impegno della struttura sui fronti della trasparenza e della digitalizzazione, «temi che non possiamo evitare e non possiamo subire». Grazie alle competenze tecniche interne ed esterne, ha aggiunto, la tecnologia sta diventando uno strumento per facilitare il rapporto tra cittadini e istituzioni, e ciò trova riscontro anche nel bilancio. Ha quindi ricordato il lavoro «costante e di qualità» dei vari organismi, citando in particolare la Commissione Pari Opportunità e le sue attività con associazioni, scuole e carcere sui temi della sicurezza e della cultura. Ha menzionato poi il Forum dei Diritti e della Pace, richiamando la seduta alla Campana dei Caduti, e ha elencato gli altri organismi: Autorità per le minoranze, Difensore civico, Corecom, Consiglieri di parità, Garante dei diritti dei detenuti, Garante dei diritti dei minori. Franzoia si è soffermata anche sul tema della comunicazione, richiamando gli stimoli e i cambiamenti radicali degli ultimi anni, in particolare il ruolo dei social media, un ambito che – ha detto – dovrà essere affrontato con decisione. Ha poi riflettuto sul ruolo del Consiglio, «spesso in ombra rispetto alla Giunta». «Ho avuto io stessa la sensazione che qualcuno consideri il lavoro del Consiglio come qualcosa di scomodo, quando si chiedono interruzioni per cercare mediazioni o semplicemente quando si chiede di rispettare le regole». Da qui l’appello a lavorare maggiormente sul tema della fiducia dei cittadini. In chiusura, ha sottolineato l’importanza del progetto “Conosciamo Autonomia”, definendolo un elemento fondamentale per diffondere la conoscenza dell’autonomia trentina.
Roberto Stanchina (Campobase) ha sottolineato il clima di trasparenza e condivisione che caratterizza i lavori dell’Ufficio di Presidenza: «Questo è un grandissimo valore aggiunto», ha affermato, ringraziando i tecnici che operano a supporto dell’organo. Ha poi espresso una critica esplicita riguardo alla scarsa presenza della Giunta e di numerosi membri della maggioranza in aula (presenti soltanto l’assessore Zanotelli, il vicepresidente Spinelli e cinque consiglieri di maggioranza). «Credo che questo aspetto necessiti, da parte di tutti, una presa di responsabilità e di coscienza», ha affermato, richiamando il tema della bassa affluenza alle recenti elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia: «Indipendentemente da vincitori e vinti, dobbiamo porci il problema dell’affluenza. E dobbiamo capire che la presenza in quest’aula è importante». Passando al tema del Bilancio, senza soffermarsi sulle cifre, Stanchina ha richiamato l’attenzione sulla gestione degli eventi istituzionali, citando il caso dell’evento Melinda: «Non è possibile che tutto il Consiglio, e anche il suo presidente, siano stati ignorati. So che alcuni consiglieri si sono personalmente prodigati recandosi all’evento, ma non è questo il metodo. C’erano più di duemila invitati». Ha ricordato di aver chiesto più volte un metodo di gestione dell’aula più funzionale, con meno tempi morti e un focus maggiore sulla votazione dei dispositivi. Riguardo all’Ufficio stampa, ha auspicato l’uso di nuovi mezzi di comunicazione per ottenere maggiore immediatezza e per riportare in modo integrale ciò che viene detto nelle varie Commissioni.
Chistian Girardi (La Civica) ha colto l’occasione per fare il punto su come vanno i lavori all’interno dell’Ufficio di Presidenza, ringraziando il presidente Soini per lo spazio che lascia a tutti i membri. “Il ruolo che si interpreta all’interno dell’organo è anche quello di formulare delle proposte che vadano a migliorare il sistema del Consiglio provinciale. “Si è sempre fatto così”, ha detto citando quanto detto dal nuovo parroco di Mezzolombardo “è una cosa che non accetto”. “Essere conservatore non significa bloccare il mondo a duecento anni fa ma, con il massimo rispetto dell’ente, della storia e della tradizione, cercare di innovare con la delicatezza che serve per renderlo attuale e vicino ai cittadini. Questo è quello che dobbiamo fare anche nei prossimi mesi, con tutta la delicatezza che serve per preservare questa istituzione ma andando nella direzione di avvicinarla ai cittadini e percepita vicina ai cittadini. E in questo è un esempio quello che è stato fatto con Conosciamo Autonomia, soprattutto nei confronti dei ragazzi”. Preservare da un lato e rendere attuale dall’altro.
Francesco Valduga (Campobase) ha aperto il suo intervento ricordando che «la discussione sul Bilancio non è solo un momento per guardare i numeri, ma anche per fare qualche considerazione politica», rivolgendosi direttamente al presidente Soini. Dopo due anni di legislatura, ha detto, «dopo il vediamo del primo anno, è il momento del valutiamo». Richiamando il suo ruolo di Garante delle minoranze, Valduga ha spiegato che la sua valutazione non può prescindere dalle perplessità manifestate sin dall’elezione del presidente: la difficoltà, a suo giudizio, di immaginare totalmente indipendente dal presidente Fugatti «chi è stato eletto nella lista di Fugatti». Ha ricostruito le vicende che avevano portato all’elezione di Soini alla presidenza dell’aula, ricordando il ruolo del PATT e la nomina del segretario del partito in Giunta. In alcuni momenti, ha affermato, Soini «ha dimostrato effettivamente di essere di parte più che trasversale».
Valduga ha indicato come primo elemento di rilievo la gestione del tema del terzo mandato e la modalità con cui è stata portata avanti la cosiddetta legge Bisesti, definita «un blitz che ha portato a tutto quello che abbiamo visto». Essere imparziali, ha ammonito, «non vuol dire semplicemente non intervenire in aula»: esistono momenti in cui il presidente deve intervenire per fare sintesi, e altri in cui non dovrebbe. Ha ricordato la mozione sulla Palestina, su cui si era registrata convergenza e sulla quale Soini non era intervenuto; mentre, nella stessa seduta, su una mozione di Biada e Demagri relativa ai dossi rallentatori, il presidente era intervenuto «tradendo la sua formazione e la sua aspirazione all’operatività». «Ma questo non vuol dire essere l’ottavo assessore della Giunta», ha precisato Valduga. Un altro punto critico riguarda la rappresentanza fuori dall’aula. Il presidente, secondo Valduga, dovrebbe rappresentare l’istituzione nei momenti alti — come il 5 settembre, il 4 novembre o la festa del mondo contadino a Storo. Ma in altri contesti più operativi e legati alla Giunta o alle comunità locali, «il suo ruolo non è diverso da quello degli altri 34 consiglieri». Il rischio, ha detto, è «che passi l’idea che è lì per rappresentare la Giunta quando non c’è», travisando così la funzione della Presidenza. Valduga ha richiamato un’espressione raccolta nei colloqui con la dirigenza: «Io non ho una maggioranza o una minoranza, ma trentacinque consiglieri provinciali». Questa, ha detto, è la capacità che chiede al presidente: rappresentare tutti. Il consigliere ha poi avanzato due richieste operative. La prima riguarda la comunicazione: i progetti del Consiglio, come le mostre, richiedono grande impegno nella progettazione, ma occorrerebbe investire anche in nuove modalità comunicative. Le sintesi dei lavori delle Commissioni, secondo Valduga, «sono troppo stringate» e il lavoro dei consiglieri non emerge: i quotidiani si appiattiscono sui comunicati e i resoconti non restituiscono la ricchezza delle discussioni. «Mi aspetto che lei sia attento a un modo di comunicazione che riguarda tutti noi, e non solo quello che dice lei o la Giunta».
Il secondo punto riguarda la possibilità di creare un ufficio indipendente per l’analisi del Bilancio. La minoranza, ha spiegato, dispone di molti meno dati della maggioranza: sebbene possa contribuire con idee, pensiero e controllo, lo potrebbe fare «in modo più puntuale» avendo un supporto tecnico autonomo. Valduga ha chiuso il suo intervento con un invito diretto a Soini: «Per dimostrarci che è all’altezza del suo ruolo, o che è entrato pienamente nel suo ruolo e che merita la nostra fiducia, almeno su questi due elementi cerchi di battere un colpo e darci qualche risposta».
La consigliera Lucia Maestri (Pd del Trentino) ha affermato che il passaggio del Bilancio in Consiglio dovrebbe assumere un carattere più marcatamente politico. «Scorrendo la relazione e leggendo le poste del Bilancio», ha osservato, «ritroviamo autonomia finanziaria rispetto alla Giunta – com’è giusto che sia –, dotazione d’organico e autonomia legislativa». Spostando l’attenzione sui rapporti istituzionali, Maestri ha chiesto: «Quale garanzia d’autonomia legislativa abbiamo nei confronti della Giunta?». Le considerazioni di Valduga, ha aggiunto, riflettono una autonomia claudicante del Consiglio rispetto all’esecutivo. Ha quindi descritto il percorso emotivo e politico di molti consiglieri: l’ingresso in aula con entusiasmo, la consapevolezza di rappresentare tutto il Trentino e la speranza di poter incidere davvero. Poi, progressivamente, il disinnamoramento, la delega, la tendenza a «lasciar fare al comandante», cioè al presidente della Giunta. Una deriva che qualcuno attribuisce al metodo dell’elezione diretta, che porta la maggioranza ad avere il «pollice sempre alzato» e il Consiglio a non riuscire più a «alzare la testa». Secondo Maestri, gli atti della Giunta vengono fagocitati e il Consiglio finisce per essere piegato alle decisioni del Governo provinciale. Su questo, ha detto, si deve lavorare, e anche il presidente ha una responsabilità. Maestri ha ricordato la procedura d’urgenza sul provvedimento relativo al terzo mandato: «Lei ha avvallato una procedura poco accettabile e poco gestibile». Quello scivolone, unito al voto favorevole, «ci ha fatto capire che non è esattamente – o comunque non sempre – l’arbitro imparziale». Ha criticato anche la chiusura del dibattito in aula quando era arrivata la sentenza della Corte costituzionale sul tema: «Capisco le procedure regolamentari, ma il regolamento non può esimerci dalle discussioni politiche». Maestri ha sostenuto che si è persa la prospettiva della Provincia come ente politico di governo, trasformata progressivamente in un grande consiglio comunale dilatato, più concentrato sulla gestione amministrativa che sull’elaborazione politica. «Stiamo man mano rinunciando a questo luogo di parlamento – ha detto – forse perché sovrastati dalla percezione che un parlamento non sia necessario di fronte a una Giunta che fa capire, anche alla maggioranza, che potrebbe vivere da sola». Riferendosi all’attività in aula, ma anche a episodi esterni, Maestri ha sottolineato che il Consiglio è il luogo principe dell’agire politico. In questo senso ha definito uno «svilimento del Consiglio» quanto accaduto in occasione del trentesimo dell’Euregio: «Ci sono andati solo i volonterosi che lo sapevano o che si sono iscritti. L’Euregio è espressione del Consiglio provinciale. Anche lì abbiamo capitolato». La consigliera ha affrontato anche il tema della comunicazione istituzionale, affermando che il sito del Consiglio «non può essere l’house organ del presidente». Ha chiesto maggior equilibrio nella rappresentazione delle voci di tutti i consiglieri, non solo della Giunta ed ha parlato di una sorta di censura delle voci di minoranza. Ha infine sollecitato i membri dell’Ufficio di Presidenza ad essere «maggior pungolo», affinché il Consiglio recuperi pienamente il proprio ruolo politico e istituzionale.
La consigliera Michela Calzà (Pd del Trentino) ha espresso un giudizio positivo sul progetto “Conosciamo Autonomia”, sottolineandone il valore formativo per ragazze e ragazzi e, indirettamente, per le loro famiglie. «Il progetto riesce a mettere in relazione le studentesse e gli studenti con il cuore delle istituzioni trentine e permette di far conoscere il lavoro dei consiglieri», ha affermato, evidenziando come tale percorso rafforzi il senso civico e la conoscenza dell’Autonomia, «che è patrimonio di tutti». Rivolgendosi al tema della comunicazione istituzionale, Calzà ha ringraziato il team dell’Ufficio stampa: «Comunicare non è un accessorio, è una necessità. È attraverso l’Ufficio stampa che riusciamo a far arrivare le nostre proposte, le nostre voci». Proprio per questo, ha aggiunto, occorre compiere un ulteriore passo: garantire a tutti i consiglieri la possibilità di far giungere le proprie proposte e attività all’esterno. Ha ricordato che in altri Consigli regionali esistono spazi informativi paritari per comunicati e attività, sia per la maggioranza sia per la minoranza. «Il pluralismo non è un lusso – ha detto – la par condicio istituzionale è una condizione democratica». Calzà ha concluso richiamando il significato dell’elezione del presidente del Consiglio con i voti dei due terzi dell’aula, un riconoscimento che ne definisce il ruolo super partes. Questa funzione di garanzia, ha sottolineato, implica una rappresentanza per tutti i consiglieri, non solo all’interno dell’aula, ma anche nelle occasioni esterne, «ricordando che è la funzione prima di questo Consiglio».
IIl consigliere Filippo Degasperi ha iniziato ringraziando il personale del Consiglio, per poi sottoporre all’aula alcune questioni operative e politiche. Degasperi ha evidenziato che i verbali dovrebbero essere uno strumento di servizio immediato per i consiglieri:
«Se si trovasse il modo di mettere a disposizione in tempo reale ciò che viene detto, potrebbe diventare un vero strumento di lavoro». Ha poi sollevato il tema del lavoro dell’Ufficio legislativo, chiedendo che non sia solo critico, ma anche propositivo, così da supportare in maniera più completa l’attività dei consiglieri nella produzione normativa. Degasperi ha espresso perplessità sulle numerose parti oscurate nelle interrogazioni pubblicate online:
«Capisco le motivazioni normative e la privacy, ma vedo sempre più coperture. Una volta erano molto meno ampie». Ha definito tali oscuramenti «censure difficili da capire», considerando che il cittadino deve poter conoscere ciò che avviene in Consiglio e che «il contenuto sarebbe meritevole di essere pubblicato». Pur lodando il progetto Conosciamo Autonomia, Degasperi ha osservato una certa leggerezza con cui talvolta gli interlocutori esterni, soprattutto studenti più grandi, si approcciano ai consiglieri: «Arrivano sorpresi dal contesto e dalle modalità con cui devono relazionarsi». Ha chiesto quindi una preparazione più adeguata da parte delle scuole, per responsabilizzarle rispetto a un’attività che costa tempo — e talvolta risorse — al Consiglio. Ha poi richiamato l’attenzione sulle interrogazioni senza risposta, ribadendo la necessità di maggior rispetto per il lavoro dei consiglieri. Sul presidente Soini, Degasperi ha evidenziato di averne apprezzato alcune scelte, ma ha criticato la gestione della procedura d’urgenza sul terzo mandato: «L’urgenza dovrebbe scaturire da una condivisione dell’aula. Se questa condivisione manca, diventa una forzatura che nasconde altri obiettivi». Ha quindi invitato Soini, «per il futuro», ad affrontare il tema dell’urgenza con maggiore cautela, ricordando che esiste già una procedura regolamentare che riduce notevolmente i tempi.
La replica di Soini
In replica agli interventi dei consiglieri, il presidente Soini ha innanzitutto ringraziato per il confronto e per la qualità dei contributi. Ha ribadito l’importanza di investire sulle persone: «Il mandato che mi avevate dato di assumere nuove forze lavoro è stato in parte assolto», ha ricordato, spiegando che sono state effettuate nove assunzioni, mentre altre due sono ancora da completare. Ha ringraziato anche lo staff di Conosciamo Autonomia e l’Ufficio di gabinetto che coordina il progetto, sottolineando il valore del lavoro svolto. Soini ha parlato positivamente del clima di confronto all’interno dell’Ufficio di Presidenza, affermando che questo organo sta cercando di portare sempre avanti le istanze dei consiglieri. Sul tema della comunicazione, ha spiegato che sono in corso dei ragionamenti e ha precisato che spetta all’Ufficio di Presidenza dettare le linee guida dell’Ufficio stampa. Quest’ultimo, ha aggiunto, ha presentato alcune proposte per migliorare il servizio. «L’obiettivo è ottimizzare il lavoro, tenendo conto delle forze disponibili», ha detto, ricordando che l’Ufficio stampa segue lavori d’aula, eventi e comunicazioni, e respingendo l’idea che lavori prioritariamente per lui: negli ultimi cento comunicati, ha sottolineato, solo il 20% ha riguardato direttamente la sua attività. Ha poi precisato che i giornalisti presenti nelle commissioni non producono verbali, ma comunicati stampa, e che non privilegiano nessuno. Rispondendo al consigliere Valduga sulla sua elezione a presidente, Soini ha affermato: «Era per me una cosa nuova, un ruolo importante che segna molto. Il fatto che sia nella Lista Fugatti non significa che io debba fare ciò che dice il presidente della Giunta. Sono un eletto come voi e interpreto il ruolo super partes». Ha aggiunto che «dal punto di vista politico non esisto», ricordando di non intervenire mai su temi politici, pur rivendicando il diritto di votare i provvedimenti come qualsiasi consigliere. Sul terzo mandato ha sostenuto di aver applicato correttamente il regolamento: «Il regolamento è semplice e chiaro: l’urgenza viene discussa e votata in aula». Ha ricordato inoltre che non si possono trattare argomenti non iscritti all’ordine del giorno per evitare precedenti rischiosi: «Quello che non si può fare, io non lo faccio». A proposito della sua presenza agli eventi istituzionali, Soini ha difeso il proprio operato: «Quando vado agli eventi porto sempre il saluto del Consiglio provinciale. Se ci sono consiglieri presenti, li cito. Vado sempre e comunque a nome del Consiglio, ma non posso farmi dettare l’agenda da qualcuno». Ha aggiunto di ritenere la sua presenza gradita e di non comprendere la critica: «Dovrei stare a casa mia? Se questo andasse bene, non ci sarebbero problemi». Ha poi ricordato i lavori previsti per installare un ingresso in vetro a Palazzo Trentini, così da rendere l’edificio più accessibile ai cittadini. Alla consigliera Maestri ha risposto che, a suo avviso, il Consiglio mantiene la propria autonomia rispetto alla Giunta: «Non mi sembra vi sia questa problematica». Ha però riconosciuto l’importanza della dignità istituzionale del Consiglio e ha ricordato di aver scritto una nota al presidente Fugatti chiedendo maggiore partecipazione della Giunta ai lavori consiliari. Riguardo alla proposta di una struttura indipendente per l’analisi del bilancio, avanzata da Valduga, ha dichiarato che se ne potrà discutere. Infine, sui mancati inviti ad alcuni eventi importanti, ha spiegato che sta cercando di sensibilizzare il più possibile gli organizzatori affinché venga sempre coinvolta la rappresentanza del Consiglio, anche se «non sempre avviene».
Le dichiarazioni di voto
Francesco Valduga è intervenuto nuovamente sulla questione del tema dell’urgenza: “Non è solo questione di regolamento. Lei la ha votata”, ha detto rivolgendosi al presidente Soini. “Ha condiviso che era una urgenza”. Ha poi parlato del tema degli interventi in aula, sostenendo che il presidente dovrebbe intervenire su temi importanti, e non “sui dossi rallentatori della Val di Non”. “Anche quando dice “io dovrei rimanere a casa”, semplifica troppo. Non è vero che deve stare a casa sua, ma ha un ruolo diverso: “Non dico che non debba andare, ma come consigliere. Non c’è necessità sempre di intervenire come presidente”. Ha detto che in alcuni eventi avrebbe portato anche il saluto della Giunta “e non è corretto dal punto di vista della sostituzione perché il ruolo è diverso”. Ha accusato il presidente Soini di non aver dubbi sul proprio operato, sostenendo che “il dubbio è il motore del miglioramento”. Riferendosi al voto, ha detto che “dal punto di vista tecnico non abbiamo motivi per votare contro questo bilancio. Ma io credo che alcuni rilievi politici che abbiamo fatto meritino attenzione”.
Il presidente Soini ha quindi risposto per fatto personale, ricordando che sulla comunicazione risponde l’Ufficio di presidenza e sull’ufficio a disposizione dei consiglieri di minoranza, valuterà con gli uffici.
Claudio Cia (Misto) ha ricordato che in Ufficio di Presidenza vi sono sia maggioranza sia minoranza. “Nella precedente legislatura c’era il presidente Kaswalder”, ha ricordato, “e se non sbaglio anche a quel presidente si diceva come doveva fare il presidente”. “Io le chiedo di continuare a fare il presidente come lo sta facendo, perché io mi sento rappresentato. Il fatto poi che lei sia sul territorio, a me fa solo bene. Mi fa piacere sapere che c’è il presidente del Consiglio provinciale anche dove inaugurano il più piccolo mercatino, perché dove c’è il presidente c’è il Consiglio”. “Non credo che nessun assessore si sia sentito sminuire per il fatto che fosse lei a rappresentare la Giunta, né alcun consigliere si deve sentire sminuito dal fatto che lei lo rappresenti”.
Il consigliere Luca Guglielmi (Fassa) ha criticato la ricostruzione fatta da Valduga sulla nomina di Soini a presidente del Consiglio. “Lei rappresenta sempre e dovunque l’aula, che sia il 5 settembre, che sia il mercatino”. Ha detto che tutti i consiglieri hanno un partito di appartenenza e “ognuno, nell’esercizio delle proprie funzioni, rappresenta il proprio mandato”. “Bene ha fatto il collega Cia a ricordare che nell’Ufficio di presidenza ci sono membri di minoranza. E siamo l’unico Ufficio di presidenza in Italia dove la minoranza è la maggioranza”. Sulla questione del dubbio, ha detto che “è vero che il dubbio è il motore della ricerca, ma in questo caso qualcuno ha fatto della ricerca il motore del dubbio”.
Finite le dichiarazioni, l’aula ha votato all’unanimità il Bilancio del Consiglio.
I lavori proseguono ora con gli altri punti all’ordine del giorno.