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Confronto su caccia al cervo, mobilità sostenibile e lago d’Idro

Terza Commissione riunitasi a Palazzo Trentini

TRENTO - Apertura di due disegni di legge sull’attività venatoria e sulla mobilità sostenibile ed esame della relazione sulla petizione concernente la gestione dell'acqua del lago d'Idro. Questi gli argomenti sul tavolo della terza Commissione permanente riunitasi stamane nella sala Lenzi di Palazzo Trentini.

Caccia: transito dei veicoli a motore per il recupero del cervo
Presso l’organismo presieduto dalla consigliera Vanessa Masè della Civica è stato avviato l’esame di due proposte legislative. La prima è la numero 51 "Integrazione dell'articolo 100 della legge provinciale sulle foreste e sulla protezione della natura 2007" della stessa consigliera Masè. Il testo propone con un solo articolo di allargare all’esercizio della caccia al cervo una previsione che già oggi la legge contiene per il mondo venatorio. Si tratta di una specifica sul transito con veicoli a motore per cacciatori ed esperti accompagnatori, sulle strade di arroccamento a vasti complessi montani che rappresentano la via principale di accesso a ampie superfici sulle quali la pressione dei grandi carnivori sulla fauna selvatica è molto forte. L’ampliamento sarebbe funzionale alla sicurezza dei cacciatori che non sarebbero troppo esposti ai grandi carnivori nel recupero della preda.
Saranno sentiti come portatori d’interesse il Cal, l’associazione cacciatori, la Fad (perché l’articolo consente il transito anche ai portatori di disabilità), la Sat e i parchi.

Mobilità sostenibile e sicurezza
In seconda battuta è stato “aperto” l’esame del disegno di legge 55 del consigliere Alessio Manica (PD), "Integrazioni della legge provinciale sulla polizia locale 2005 e della legge provinciale 30 giugno 2017, n. 6 (Pianificazione e gestione degli interventi in materia di mobilità sostenibile), relative alla sicurezza stradale". Il tema è quello della sicurezza dei cosiddetti utenti “deboli” sulle strade, ovvero ciclisti e pedoni. Lo spunto sono i recenti tristi fatti di cronaca che hanno colpito molto l’opinione pubblica, però il tema è oggettivo ed è legato anche ad un’evoluzione della mobilità, con l’aumento dei veicoli da un lato e nel contempo più persone che utilizzano la bicicletta come mezzo di spostamento. Una mobilità che dovremmo sostenere in prospettiva, ha osservato Manica. La proposta è di mettere mano alla norma della mobilità sostenibile, adottata nel 2017 e che nasceva sulla spinta di un ddl popolare allora ampiamente discusso. Cuore di quel ddl era il Piano della mobilità sostenibile che il Trentino ad oggi ancora non ha ancora adottato, in un deficit ad avviso di Manica, “gigantesco”. Altro strumento importante di quella norma l’Osservatorio, introdotto, ma poco utilizzato.
Partendo dunque da queste premesse, Manica suggerisce l’introduzione di alcune modifiche: si cerca di lavorare sui compiti dell’Osservatorio, valorizzandolo anche sul tema della sicurezza e introducendo per quell’organismo la facoltà di proposta e di suggerimento e, tra le altre cose si propone il tema del piano della ciclabilità. Un argomento, quello del ddl, definito “emergenziale”, ma anche “trasversale”, per il quale Manica ha auspicato una condivisione ampia. Nelle audizioni saranno sentiti la Fiab, la Federazione ciclistica italiana, il Cal, l’Osservatorio provinciale sulla mobilità sostenibile e l’Anvu (associazione delle polizie locali).

Un documento unitario per il lago d’Idro
Infine, la Commissione è passata all’esame della relazione sulla petizione per la gestione dell'acqua del lago d'Idro. Un percorso ampio e articolato quello della petizione, che si è concluso nei giorni scorsi con un sopralluogo sul territorio da parte dei commissari. In una sorta di moral suasion, l’organismo si è confrontato sull’opportunità di inviare il documento a diverse istituzioni anche extraprovinciali, come la regione Lombardia, il Commissario straordinario ed altri soggetti che possono essere sensibili al tema.
La consigliera Michela Calzà (PD) ha chiesto alcune modifiche e sottolineature sull’accordo di fiume. La relazione è un ottimo strumento conoscitivo, ma l’accordo, ha aggiunto, deve essere politico. Ha suggerito di emendare il documento con l’inserimento di alcune sfumature che evidenzino le sensibilità e una più decisa posizione emerse nel corso dell’esame e del recente sopralluogo.
Vanessa Masè ha dunque proposto la predisposizione di un atto come Commissione, un documento condiviso che potrebbe essere alternativo o potrebbe integrare quello già depositato dalla consigliera Calzà sotto forma di mozione sul tema. Una mozione approvata dall’aula forse potrebbe essere più utile alla causa e ai referenti, se si trovasse una formula di accordo trasversale, ha osservato. La consigliera Calzà si è resa disponibile a valutare la proposta: non è una questione di etichetta politica, ha detto, qui si tratta di risolvere un problema, ma è innegabile che ci sono sensibilità diverse. Il consigliere Roberto Stanchina (Campobase) ha aggiunto che sarebbe produttivo concordare una mediazione su un documento unitario che raccolga gli esiti del lavoro svolto, qui ci sono un tema politico ed uno etico di tutela dell’ambiente che vanno in due direzioni diverse.
L’intesa raggiunta è stata quella di tentare di produrre un documento che riassuma in forma esaustiva i contenuti della relazione e colga gli spunti offerti da Calzà. L’iter non è ancora concluso, se ne riparlerà a breve.
Ultimo aggiornamento: 14/10/2025 23:54:04
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