TRENTO - Nella
Giornata in ricordo delle vittime e dei caduti trentini della
Grande Guerra, istituita con la legge provinciale 11/2017 si è svolta oggi al cimitero monumentale di Trento la cerimonia di
commemorazione in memoria dei soldati dell’
esercito austro-ungarico caduti durante la Grande Guerra, promossa dalla
Federazione degli Schützen del Welschtirol.

Alla presenza delle autorità, tra cui l’assessore provinciale alla promozione della conoscenza dell’Autonomia
Simone Marchiori, il presidente del Consiglio provinciale
Claudio Soini, il consigliere provinciale
Walter Kaswalder, il sindaco
Franco Ianeselli, il comandante della Federazione Schützen
Enzo Cestari e il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino
Giuseppe Ferrandi, sono stati pronunciati i discorsi ufficiali, seguiti dalla benedizione e dalla deposizione di corone al monumento, che custodisce le spoglie di oltre ottomila soldati, e alle lapidi dedicate al capitano Franz Luger, all’Hauptmann Johann Kisvarday e a Maximilian Jüstel.
"Sono passati 111 anni dall’inizio della Grande Guerra e 110 dall’apertura del fronte tra i nostri paesi: sessantamila trentini furono mandati al fronte, dodicimila non tornarono. Numeri che raccontano il dolore di un intero popolo, di famiglie sradicate, di comunità travolte. Ma ha ancora senso ricordare? Sì, perché mantenere viva la memoria è l’unico modo per capire l’inutilità della guerra e le sofferenze che porta con sé. La giornata odierna nasce proprio dal desiderio di non dimenticare, è un momento di raccoglimento e di riconoscenza verso coloro che, in quel terribile conflitto, pagarono un prezzo altissimo. Ricordare significa anche riconoscere le nostre radici, la complessità e la forza di un territorio di confine che ha saputo rinascere nella pace e nell’autonomia.
Come Assessorato all’Autonomia siamo al lavoro, insieme alla Fondazione Museo storico del Trentino e ad altri soggetti del territorio, per promuovere altri eventi ed iniziative legate al 14 ottobre, perché solo coltivando il ricordo possiamo costruire una coscienza collettiva e un futuro di pace", questo il pensiero dell'assessore provinciale alle politiche per la casa, patrimonio, demanio e promozione della conoscenza dell’Autonomia, Simone Marchiori.
"C’è una famosa poesia di Bertolt Brecht che descrive bene le conseguenze della guerra: Fra i vinti la povera gente/ faceva la fame. Fra i vincitori/ faceva la fame la povera gente egualmente scrive il poeta. La prima guerra mondiale è un esempio della devastazione umana, economica e morale causata dalla guerra su entrambi i fronti: quello dei vinti e quello dei vincitori. Il Trentino allora ebbe un ruolo ibrido: festeggiò la vittoria in quanto regione annessa all’Italia, potenza vincitrice, ma partecipò anche alla confitta, perché molti suoi soldati combatterono nelle file dell’impero austroungarico. E, in quanto vinti, furono immediatamente dimenticati e rimossi. Questa duplicità, questa ambivalenza della posizione trentina consente di capire ancora meglio cosa fu il primo conflitto mondiale, al di là di ogni retorica bellica. Fu un’immane carneficina, che falcidiò una generazione di giovani ragazzi, che creò le condizioni per la terribile epidemia di spagnola, che colpì i civili, trasformati in profughi, che pose le premesse della seconda guerra mondiale. Ringrazio la Federazione degli Schützen per questa commemorazione, che è anche un modo per ricordare le vittime e i profughi di oggi in fuga da guerre non meno feroci di quella di allora", così il sindaco Franco Ianeselli.
"Nelle guerre è tutto il popolo che soffre e queste grandi sofferenze devono essere ricordate dalle generazioni che seguono, oggi più che mai c'è bisogno di maggiore memoria e consapevolezza. Bene in questo senso fa il Museo storico a lavorare con le scuole, insegniamo ai ragazzi cosa sono state le guerre anche nella nostra Europa e l'epopea stessa degli sfollati trentini dalle zone di confine", queste le parole del presidente del Consiglio Claudio Soini.
Nel 2017 il Consiglio provinciale di Trento approvò una legge, la numero 11, che istituì la "Giornata per ricordare le vittime e i caduti trentini della Grande Guerra". La ricorrenza cade oggi e come ogni anno, questa mattina al cimitero monumentale di Trento si è svolta la cerimonia in memoria in particolare dei soldati dell’esercito austro-ungarico caduti durante la Grande Guerra e dei profughi trentini sfollati nel 1915 dalle zone di fronte e ospitati in Boemia e Moravia. A promuovere l'evento è la Federazione degli Schützen del Welschtirol (il Trentino di allora), che con il suo Landeskommandant Enzo Cestari ha voluto deporre una corona innanzi al monumento, ove sono custodite le spoglie di oltre ottomila soldati, e alle lapidi dedicate al capitano Franz Luger, all’Hauptmann Johann Kisvarday e a Maximilian Jüstel, "vittime che dopo la loro morte - scrive la Federazione degli "sizzeri" - non hanno avuto nemmeno il conforto di una preghiera o di un ricordo".