BRUXELLES - Ignorare i divieti, sfidare il pericolo e poi chiamare l’elisoccorso come se fosse un servizio a domicilio: la montagna non è un parco giochi e l’elisoccorso non può diventare una corsa su richiesta. Lo dimostra l’ultimo episodio a
San Vito di Cadore dove un turista ha scelto di salire su una ferrata chiusa per rischio crolli, restando bloccato e causando un intervento da oltre
14.000 euro.

L’eurodeputata bergamasca
Lara Magoni, campionessa di sci ed esperta di montagna, lancia un monito netto
: "Basta con l’incoscienza di chi si avventura senza preparazione, ignora le regole e non pensa alle conseguenze. Chi mette a rischio la propria vita e quella degli altri deve farsene carico".
"Quest’anno - aggiunge -
solo nell’ultimo mese, purtroppo, abbiamo registrato 83 morti e 5 dispersi – numeri drammatici che devono far riflettere.
La montagna merita rispetto e non può essere affrontata con superficialità".
Firmataria e relatrice della legge lombarda del 2015 che impone il rimborso dei costi in caso di negligenza, Magoni sottolinea i risultati ottenuti: "Le chiamate inutili sono diminuite del 30%, ma non basta. Ogni intervento evitabile mette in pericolo chi ha bisogno di aiuto reale». «Non parliamo di incidenti imprevedibili – aggiunge – ma di decisioni superficiali, di chi trascura i divieti, si avventura senza l’attrezzatura adeguata e pretende che a pagare sia la collettività".
Con la sua esperienza diretta, Magoni avverte: "Questi interventi gravano sulle risorse, espongono i soccorritori a rischi inutili e possono compromettere altre emergenze. Il soccorso è un diritto prezioso che va tutelato con responsabilità». Conclude con un messaggio chiaro: «La montagna non perdona chi la sottovaluta. Non è uno sfondo per selfie instagrammabili. Amare la montagna significa rispettarla, conoscerla e affrontarla con serietà. Chi se ne dimentica mette a repentaglio la propria incolumità e quella degli altri".