COMO - Sono 1270 i fedeli della diocesi di Como che stanno vivendo il pellegrinaggio giubilare, da oggi 18 settembre, fino a domenica 21 settembre, guidato dal Vescovo, cardinale Oscar Cantoni.
Tanti i vicariati presenti al pellegrinaggio. In provincia di Como: Como, Monteolimpino, Lipomo, Rebbio, San Fermo, Olgiate-Uggiate, Fino Mornasco, Cermenate, Lomazzo, Cernobbio, Castiglione Intelvi, Lenno e Menaggio, Gravedona. In provincia di Lecco: Mandello e Colico. In provincia di Sondrio: Chiavenna, Gordona, Morbegno, Sondrio, Tresivio, Tirano-Grosio, Bormio. In provincia di Varese: Canonica e Cittiglio, Marchirolo.
"I fedeli della nostra diocesi – riflette don Cesare Bianchi, delegato diocesano per il Giubileo – avranno modo di vivere un’intensa esperienza di fede e di comunione: parteciperanno all’Eucaristia, vivranno un momento di Adorazione, invocheranno Maria e attraverseranno la Porta Santa. A tutti è offerta la possibilità di vivere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù «porta della salvezza".
Partiti fin dalle prime ore del mattino dai punti più lontani della Diocesi, i pellegrini si sono radunati a Orvieto (TR), dove nella Cattedrale è conservato il Sacro Lino legato al miracolo eucaristico che portò all’istituzione della solennità del Corpus Domini. Qui il Vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, ha presieduto la Santa Messa di apertura del pellegrinaggio (di seguito ne riportiamo il testo). Ha concelebrato il presule della Chiesa di Orvieto, monsignor Gualtiero Sigismondi. Al termine della celebrazione, i pellegrini si sono rimessi in viaggio in direzione di Roma. Domani, 19 settembre, i fedeli vivranno un’intensa giornata di spiritualità a San Paolo Fuori Le Mura. Sabato 20 settembre, al mattino, sono in programma il Santo Rosario e la Messa a Santa Maria Maggiore (nel pomeriggio ogni gruppo seguirà il proprio programma). Domenica 21 settembre i pellegrini attraverseranno la Porta Santa di San Pietro e, nella Basilica Vaticana, celebreranno la Santa Messa. Il pellegrinaggio si concluderà con la recita dell’Angelus, con papa Leone XIV.
PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DELLA DIOCESI DI COMO
PRIMO GIORNO – CATTEDRALE DI ORVIETO
OMELIA DEL CARDINALE OSCAR CANTONI

"Grande è la gioia di tutti noi nel ritrovarci insieme, in questa magnifica cattedrale di Orvieto, per dare inizio al nostro pellegrinaggio giubilare a Roma. Un cordiale benvenuto, quindi, a tutti voi, mentre ringrazio il pastore di questa Chiesa, monsignor Gualtiero Sigismondi, per la sua calorosa accoglienza. Si tratta di un fratello vescovo, a me legato da vincoli di profonda amicizia, per aver collaborato con lui per anni nella visita ai diversi seminari d’Italia.
Non ci capita facilmente di convenire insieme in uno stesso luogo della nostra diocesi a causa delle lunghe distanze che ci separano. Ed è per questo che la gioia di ritrovarci insieme in questi giorni per vivere l’esperienza del Giubileo è ancora più grande.
Già fin d’ora ringrazio quanti hanno organizzato con molta cura questo pellegrinaggio, mentre saluto affettuosamente tutti voi, fratelli e sorelle, amati dal Signore, accompagnati dai vostri sacerdoti, in un numero considerevole. In questi tempi parliamo tanto di sinodalità: ora la stiamo sperimentando, giacché viviamo una avventura spirituale, profondamente umana e fraterna, che ci fa sentire tutti discepoli appassionati del Signore Gesù, ma anche costruttori di una comunione fraterna, responsabili gli uni degli altri, testimoni e messaggeri della speranza cristiana.
Ci siamo messi in cammino non come semplici turisti, ma come dei pellegrini, cioè come persone inquiete, con la sete del cuore, desiderosi di una vita più piena, insieme alla Chiesa universale, davanti alle grandi domande che ci costringono ad osare, grati per la strada aperta da chi ci ha preceduto, ma desiderosi del nuovo che la vita ci sollecita giorno per giorno.
Il nostro pellegrinaggio si propone, quindi, come occasione di conversione, di guarigione dalle ferite dell’io, della redenzione dalla nostra difficoltà di comunicare con gli altri, dal ricupero delle nostre capacità di relazione. È un tempo di grazia quello che ci è offerto, perché è momento di incontro vivo, personale e comunitario, con il Signore Gesù, porta di salvezza. Da Lui abbiamo ricevuto il mandato di annunciare sempre e ovunque a tutti che Egli è la “nostra speranza” (1Tim 1,1).
Il vangelo di oggi ci parla di una “sala al piano superiore già pronta” dove il Signore ha già preparato per i suoi discepoli uno spazio in cui riconoscersi e sentirsi amici. Gesù è consapevole pienamente della Pasqua orami vicina. Mentre i discepoli ancora non capiscono, mentre uno sta per tradirlo e un altro per rinnegarlo, Gesù prepara per tutti una cena di comunione. L’amore non è frutto del caso. Egli ha già deciso di donare la sua vita. Per questo ha preparato uno spazio anche per noi. Egli chiede anche a noi di fare la nostra parte, ci chiede di preparare uno spazio nella nostra vita perché siamo pronti ad accoglierlo quale Egli è: il Signore della nostra vita. La grazia non elimina la nostra libertà, ma la risveglia, non annulla la nostra responsabilità, ma la rende feconda. Ogni gesto di disponibilità, ogni atto gratuito, ogni perdono offerto è un modo attraverso cui prepararci ad accogliere il Signore. Ricolmi di Lui e del suo santo Spirito raccoglieremo il frutto del Giubileo, quello di portare speranza dove la vita è ferita, nei fallimenti che frantumano il cuore, nella solitudine amara di chi si sente confitto, nei tanti luoghi profanati dalla violenza e dalla guerra.
Siamo nella situazione più favorevole che mai per disporci a ricevere Cristo Signore e lasciarci trasformare da Lui in uomini e donne di speranza". cardinal Oscar Cantoni