TRENTO - Non è insolito che la visita del sindaco ai centenari o, più spesso, alle centenarie della città si trasformi in una preziosa lezione di vita. È accaduto anche e soprattutto oggi, nel salotto con vista sui tetti di Carla Grandi, 100 anni il 28 agosto scorso. Già insegnante di Lettere, consigliera regionale nella legislatura 1964-1968, presidente diocesana della Gioventù femminile di Azione cattolica, collaboratrice del Manifesto, Carla Grandi è stata per tutta la vita un’attivista sociale ed è tuttora in prima linea con la Rete Radié Resch di Solidarietà Internazionale impegnata dagli anni Sessanta negli aiuti al popolo palestinese. Proprio da qui, da una questione antica e insieme di stretta attualità, parte la chiacchierata con il sindaco Franco Ianeselli: “Quello che sta accadendo a Gaza mi lascia senza parole, la politica internazionale di questi ultimi tempi è davvero terribile”, commenta Carla, che continua a tenersi informata, a leggere (“è il mio hobby, anche se gli occhi a volte mi tradiscono”), a usare il tablet.

Il sindaco porta il discorso sui tanti ragazzi che oggi si mobilitano contro la strage in corso nella Striscia e subito si capisce che uno degli argomenti che più appassiona Carla Grandi, fedele alla propria vocazione di insegnante, è proprio quello delle giovani generazioni: “È per me incoraggiante vedere che i ragazzi non se ne stanno seduti, che si battono contro lo spegnimento della voglia di vivere e per far spazio al desiderio di intrecciare le nostre azioni per cambiare il mondo. Il problema sono i pomeriggi perduti, malinconici, il senso di vuoto. I ragazzi devono fare, devono trovare qualcosa in cui credere. Sono convinta che i giovani di oggi siano bravi, ho solo paura che si sentano un po’ soli, che credano sia troppo difficile scegliere le cose giuste”.
Durante la chiacchierata, Carla butta lì con leggerezza i fondamenti di quella filosofia quotidiana che l’ha accompagnata fino al traguardo dei cent’anni. Dice che “la vita è una cosa importante”, che “i rapporti con gli altri sono quello che ti fa la vita bella o brutta”, che “bisogna dar valore al bello che abbiamo”, “che anche quando senti la fiacchezza, non bisogna rinunciare a vivere con un pensiero”.
Cresciuta nel Ventennio fascista, dopo aver attraversato il secondo conflitto mondiale e gli anni duri del dopoguerra, Carla Grandi non ha perso la sua visione positiva della vita: “Non è mai vero che non si può fare niente. È vero che il senso di insufficienza e di impossibilità spesso ti paralizza, ma se davvero non si potesse fare niente saremmo ancora all’epoca delle caverne. I tempi sono lunghi, ma il cambiamento arriva. L’importante è che si muovano i giovani: se loro si attivano qualcosa viene, altrimenti si ferma tutto”.
Quando si ha il privilegio di chiacchierare con qualcuno che ha un secolo di vita alle spalle, non manca mai la domanda delle domande: “Ma come si fa ad arrivare a questa età così lucidi, così agili mentalmente, così interessati al mondo?” Ascoltando il quesito del sindaco Carla sorride, prova a prenderla alla larga (“faccio colazione tutte le mattine”), poi taglia corto, per andare subito al sodo del suo segreto: “Io ho la passione. E sono un’ottimista di natura”.
La Rete Radié Resch di Solidarietà Internazionale è stata fondata dal giornalista Ettore Masina nel 1964, all’epoca del viaggio di Papa Paolo VI in Terra Santa, che Masina aveva seguito come inviato del quotidiano Il Giorno. In quell’occasione il giornalista venne a contatto con l’estrema povertà del popolo palestinese e decise di aderire alla proposta di un prete operaio francese, Paul Gauthier, di creare una rete di amici che si autotassassero per finanziare la costruzione di case a riscatto per i palestinesi più poveri. Nacque così la Rete che prese il nome da una bambina palestinese, Radié Resch, morta di stenti in un tugurio mentre aspettava di entrare nella nuova casa realizzata anche con il sostegno della Rete.
Carla Grandi è stata tra le prime ad aderire all’appello di Ettore Masina, e da allora è sempre stata una delle figure di riferimento dell’associazione, presente in tutta Italia. In Trentino una sezione della Rete è stata costituita nel 1983 ed è tuttora attiva. Carla Grandi è autrice della prima monografia sulla storia dell’associazione, intitolata “Radié Resch. Una storia di solidarietà”, edito da Borla nel 1992. Il giorno del compleanno, la ‘sua’ associazione le ha mandato un grosso mazzo di fiori e ha organizzato un collegamento video con lei, al quale hanno partecipato decine di persone da tutta Italia.