TRENTO - I
conti dell’Università di Trento, dopo l’iniezione di
risorse del Pnrr, tornano. L’Ateneo migliora ulteriormente nella capacità di intercettare fondi europei e ministeriali. Approvato oggi dal Consiglio di amministrazione di Ateneo un bilancio di previsione da
338 milioni. Dal sostegno provinciale e dal dinamismo della capacità di fundraising più garanzie di stabilità, ma l’Ateneo, guidato dal
rettore Flavio Deflorian (nella foto) si mantiene prudente e tiene le spese sotto controllo perché la spesa corrente continua a crescere e pesa l’incertezza sulla sostenibilità. I dati dinanziaflavio-deflorian-rettore-unitrento
I dati finanziari - È un bilancio previsionale in salute quello che oggi il Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento ha esaminato e approvato nella seduta ordinaria che si è tenuta a Palazzo Sardagna. Con il 2025 si è chiusa in modo positivo per l’Ateneo trentino la parentesi di finanziamento legata al Pnrr con un’iniezione eccezionale di risorse (80,8 milioni tra il 2022 e parte del 2026), che sono state utilizzate in coerenza degli obiettivi e nel rispetto dei tempi per il reclutamento di personale e il potenziamento delle infrastrutture e dei dottorati di ricerca.
Dopo la spinta finanziaria del Pnrr sugli esercizi precedenti, il bilancio previsionale dell'Ateneo per il 2026 segna una fase di assestamento, con una previsione di ricavi per 338 milioni di euro, contro i 368 dello scorso esercizio (la differenza sostanzialmente riflette l’entità dei programmi Pnrr). Un dato positivo, molto rilevante in prospettiva, riguarda però le performance dell’Ateneo nel recuperare finanziamenti su base competitiva. Una capacità di fundraising che negli anni è sempre stata alta e in costante crescita.
Tuttavia è nella previsione sul 2026 che il dato si fa ancora più significativo con la previsione di 38,3 milioni ottenuti sul 2026 da bandi ministeriali ed europei contro i 33,4 del 2025. Di seguito il dettaglio del bilancio, con l’indicazione dei ricavi e finanziamenti suddivisi per macroaree e i costi e investimenti previsti, oltre a un approfondimento sullo stato di avanzamento del Piano strategico.
Ricavi e finanziamenti agli investimenti Oltre il Pnrr – Il 2025 è stato l'anno d'oro dei bandi Pnrr, che hanno iniettato nel sistema universitario risorse straordinarie per la ricerca e le infrastrutture. L’Università di Trento ha incassato 80,8 milioni nell’arco di un quinquennio (2022-26). Un’iniezione straordinaria di risorse che però sta volgendo verso la sua naturale conclusione. Le prospettive a medio termine, analizzate nella discussione di bilancio, tracciano un quadro di forte dinamismo per l’Ateneo che, forte anche di questa spinta, ha saputo organizzare una strategia multi-canale efficace per intercettare nuove risorse e alimentare la crescita oltre l'era del Pnrr. Nel corso del 2026 sono attesi infatti ulteriori finanziamenti derivanti da progetti Fis (l’Erc italiano) e sono in fase di perfezionamento numerose proposte di partecipazione al Programma Horizon Europe.
R
icavi da finanziamenti esterni su base competitiva - Rimangono dunque rilevanti (89,1 milioni rispetto ai 117,7 del 2025) i ricavi da finanziamenti esterni e sono frutto degli ottimi risultati ottenuti a seguito della partecipazione a bandi ministeriali ed europei su base competitiva. È particolarmente consolidata la capacità di fundraising a livello comunitario (38,3 milioni rispetto ai 33,4 milioni del 2025). Le risorse sono destinate al reclutamento di personale di ricerca, al potenziamento delle infrastrutture e allo sviluppo delle attività di ricerca in collaborazione con il tessuto produttivo locale. Un aspetto che concorre a rafforzare la competitività del sistema della ricerca trentino.
Finanziamenti provinciali -
Dalla Provincia autonoma di Trento sono attesi 428 milioni per il triennio 2026-28 comprensivi della quota base (per il funzionamento dell’Ateneo), della quota programmatica (per specifici programmi di sviluppo, tra cui soprattutto Medicina) e di quella premiale (in base al raggiungimento degli obiettivi).
Queste assegnazioni si formalizzeranno con il perfezionamento, atteso nei primi mesi del 2026, dell’Atto di indirizzo 2026-2028 che definirà gli obiettivi generali nell’ambito dei quali l’Ateneo organizzerà le proprie attività istituzionali nell’arco temporale di riferimento. Nel frattempo, la Giunta provinciale ha già aggiornato i propri stanziamenti in coerenza con le prospettive di sviluppo condivise e in supporto della costituzione dell’Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino (Asuit). Allo stesso tempo sono già in corso le trattative con la Provincia autonoma di Trento per il nuovo Programma di edilizia universitaria.
Edilizia universitaria - Rimane alta l’attenzione dell’Ateneo sulla gestione immobiliare. La copertura finanziaria degli interventi più urgenti previsti per l’esercizio 2026 sul patrimonio immobiliare di Ateneo è di 7,5 milioni complessivi ed è garantita dalle risorse già assegnate con la Legge di assestamento 2025. Il nuovo Programma di edilizia universitaria dovrebbe garantire la copertura delle ulteriori esigenze di sviluppo strategico per quanto riguarda le dotazioni infrastrutturali. Si tratta di progetti di sviluppo di nuove aree nei poli universitari per sostenere la forte crescita dell’utenza (dottorandi e dottorande, personale docente e ricercatore, altri collaboratori e collaboratrici), investimenti in riqualificazione energetica e sostenibilità, fondamentali per ridurre l'impronta carbonica dell'Ateneo e, infine, progetti di manutenzione straordinaria dovuta all'invecchiamento del patrimonio immobiliare. Le premesse sono solide: in occasione dell’assestamento di bilancio provinciale, sono arrivate rassicurazioni per un trasferimento di fondi a sostegno di tale piano pluriennale.
Contribuzione studentesca - Viene stimata come sostanzialmente stabile nel prossimo triennio: 21,1 milioni per ciascuno degli anni solari di esercizio. Questa stima bilancia da un lato il possibile aumento del numero delle iscrizioni, anche grazie all’arricchimento dell’offerta formativa in ambito medico. Dall’altro, tiene conto delle poche informazioni relativamente al posizionamento degli studenti nelle diverse fasce Isee e degli effetti, ancora tutti da analizzare, che il cosiddetto "inverno demografico" potrebbe portare anche all’Università di Trento.
Costi e investimenti Spesa corrente - A rendere più complessa la partita contabile è la crescita costante della spesa corrente. L'Ateneo sta affrontando un aumento dei costi di gestione corrente, dovuti sia a fattori esterni come l’aumento delle utenze, sia a scelte strategiche interne, tra cui l’aumento degli importi delle borse di dottorato: misura adottata per venire incontro ai giovani e contribuire a migliorare la loro qualità della vita. L'adeguamento della quota base provinciale favorisce una programmazione finanziaria più stabile. Tuttavia rimane la necessità di ridurre nel lungo periodo la dipendenza dal finanziamento esterno, potenziando gli interventi di razionalizzazione, di contenimento e di monitoraggio dei costi, per garantire la sostenibilità e l’equilibrio del bilancio nel tempo.
Spesa per il personale - L’Ateneo è un organismo che cresce e, di conseguenza, costa di più. A pesare sono soprattutto le voci "fisse": i rinnovi contrattuali e gli adeguamenti Istat, che spingono verso l’alto la spesa per il personale. Sullo sfondo rimane anche l’incertezza sui finanziamenti a copertura di costi del personale e soprattutto sulla loro durata nel lungo periodo. In tale contesto, il Consiglio di amministrazione ha indicato come indispensabile proseguire in un costante monitoraggio della spesa e subordinare i piani di reclutamento ad una preventiva analisi di sostenibilità finanziaria.
Piano strategico - L’approvazione del Bilancio di previsione è anche il momento per analizzare lo stato di avanzamento del progetto di sviluppo dell’Ateneo, sintetizzato nel Piano strategico di Ateneo (2022-2027). Il Piano rappresenta il quadro di riferimento per orientare le azioni che ciascuna struttura accademica e gestionale sarà chiamata a sviluppare e articolare secondo le diverse missioni e sensibilità disciplinari, le proprie criticità e la propria strategia di sviluppo. Le azioni programmate per il secondo triennio stanno procedendo, in piena coerenza con la programmazione iniziale approvata dal Comitato guida. Elementi chiave per l'efficienza e l’efficacia nell’indirizzo delle azioni strategiche sono stati l’assegnazione mirata delle risorse, vincolata all'effettivo avvio delle attività, e il monitoraggio periodico per integrare la valutazione dei risultati scientifici con l'analisi dell'andamento della spesa. Per quanto riguarda invece il 2026, la previsione di impegno sul Piano strategico che è stata approvata oggi dal Consiglio di amministrazione è di 3,5 milioni.