Trento - Un compromesso ragionevole per superare l'impasse dei dazi statunitensi ed estrema attenzione alle possibili imposte Usa sui prodotti farmaceutici". Così il ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti al Festival dell'Economia di Trento. In collegamento video dal Canada, dove in questi giorni si sta svolgendo il vertice del G7, all'interno del dialogo col giornalista Gianni Trovati "Dazi e geopolitica", il ministro ha parlato anche in merito anche alla situazione in Ucraina e affermato la volontà di proseguire con i sostegni al paese anche dopo la fine del conflitto.
I

ntervista al ministro
Giancarlo Giorgetti (foto Michele Lotti - archivio PAT).
"Attualmente è in corso una discussione positiva in merito alla situazione in Ucraina e del commercio internazionale – ha affermato il ministro - con la questione dei dazi che preoccupa tutti.
Non si tratta soltanto di una manovra economica, ma dietro le misure statunitensi si nasconde la sfida geopolitica globale. Penso si arriverà a un'intesa con un pizzico di fatica in più. Alla fine prevale l'interesse comune nel trovare un compromesso e una situazione ragionevole rispetto agli annunci delle settimane scorse, anche se è improbabile una ritirata totale degli Stati Uniti. Per quanto riguarda il nostro Paese dobbiamo prestare la massima attenzione ai dazi non annunciati, ovvero quelli riguardanti i prodotti farmaceutici. L'incertezza e la paura al momento stanno producendo l'effetto tra i produttori di beni di rinviare le decisioni e gli investimenti, ma in prospettiva sono convinto che un dazio limitato possa essere gestibile. Al contrario se non saremo vigili, il settore farmaceutico potrebbe pagare un prezzo molto alto".
A margine della conversazione il ministro Giorgetti si è detto favorevole all'introduzione della tassa di 2 euro sui pacchi provenienti dalla Cina ("nasce da una mia proposta più ampia che deve gravare sui produttori. Se fatta bene questa misura è ragionevole e auspicabile") e ha ricordato la necessità di aumentare i finanziamenti all'Ucraina anche nella fase di ricostruzione postbellica, attraverso un'azione concertata alla quale non dovrà assolutamente partecipare chi sinora ha favorito e fatto affari con la Russia.