-

Lago d’Idro, approvata all'unanimità la petizione

Poi scoppia la polemica

TREMTO - Approvata all’unanimità la Petizione dell’Associazione Amici della terra lago d’Idro e valle Sabbia, la Terza Commissione è tornata a discutere del tema con toni accesi. Al centro del confronto, la proposta di voto elaborata dalla Commissione – giudicata condivisa da tutti gli attori coinvolti – e la mozione della consigliera Michela Calzà (PD), già approdata in aula a inizio novembre.

Calzà ha criticato il metodo e definito “irrituale” la proposta di voto, sostenendo che la Commissione abbia ruolo consultivo e non propositivo. La presidente Vanessa Masè (La Civica) ha replicato rivendicando la natura istituzionale del lavoro svolto in Commissione. Dopo un confronto serrato, grazie alla mediazione del consigliere Roberto Stanchina (Campobase), si è arrivati a un’intesa: entrambe le iniziative – Proposta di voto e mozione – saranno portate in aula, con l’auspicio di un voto favorevole su entrambe.

La Proposta di voto sarà ora trasmessa al Consiglio provinciale.

Lago d’Idro: discussione in Commissione
Approvata all’unanimità la Petizione dell’Associazione amici della terra lago d'Idro e valle Sabbia, il dibattito si è acceso su una Proposta di voto nata dal lavoro della Commissione e la mozione della consigliera Calzà (foto credit Raffaele Merler)

Dopo aver approvato all’unanimità la la Petizione sul lago di Idro, la terza Commissione è tornata sull’argomento nelle varie ed eventuali: la presidente Vanessa Masè (La Civica) ha parlato della Proposta di Voto elaborata dalla Commissione, ricordando che ha ricevuto parere positivo da tutti gli attori coinvolti. La formulazione di questo testo è scaturita dalla lavoro svolto in Sala Lenzi negli scorsi mesi ed era stata condivisa a pochi giorni dal Consiglio provinciale di inizio novembre, durante il quale era stata aperta e sospesa la mozione n.220, sullo stesso tema, presentata da Michela Calzà. La consigliera del Partito Democratico ha detto di non aver apprezzato il metodo della condivisione del testo pochi giorni prima che la sua mozione fosse trattata e il modo in cui è stata affrontata in aula. Ha ricordato di averlo presentato a maggio per segnare una necessità che il Consiglio impegnasse la Giunta, ad affrontare un percorso di dialogo con la Regione Lombardia per addivenire ad un nuovo accordo di gestione delle acque. “Il senso di quell’atto era sicuramente quello di porre la dovuta attenzione al tema”, ha detto, sostenendo che il ruolo della Commissione è consultivo e non di proposta. “Confermo la disponibilità a tenere la mozione in piedi, con tutte le eventuali modifiche della premessa e poi del dispositivo che la Commissione riterrà di portare, con però tutte le firme dei commissari”. La consigliera Calzà ha ricordato che il tema è quello di far sì che la Giunta prenda a cuore la questione, che capisca che deve mettere in campo un percorso per la salvaguardia dell’acqua insieme alla Regione Lombardia e ha detto di non essere d’accordo con la scelta di fare una proposta di voto.

Vanessa Masè ha replicato di non aver apprezzato la “fuga in avanti” fatta con la mozione presentata dalla consigliera del Partito democratico: “La Commissione fa un lavoro istituzionale che è diverso da quello politico”, ha detto. “Sarebbe comunque una forzatura andare a modificare la proposta di mozione e si tratta di due
atti distinti”, ha detto ricordando che la proposta di mozione è un atto politico di un gruppo consiliare. “Sono due strade diverse: uno è un presidio di natura politica, l’altro un atto istituzionale.
Viste le tante difficoltà che la Federazione del Chiese ha avuto, siamo riusciti ad arrivare ad un atto istituzionale, una proposta di voto, che salvaguarda tutte le componenti e che può dare una ulteriore mano ala Federazione stessa. La proposta di mozione è un atto politico che non ritengo corretto superare con una modifica in Commissione”. “Se il tema è ambientale, a maggior ragione non può esserci una volontà ostativa sul lavoro della Commissione, che vuole lavorare sia sull’aspetto ambientale, sia sull’impegno civico che ha mosso la petizione”.

“Intervengo nell’imbarazzo di chi deve sostenere una causa, ma che cerca di portare a frutto un lavoro che devo dire fatto bene in Commissione”, ha premesso Roberto Stanchina (Campobase). “Qui stiamo trattando di una petizione, che è una richiesta di aiuto che arriva dalla popolazione, dall’esterno, con dei punti molto bene eviscerati, che richiede ai politici di marchiarli a fuoco, portandoli nei luoghi dove per legge non può arrivare. A latere c’è un atto politico, che ha una natura diversa”. “La proposta è quella di votare la proposta di voto qui e lasciare che la mozione faccia il suo percorso in aula”. Ha proposto di votare positivamente a entrambi i provvedimenti. Ha invitato a evitare polemiche politiche su un tema come questo. La presidente Masè ha ricordato che la proposta era quella di mantenere i due atti. Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha ripercorso il lavoro fatto in Commissione: “Abbiamo ascoltato tutti, è stato fatto il sopralluogo. Stiamo parlando di competenza della Regione Lombardia e per questo ho proposto il voto, perché è l’unico modo di far arrivare a Roma la sensibilità del Trentino. La scelta che abbiamo fatto di portare questo atto preciso, dettagliato, che fa riferimento al lavoro fatto, è giusta”.

Daniele Biada (Fdi) ha ribadito che la Petizione è stata trattata in modo esaustivo. “Io credo che sia stato corretto. Se ora iniziamo a cambiare il sistema di gestione dell’aula e andiamo a trattare atti personali, credo che sia scorretto nei confronti della Commissione stessa”, ha aggiunto criticando la mozione della consigliera Calzà presentata in aula, ritenendola “una fuga in avanti per mettere una bandierina”. Ha detto che non si tratta di questione di partito”. La consigliera Calzà ha ribadito che la “natura della Commissione è un aspetto consultivo. L’esame delle petizioni non ha potere decisorio. La Commissione ha il dovere di approfondire il tema, come è stato fatto e dà un orientamento”. “La proposta di voto, approvata e sostenuta a maggioranza, io credo sia una forzatura”. Ha detto che la Commissione aveva il compito di audire e non di proporre. “Nell’ultimo Consiglio la mozione è stata aperta e trattata”, ha ricordato, “e l’obiettivo è quello di porre la Provincia nelle condizioni di rivedere l’accordo”.

La presidente Masè ha ricordato che la Proposta di Voto è nata da un atto volontario da parte dei Commissari : “E’ evidente che dal punto di vista regolamentare non è previsto, ma è un atto che nasce di fronte a una sostanziale condivisione di intenti”. Dopo una breve sospensione e un confronto tra il consigliere Stanchina e la consiglierà Calzà, il consigliere di Campobase ha proposto nuovamente di portare in aula entrambe le proposte, auspicando il voto positivo su entrambe, annunciando una mediazione politica con l’assessore Gottardi e condizionando l’approvazione delle minoranze dell’una all’approvazione dell’altra. Ribadendo la propria apertura a rivedere la proposta di mozione, in termini di testo e dispositivo, la consigliera Michela Calzà, ha dato quindi la propria disponibilità a sottoscrivere la proposta di voto, pur ritenendola irrituale. La presidente Masè si è impegnata a riportare quando detto nel dibattito all’assessore competente e ha annunciato che la Proposta di voto frutto del lavoro in commissione, sarà ora presentata in Consiglio provinciale.
Ultimo aggiornamento: 20/11/2025 17:43:14
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE