Sondalo - I sindaci dell'Alta Valtellina e della Comunità Montana prendono posizione sulla situazione dell'ospedale "Morelli" e hanno deciso diinterrompere le "relazioni" con Regione Lombardia.
Ecco il documento
"Al Presidente e alla Giunta di Regione Lombardia
Nonostante le diverse comunicazioni, che raramente hanno avuto riscontro ufficiale e alle quali non sono mai seguiti atti formali, i Sindaci dell’Alta Valle continuano ad essere allarmati per le sorti dell’Ospedale Morelli.
La nuova emergenza sanitaria dovuta alla seconda ondata della pandemia e la nuova riconversione del Morelli a ospedale Covid di riferimento provinciale e regionale che ha, di fatto, comportato nuovamente l’arresto di tutte le altre funzioni ospedaliere comprese quelle del dipartimento di emergenza urgenza, complica ulteriormente – come era facilmente prevedibile – la situazione sanitaria provinciale.
Tale scelta si è resa indispensabile vista l’insostituibilità del Morelli quale risorsa regionale nella rete sanitaria ma, al contempo, dimostra la grave e totale incapacità di Regione Lombardia di offrire ai cittadini della montagna servizi adeguati sfruttando, al meglio, tutte le risorse disponibili soprattutto in una situazione di eccezionale emergenza come quella attuale che, tra l’altro, era facilmente prevedibile e le cui soluzioni erano sotto gli occhi di tutti, come l’utilizzo di alcuni padiglioni vuoti del Morelli facilmente ri-attrezzabili.
La Regione ha deciso, ostinatamente, di rifiutare le proposte suggerite dai Sindaci e mutuate dal Comitato Tecnico Scientifico che avrebbero consentito di incrementare, considerevolmente, i posti letto destinati alla cure intensive, utilizzando le poderose risorse messe a disposizione, per tale scopo, dal Governo, con la specifica peculiarità di compartimentare ed arginare i reparti infettivi e consentire, al tempo stesso, di non sopprimere le normali ed eccellenti attività ospedaliere presenti dentro il Morelli. Spiace quindi constatare come Regione Lombardia si ricordi della valenza del Morelli unicamente in situazioni di difficile gestione, come quella attuale.
PER MAGGIORE CHIAREZZA ESPOSITIVA, RIPERCORRIAMO I FATTI FIN QUI AVVENUTI
In diversi momenti, durante e dopo la prima fase di emergenza sanitaria, i Sindaci – unitamente al Comitato a Difesa della Sanità di Montagna – hanno scritto a Regione Lombardia rimarcando come la conformazione strutturale del Morelli potesse consentire una gestione del Covid autonoma, destinando ad esso uno o più padiglioni (VI- VII), tra quelli dismessi, senza intaccare le restanti funzioni ospedaliere. In occasione dell’incontro avvenuto in data 11 giugno u.s., lo stesso Assessore Gallera aveva assicurato che gli investimenti relativi al Covid avrebbero trovato spazio proprio nel VI e VII padiglione, ma dalle parole non si passò mai ai fatti e la scelta fu quella di mantenere nel IV e I padiglione i reparti per la cura dei pazienti covid utilizzando, addirittura, i fondi ministeriali per riconvertire le chirurgie in reparti attrezzati covid.
I sindaci, anche successivamente, hanno manifestato forte preoccupazione per le sorti del Morelli e, con il Comitato, hanno indetto una grande assemblea pubblica che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini preoccupati per il futuro della sanità del territorio.