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Banca d'Italia, i dati sulla crescita trentina in rallentamento

Allarme dei sindacati: "Misure urgenti e straordinarie per sostenere la crescita e la ripresa del comparto industriale"

TRENTO - Nel primo semestre 2025, in provincia di Trento e in provincia di Bolzano l'espansione dell'attività economica è proseguita in misura contenuta. Secondo l'Indicatore trimestrale dell'economia regionale (Iter), la crescita del prodotto in termini reali in provincia di Trento è stata dello 0,7% rispetto al primo semestre del 2024, mentre in provincia di Bolzano dello 0,5%. Lo rileva la sintesi della situazione congiunturale in provincia di Trento e in provincia di Bolzano della Banca d'Italia, presentato nella sede di Trento.

L'industria è il settore che più sta soffrendo il clima di incertezza causato dalle tensioni geopolitiche e dai dazi. I fatturati delle imprese in Trentino sono in calo del 2%, mentre la situazione bolzanina è sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il settore edile trentino, invece, ha registrato una lieve crescita, mentre quello altoatesino ha accusato segnali di debolezza. L'attività è stata in parte sostenuta dalla spesa per gli investimenti delle amministrazioni locali per le opere del Pnrr e per le Olimpiadi Milano-Cortina. Le esportazioni in Trentino sono aumentate dell'1,6% rispetto al primo semestre del 2024, grazie ai beni agricoli, all'industria alimentare e, soprattutto, ai mezzi di trasporto.

In Alto Adige, invece, le esportazioni sono calate del 4%: una flessione che è riconducibile principalmente al calo delle vendite dei mezzi di trasporto. In entrambe le province è continuata la crescita dei ricavi nel settore terziario. Un aumento che ha beneficiato il turismo: nel primo semestre del 2025 le presenze turistiche sono aumentate del 3% in Trentino e dell'1,6% in Alto Adige. L'accumulazione di capitale è stata contenuta sia a Trento che a Bolzano. I prestiti al settore produttivo sono tornati a crescere in Alto Adige (2% a giugno 2025, mentre era -1,8 a dicembre 2024), sostenuti in particolare dai servizi connessi al turismo e dalle imprese di dimensioni maggiori.
In Trentino si è invece attenuata la contrazione dei prestiti al settore produttivo (-3,5% a giugno, mentre era -7,1 a dicembre 2024).

PROVINCIA DI TRENTO, ALLARME DEI SINDACATI
Le preoccupazioni di Cgil Cisl Uil sull’andamento dell’economia trentina e su una crescita in affanno trovano dunque conferma nell’analisi di Banca d’Italia sullo stato dell’economia regionale nei primi sei mesi del 2025.

I dati confermano che la crescita è molto debole, una tendenza che si lega a filo doppio con il rallentamento del settore industriale trentino, i cui segnali di crisi si sono manifestati già nella seconda metà del 2023, sono stati confermati nel corso del 2024 e ora fanno prevedere un ulteriore calo dei fatturati nei primi sei mesi del 2025. Una dinamica che ha un effetto diretto sull’occupazione. Se è vero come è vero che la disoccupazione in Trentino si mantiene molto bassa, negli ultimi mesi è cresciuto in modo significativo il ricorso alla cassa integrazione e, parallelamente, si è ridotta l’occupazione in un settore, quello industriale, che garantisce migliori condizioni di occupazione e retribuzioni”, affermano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher che sottolineano anche come la frenata del sistema industriale produca effetti negativi “sulla crescita economica del nostro territorio, che presumibilmente attesterà la crescita del Pil intorno allo zero virgola”.

A completare il quadro il tema degli investimenti: pur in un contesto di costo del denaro contenuto l’esposizione bancaria delle imprese non cresce, perché languono gli investimenti. Senza investimenti, però, non si fa crescita né si è competitivi. “Anche se il Rapporto sottolinea buone performance sul fronte del terziario e, in particolare, del turismo, bisogna essere consci del fatto che questo segmento non è in grado di trainare da solo la ripresa economica”, insistono i tre segretari.

Da qui l’appello alla Giunta provinciale ad aprire il confronto sul piano per il rilancio del manifatturiero, annunciato nei giorni scorsi, e a condividere misure per il rilancio del comparto secondario, e degli investimenti in innovazione e sviluppo. “Siamo pronti a dare il nostro contributo, come abbiamo fatto sul patto per i salari, ma è importante passare in tempi rapidi dalle parole ai fatti”, concludono.
Ultimo aggiornamento: 06/11/2025 17:26:28
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