TRENTO - All’ospedale Santa Chiara le emergenze tempo-dipendenti come lo stroke ischemico e le emorragie cerebrali vengono trattate in modo ancora più tempestivo, sicuro ed efficace. Grazie al nuovo angiografo biplano di ultima generazione della Neuroradiologia di Trento. Il nuovo apparecchio, che sostituisce l’angiografo monoplano installato nel 2008, rappresenta un passo avanti fondamentale per la diagnosi e il trattamento delle patologie cerebrovascolari. Il nuovo angiografo – in funzione dai primi giorni di luglio e acquisito grazie ai fondi del PNRR – è stato presentato ufficialmente oggi alla presenza dell’assessore provinciale alla salute Mario Tonina, del direttore generale di Apss Antonio Ferro, del direttore dell’ospedale Santa Chiara Michele Sommavilla, della direttrice del Dipartimento infrastrutture Debora Furlani (in collegamento), del direttore del Servizio ingegneria clinica Alessandro Reolon e del direttore f.f. dell'U.o. di Neuroradiologia Umberto Maria Rozzanigo. Ha partecipato all’evento anche il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.

Grazie al nuovo angiografo biplano è possibile acquisire immagini su due piani contemporaneamente, con vantaggi significativi sia in termini di riduzione delle dosi di radiazioni per pazienti e operatori, sia per la minore quantità di mezzo di contrasto necessario. L’angiografo migliora inoltre la velocità, la precisione diagnostica e l’efficacia delle procedure terapeutiche, in particolare nel trattamento di ictus ischemico, aneurismi cerebrali e malformazioni artero-venose. Il nuovo sistema è dotato di avanzati strumenti di post-elaborazione 3D, software per angiografia rotazionale e
roadmap tridimensionale in tempo reale, ideali per la neuroradiologia interventistica. La spesa complessiva per l’apparecchiatura è stata di oltre 910mila euro. Per l’installazione è stato necessario adeguare i locali, con interventi strutturali e impiantistici e la realizzazione di spazi accessori, tra cui una nuova sala risveglio. I lavori, effettuati tra dicembre 2024 e giugno 2025, hanno comportato un ulteriore investimento di 851mila euro, a cui si aggiungono 51mila euro per dotazioni complementari, come un sistema di monitoraggio e un iniettore angiografico. La spesa complessiva è stata di 1.813.987 euro, coperta da fondi PNRR per 1.066.267 euro e da un cofinanziamento della Provincia autonoma di Trento per 747.720 euro.
La neuroradiologia interventistica ha conosciuto negli ultimi dieci anni un vertiginoso progresso grazie anche alla messa a punto di sofisticati dispositivi medici per il trattamento mini-invasivo di patologie che in passato potevano essere curate solo tramite intervento neurochirurgico. L’equipe della Neuroradiologia interventistica, guidata da Umberto Maria Rozzanigo, è composta da altri tre specialisti ed esegue oltre mille procedure all’anno, di cui circa il 15% complesse, con il supporto anestesiologico. Particolarmente rilevanti sono le circa 300 procedure d’emergenza annue, tra cui trombectomie per ictus, trattamenti per politraumi ed emorragie, fondamentali per il funzionamento del Dipartimento di emergenza-urgenza di II livello del Santa Chiara.
A fare gli onori di casa è stato il direttore dell’ospedale
Michele Sommavilla: «Sono davvero orgoglioso di presentare oggi un progetto nato poco più di due anni fa, che ha portato ad un risultato importante per il nostro ospedale. Grazie ai fondi del PNRR siamo riusciti ad acquistare un’attrezzatura all’avanguardia e siamo riusciti a fare anche qualcosa di più: realizzare in tempi rapidi una sala angiografica completamente nuova. Abbiamo ampliato gli spazi, riorganizzato le aree e, pur avendo dovuto temporaneamente sacrificare parte della radiologia, siamo riusciti a portare a termine un intervento innovativo, di grande valore per l’ospedale e per il territorio. Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno di tutti e alla capacità di lavorare con visione e concretezza. In pochi mesi, abbiamo realizzato qualcosa di grande».
«Quello di oggi – ha dichiarato il
dg Ferro – è un momento importante, frutto di un grande lavoro di squadra, e si inserisce in un percorso più ampio di rafforzamento dell’ospedale Santa Chiara, sia sul piano delle infrastrutture sia delle dotazioni tecnologiche. Sappiamo che il nuovo ospedale arriverà tra qualche anno, e proprio per questo è fondamentale mantenere il Santa Chiara un
hub centrale, potente ed efficiente. In questi anni sono stati investiti milioni di euro, non solo per l’adeguamento alle normative antincendio, ma anche per rendere gli spazi più accoglienti e funzionali. Si tratta di lavori complessi e profondi di ristrutturazione. L’installazione dell’angiografo biplano – uno strumento altamente sofisticato, presente in pochi centri in Italia – rappresenta una risposta concreta ad interventi che fino a poco tempo fa sarebbero stati impensabili. Come Direzione generale e con il supporto della Giunta provinciale continuiamo a mettere il massimo impegno per garantire che il Santa Chiara sia sempre più accogliente, tecnologicamente avanzato e capace di offrire cure di alta qualità.
Tutto questo in linea con l’attività della Scuola di Medicina, che ha innalzato il livello della formazione e dell'assistenza e ci rende oggi una realtà ancora più attrattiva».
Ad illustrare i dettagli dei lavori di adeguamento dei locali e ad anticipare alcuni interventi futuri è stata la direttrice del Dipartimento infrastrutture Debora Furlani: «L’intervento che presentiamo oggi non riguarda solo l’installazione di un’attrezzatura di grande rilevanza, ma anche una profonda rifunzionalizzazione degli spazi che la ospitano. Abbiamo completamente ristrutturato un’area di 120 metri quadrati, adeguandola alle esigenze tecnologiche e operative richieste da questo tipo di apparecchiature. L’ospedale Santa Chiara, pur con i suoi vincoli strutturali, continua a essere al centro di importanti investimenti. Ogni nuova tecnologia di alto livello richiede inevitabilmente adeguamenti infrastrutturali significativi. Stiamo già lavorando su ulteriori progetti: a breve avvieremo la realizzazione di una nuova area dedicata all’angiografia vascolare e, da qui a febbraio 2026, completeremo la ristrutturazione della Sala 9, destinata a una TAC intraoperatoria per la neurochirurgia.
Inoltre, sono iniziati i lavori nell’ala ovest del corpo C per la costruzione di una sala operatoria ibrida. Alla fine del percorso, avremo a disposizione un’area completamente rinnovata per l’interventistica angiografica e due sale operatorie altamente tecnologiche. L’investimento complessivo è pari a 9milioni e 200mila euro, di cui circa la metà destinati all’acquisto di attrezzature e l’altra metà ai lavori di adeguamento edilizio. Questo fa parte di un piano pluriennale molto generoso, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, che prevede finanziamenti per un totale di 34 milioni di euro. Si tratta di un piano ambizioso che rafforza la nostra capacità di offrire alla popolazione trentina e ai nostri professionisti strutture adeguate e tecnologie d’avanguardia per l’attività clinica e chirurgica».
«Questo intervento – ha evidenziato Alessandro Reolon – rientra tra i 14 progetti finanziati dal PNRR per il rinnovo delle grandi tecnologie sanitarie. Ad oggi, otto sono già stati completati e i restanti verranno conclusi entro il 2025. Al finanziamento PNRR si è aggiunto un contributo della Provincia, portando il totale dell’investimento a 1 milione e 800 mila euro, anche grazie al recupero di ulteriori economie. Si è trattato di un intervento complesso, non solo per quanto riguarda l’installazione della macchina, ma anche per la parte edilizia e impiantistica, fondamentale per garantire la qualità del servizio. L’angiografo biplano installato qui oggi consente una vasta gamma di applicazioni cliniche avanzate. Oltre alla macchina principale, sono state acquistate anche attrezzature accessorie che ne ampliano le potenzialità operative».
«Questa nuova strumentazione – ha sottolineato il primario Rozzanigo – rappresenta una risorsa fondamentale per la nostra attività clinica. Grazie al nuovo angiografo potremo gestire con ancora maggiore efficacia e sicurezza le emergenze tempo-dipendenti, come le patologie cerebrovascolari, gli aneurismi e l’ictus ischemico. I pazienti potranno beneficiare di trattamenti endovascolari mininvasivi che ci consentono di intervenire in modo rapido e preciso su situazioni cliniche complesse, riducendo i tempi di recupero e migliorando l’esito delle cure. Per un centro hub come l’ospedale di Trento l’angiografo biplano è uno strumento essenziale: ci permette di rispondere in maniera tempestiva ed efficace alle urgenze neurologiche, in stretta sinergia con il pronto soccorso e la chirurgia».
«La nostra presenza qui testimonia la costante vicinanza della Giunta verso il tema sanità, dalle strutture, alle attrezzature fino al personale – ha aggiunto l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina – e ringrazio il presidente Fugatti per aver destinato nell’assestamento di bilancio appena approvato nuove importanti risorse - complessivamente più di 26 milioni di euro - per dare il giusto riconoscimento economico al comparto sanità area delle categorie e area dei dirigenti medici, veterinari, odontoiatri e sanitari e delle professioni sanitarie che lavora con dedizione, passione e professionalità per la salute degli altri. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti. Ora l’auspicio è che queste partite contrattuali, si chiudano finalmente sui tavoli sindacali per poter essere finalmente utilizzate».
Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha sottolineato la capacità del Trentino di sfruttare le risorse finanziarie, sia del PNRR, sia della stessa Amministrazione provinciale. L’obiettivo, nel caso specifico è mantenere il Santa Chiara sul livello di massima performance, nell’attesa che venga realizzato il nuovo polo. «Crediamo nel nuovo ospedale – ha detto – ma contestualmente il nostro impegno rimarrà quello di non far mancare a questo come agli altri ospedali risorse e progettualità, nella consapevolezza che la nuova realizzazione in stretto collegamento con la dimensione universitaria, aumenterà il livello di qualità e di attrattività del nostro sistema sanitario al quale guardiamo con fiducia».