TRENTO - “La Commissione europea non riscontra alcuna violazione della normativa ambientale dell’Ue da parte delle autorità” della Provincia autonoma di Trento. Lo specifica la Commissione europea in un documento indirizzato ai membri del Comitato per le petizioni del Parlamento europeo. Le osservazioni sono state formulate sulla base dei contenuti della petizione presentata da un’associazione animalista in merito alla “tutela della specie dell’orso bruno in Italia”. Nel documento, La Commissione richiama il quadro normativo vigente, confermando di fatto la validità della legge provinciale in materia - modificata nel 2024 - e ricordando che il limite previsto dalla normativa trentina riguarda il numero massimo di esemplari problematici per i quali potrebbe essere concessa una deroga ogni anno e dunque potenzialmente rimovibili. Attualmente questo limite è pari a 8 unità, ma la quota viene stabilita annualmente sulla base di valutazioni tecniche e scientifiche di Ispra e della consistenza della popolazione di orsi. Parole di soddisfazione vengono espresse dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e dall’assessore provinciale alle foreste con delega ai grandi carnivori Roberto Failoni: “La Commissione conferma la validità della nostra legge, elaborata con l’obiettivo di garantire la sicurezza di tutti i frequentatori delle foreste trentine e delle nostre comunità di montagna.
Si tratta di una legge che riteniamo importante: il fatto che quest’anno non siano stati osservati orsi problematici è probabilmente anche frutto degli abbattimenti effettuati lo scorso anno, accanto a tutte le prioritarie azioni di prevenzione”.
L’orso bruno - lo ricordiamo - è una specie indicata come “strettamente protetta” dalla direttiva Habitat. Tuttavia, gli Stati membri possono derogare alle disposizioni per motivi, tra gli altri, legati alla salute e sicurezza pubblica e alla prevenzione di gravi danni alle colture e al bestiame o ad altri tipi di proprietà. Deroghe che possono essere approvate “solo se non esistono alternative soddisfacenti e se la deroga non è pregiudizievole per il mantenimento o il raggiungimento di uno stato di conservazione favorevole della specie interessata nel suo areale naturale”.
Nel suo documento, la Commissione precisa che “il numero di 8 orsi (di cui fino a quattro adulti) rappresenta un numero massimo di orsi per i quali potrebbe essere concessa una deroga nel 2024 e nel 2025, sulla base di una valutazione tecnica e scientifica caso per caso, e non un numero obiettivo di orsi da abbattere. Ciò risulta anche dal fatto che tre orsi sono stati abbattuti nel 2024”. La Commissione ricorda inoltre che l’obbligo di garantire il rispetto del diritto dell’Ue spetta principalmente alle autorità amministrative e giudiziarie degli Stati membri, che hanno il potere di emettere ingiunzioni o di ordinare l’annullamento di atti di altre autorità nazionali o locali. “Spetta agli Stati membri decidere a quale livello di governo adottare tali decisioni relative alle deroghe” conclude Bruxelles.