Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza, misurazione e marketing (con annunci personalizzati) come specificato nella cookie policy. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.
Usa il pulsante “Accetta” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta” per continuare senza accettare.

-
Mercoledì, 2 settembre 2020

68esimo Trento Film Festival, premi e vincitori delle Genziane

Trento - “A Tunnel” dei georgiani Nino Orjonikidze e Vano Arsenishvili Genziana d’Oro Miglior Film al 68. Trento Film Festival. Per la prima volta si aggiudica il Gran Premio “Città di Trento” un film che rappresenta il Paese ospite. Foto di Michele Purin.


filmLa Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna – Premio CAI al polacco The Wind. A Documentary Thriller; la Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura - Premio “Città di Bolzano” a Sidik and the Panther; le Genziane d’argento Miglior contributo tecnico-artistico a Sicherheit 123 e Miglior cortometraggio a Then Comes The Evening. Premio della Giuria al documentario Alpinist – Confession of a Cameraman, menzione speciale a Polyfonatura.


TUTTI I VINCITORI E PREMI


La Georgia – Paese ospite di questa edizione - conquista il 68esimo Trento Film Festival con il documentario A Tunnel di Nino Orjonikidze e Vano Arsenishvili (Georgia/Germania, 2019, 90’).


La Giuria internazionale - composta da Carlos Casas (Spagna), Salomeé Jashi (Georgia), Gustav Hofer (Italia), Carmen Gray (Nuova Zelanda) e Matteo Della Bordella (Italia) - ha assegnato al film la prestigiosa Genziana d’oro Miglior film - Gran Premio “Città di Trento” - con la seguente motivazione: «una straordinaria vicinanza, un senso per l'atmosfera visiva e un'ottima sintonia con gli squilibri strutturali del potere sono alla base di un film che dice molto del nostro attuale periodo di tensioni geopolitiche, di identità contestate e di un mondo globalizzato del lavoro e del capitale. Drammatico ma mai esagerato, il film identifica gli eventi di un piccolo villaggio come uno scontro tra passato e futuro, tra chi ha e chi non ha, in cui tutti abbiamo un ruolo».


«Anche quest’anno – ha evidenziato il presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi – i film vincitori del Trento Film Festival richiamano l’attenzione del grande pubblico su temi focali per la nostra vita, tra i quali quello del limite, inteso come la necessitaà di riaccendere in tutti noi la consapevolezza del delicato equilibrio tra l’uomo e la natura. Natura che rappresenta - cosìà come evoca il film Sidik and the Panther - la nostra “casa”, la nostra “patria”. A Tunnel e The Wind. A Documentary Thriller ci ricordano con i loro racconti intensi e talvolta drammatici, ma senza esasperazioni, le tensioni umane e sociali che scaturiscono quando si perdono i punti di riferimento rappresentati dagli ambienti naturali in cui si è nati e vissuti, cosìà come avviene agli abitanti di un villaggio di montagna della Georgia, nel cui territorio dovraà essere realizzata un’opera ferroviaria; o ci dicono di come la nostra vita possa essere sospesa di fronte alla forza devastante delle intemperie, cosìà come avviene per gli abitanti della regione di Zakopane in Polonia, dove l'Halny, un forte vento, mette regolarmente a rischio la loro vita, riportandoci alla mente la ferita lasciata dalla tempesta Vaia a fine 2018 e a cui si è richiamato l’artista Albino Rossi per la realizzazione del manifesto di questa 68. edizione del festival. Ancora una volta i film del Trento Film Festival rappresentano, dunque, lo specchio di una societaà chiamata a fare delle scelte importanti per il proprio futuro, per il quale occorre chiedersi, in modo urgente e senza ipocrisie, fino a che punto si è disposti a vivere un presente che impedisce di guardare verso nuovi orizzonti. In questo senso la montagna e le sue culture, narrate dal festival, continuano ad offrire occasioni di riflessione per ritrovare quel senso del limite e dell’equilibrio con la natura di cui l’uomo deve assolutamente avere coscienza».


Si aggiudica la Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna - Premio del Club Alpino Italiano The Wind. A Documentary Thriller di Michal Bielawski (Polonia, 2019, 75’). «Le persone che vivono in montagna – si legge nella motivazione - possono essere esposte a condizioni climatiche estreme, con effetti sul corpo e sulla mente. Grazie a un approccio intrigante e inventivo, il regista conduce il pubblico nella vita degli abitanti della regione di Zakopane in Polonia, dove l'Halny, un forte vento, mette regolarmente a rischio la loro vita e il loro benessere. Creando un'atmosfera di eterna sospensione e seguendo i protagonisti in modo intimo, questo documentario ci ricorda il delicato equilibrio tra la natura e l'uomo, attraverso il lucido sguardo cinematografico dell'autore».


«The Wind costituisce la conferma cinematografica dell'analisi sulla montanitaà, tema della serata di apertura di questo 68. Trento Film Festival e centrale nelle riflessioni e proiezioni in atto nel Club Alpino Italiano», ha dichiarato il presidente generale del CAI, Vincenzo Torti. «Il vento che colpisce Zakopane, infatti, ripropone la situazione ricorrente di molte popolazioni di montagna che, oltre all'oggettiva difficoltaà connessa a distanze e altitudini, si trovano spesso costrette al confronto con elementi naturali di cui si puoà prevedere l'arrivo, ma non l'intensitaà, a volte tale da travolgere ogni cosa. E, a dispetto del piuà forte dei venti, le protagoniste restano sempre loro: le genti capaci di mantenersi intimamente legate alle proprie montagne, qualsiasi cosa accada».


La Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura - Premio “Città di Bolzano” è andato a Sidik and the Panther di Reber Dosky (Paesi Bassi, 2019, 83’) «per il profondo impegno nei confronti della natura, per come connette ecologia e politica, per lo straordinario racconto di quest’esplorazione estrema, per il suo profondo senso di appartenenza e radicamento alle tradizioni e alla natura come patria di noi tutti. Questo film documenta e cattura attraverso immagini realizzate in modo straordinario il rispetto e la passione per il proprio ambiente e la propria storia».


Genziana d’argento - Miglior contributo tecnico – artistico a Sicherheit 123 di Florian Kofler e Julia Gutweniger (Italia/Austria, 2019, 72’). «Questo film cattura l'attesa – si legge nella motivazione della Giuria – una catastrofe potrebbe verificarsi in qualsiasi momento, non in un luogo qualunque, ma proprio dietro casa. Ma per ora è solo una possibilitaà , un rischio. I registi riescono a rappresentare la serenitaà anche in situazioni tutt’altro che serene. Il trattamento artistico del soggetto plasma il contenuto. L'approccio estetico della macchina da presa e del suono aggiungono un sottofondo emotivo agli eventi. Il film diventa una contemplazione della grandezza della natura e degli sforzi dell'uomo per controllarne la minaccia».


Genziana d’argento - Miglior cortometraggio a Then comes the evening di Maja Novakovicé (Serbia/Bosnia Erzegovina, 2019, 28’), «per aver saputo infondere una vita molto semplice in una magnifica natura morta – si legge nella motivazione della giuria – una natura morta piuà che mai vitale, nella quale ogni goccia di luce ha un significato e modella le forme in un modo che si nota d’improvviso nell'infanzia, o in uno scorcio di rivelazione. Per il lavoro meticoloso dei registi nel creare un'opera d'arte che esalta la forma cinematografica».


Il Premio della Giuria è stato assegnato al documentario Alpinist – Confession of a cameraman di Kim Minchul e Lim Iljin (Corea del Sud, 2019, 90’): «Il film offre un punto di vista assolutamente originale, autentico e non convenzionale sull'alpinismo. Questo documentario è un vero e proprio viaggio nella vita del cameraman e alpinista Lim Iljin, con una profonda conoscenza dell'alpinismo e delle diverse ragioni che spingono gli uomini verso la montagna. EÈ un lavoro crudo, a volte doloroso, frutto di molti anni di esperienza sulle montagne piuà ostili del pianeta, che descrive al meglio alcuni dei lati piuà scomodi dell'alpinismo. Questo film è un omaggio a ogni appassionato alpinista e cameraman».


La giuria ha inoltre assegnato la Menzione speciale a Polyfonatura di Jon Vatne (Norvegia, 2019, 20’), dedicato all’esperimento naturalistico-musicale dell'eclettico artista sonoro Eirik Havnes. «A un film che ha catturato la nostra curiositaà e che presenta meravigliosamente un processo creativo e le sue interconnessioni con la natura» si legge nella motivazione della Giuria.


«Nonostante le difficoltaà e gli imprevisti meteorologici, anche questa edizione speciale del Trento Film Festival – commenta il direttore della rassegna, Luana Bisesti – è stata premiata dal pubblico, con un successo al di sopra delle aspettative per le proposte in streaming. La presenza nelle sale, na- turalmente, ha risentito della situazione legata al Covid-19, ma vedere gli spettatori davanti al gran- de schermo, ancorcheé distanziati, creando uno strano effetto a scacchiera, ci ha rincuorato, dandoci un ulteriore sprone per pensare giaà alla prossima edizione della rassegna all’insegna di un ritorno alla normalitaà . Altrettanta soddisfazione ci è giunta anche dai territori e dalle valli del Trentino dove quest’anno il festival è stato presente, realizzando eventi e proiezioni in collaborazione con altre manifestazioni e istituzioni. Abbiamo sentito in questi luoghi e negli eventi che si sono svolti a Tren - to il grande affetto che le persone nutrono nei confronti del festival e l’apprezzamento per il corag- gio di avere organizzato comunque un’edizione speciale della rassegna, nonostante il momento dif- ficile per tutti. In questo senso l’edizione di quest’anno ha rappresentato un messaggio di speranza per ripartire, indicando anche delle possibili strade da percorrere per un futuro sostenibile, dove ognuno possa avere ancora la possibilitaà di raccontare i propri sogni e desideri».


«Il numero di spettatori è stato inevitabilmente incomparabile con i successi delle ultime edizio- ni: dopo mesi lontani dai cinema non si poteva certo sperare che l'abitudine alla sala tornasse in po - chigiorni,tantopiuà inunperiododell'annoinusualeperilfestival»,chiudeSergioFant,responsabi- le del programma cinematografico. «A maggior ragione siamo grati agli spettatori che ci hanno ac- compagnato in queste giornate, e ai registi che non hanno voluto mancare, ringraziandoci per aver dato un segnale che il cinema resiste e riparte. D'altro canto il successo del Trento Film Festival onli - ne (online.trentofestival.it), con giaà oltre 3.000 utenti registrati e quasi 12.000 visioni in streaming, e davanti ancora un'intera settimana di disponibilitaà della piattaforma (fino al 9 settembre), ci con - ferma che il pubblico del festival non è diminuito, anzi, semplicemente ha preferito la dimensione domestica, o si è arreso alle difficoltaà di spostamento, assecondando comprensibili preoccupazioni. A tutti questi spettatori, tanto nelle nostre sale quanto sui loro divani, promettiamo di ricominciare presto a lavorare alla prossima edizione».


La Giuria del 68. Trento Film Festival – composta da Carlos Casas (Spagna), Salomeé Jashi (Georgia), Gustav Hofer (Italia), Carmen Gray (Nuova Zelanda), Matteo Della Bordella (Italia) - ha assegnato i seguenti premi ufficiali:
GRAN PREMIO “CITTÀ DI TRENTO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM
A Tunnel
di Nino Orjonikidze e Vano Arsenishvili (Georgia/Germania, 2019, 90’)
PREMIO DEL CLUB ALPINO ITALIANO
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ALPINISMO, POPOLAZIONI E VITA DI MONTAGNA The Wind. A Documentary Thriller
di Michal Bielawski (Polonia, 2019, 75’)
PREMIO “CITTÀ DI BOLZANO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ESPLORAZIONE O AVVENTURA Sidik and the Panther
di Reber Dosky (Paesi Bassi, 2019, 83’)
GENZIANA D’ARGENTO
MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO-ARTISTICO Sicherheit 123
di Florian Kofler e Julia Gutweniger (Italia/Austria, 2019, 72’)
GENZIANA D’ARGENTO
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Then Comes the Evening
di Maja Novakovicé (Serbia/Bosnia Erzegovina, 2019, 28’)
PREMIO DELLA GIURIA
Alpinist – Confession of a Cameraman
di Kim Minchul e Lim Iljin (Corea del Sud, 2019, 90’)
MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA
Polyfonatura
di Jon Vatne (Norvegia, 2019, 20’)
GRAN PREMIO “CITTÀ DI TRENTO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM
A Tunnel di Nino Orjonikidze e Vano Arsenishvili (Georgia/Germania, 2019, 90’)
MOTIVAZIONE - Una straordinaria vicinanza, un senso per l'atmosfera visiva e un'ottima sintonia con gli squilibri strutturali del potere sono alla base di un film che dice molto del nostro attuale periodo di tensioni geopolitiche, di identitaà contestate e di un mondo globalizzato del lavoro e del capitale. Drammatico ma mai esagerato, il film identifica gli eventi di un piccolo villaggio come uno scontro tra passato e futuro, tra chi ha e chi non ha, in cui tutti abbiamo un ruolo.
SINOSSI - Si lavora duramente per costruire una ferrovia nei pressi di un remoto villaggio di montagna georgiano. Quando saraà completata, di qui passeraà la nuova “Via della seta” ferroviaria. Ma affincheé questo collegamento ad alta velocitaà tra Cina ed Europa sia operativo, bisogna scavare un tunnel, che passa proprio sotto una montagna dove gli abitanti del villaggio hanno i loro campi e pascoli. Vengono promessi prosperitaà e progresso, ma nell'atmosfera sognante di questo villaggio uscito da una fiaba, l'arrivo del treno sembra piuà un incubo. Sullo sfondo di splendidi e placidi scenari, i problemi di lingua e comunicazione tra lavoratori georgiani e cinesi provocano litigi feroci e sfociano in un teso sciopero, riflettendo perfettamente l'atmosfera surreale di un ordine mondiale in trasformazione.


PREMIO DEL CLUB ALPINO ITALIANO
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ALPINISMO, POPOLAZIONI E VITA DI MONTAGNA The Wind. A Documentary Thriller di Michal Bielawski (Polonia, 2019, 75’)
MOTIVAZIONE - Le persone che vivono in montagna possono essere esposte a condizioni climatiche estreme, con effetti sul corpo e sulla mente. Grazie a un approccio intrigante e inventivo, il regista conduce il pubblico nella vita degli abitanti della regione di Zakopane in Polonia, dove l'Halny, un forte vento, mette regolarmente a rischio la loro vita e il loro benessere. Creando un'atmosfera di eterna sospensione e seguendo i protagonisti in modo intimo, questo documentario ci ricorda il delicato equilibrio tra la natura e l'uomo, attraverso il lucido sguardo cinematografico dell'autore.
SINOSSI - L’Halny, un potente vento, è l’elemento ambientale piuà imprevedibile delle montagne polacche. Arriva a intervalli regolari, ogni primavera e autunno, ma non si sa mai se e quando si trasformeraà in una distruttiva burrasca. Halny colpisce in particolare gli abitanti della regione di Zakopane, trasformando pittoreschi sentieri di montagna nello scenario di una selvaggia rappresentazione della forza della natura.


PREMIO “CITTÀ DI BOLZANO”
GENZIANA D’ORO MIGLIOR FILM DI ESPLORAZIONE O AVVENTURA Sidik and the Panther di Reber Dosky (Paesi Bassi, 2019, 83’)
MOTIVAZIONE - Per il suo profondo impegno nei confronti della natura, per come connette ecologia e politica, per lo straordinario racconto di quest’esplorazione estrema, per il suo profondo senso di appartenenza e radicamento alle tradizioni e alla natura come patria di noi tutti. Questo film documenta e cattura attraverso immagini realizzate in modo straordinario il rispetto e la passione per il proprio ambiente e la propria storia.
SINOSSI - Il leopardo persiano vive nell'aspro paesaggio montano dell'Iraq settentrionale curdo. Almeno, cosìà crede Sidik. Armato di binocolo e bastone da passeggio, si aggira tre le colline alla ricerca di tracce di questo felino. Ha cercato invano per 25 anni, ma se riuscisse ad avvistarne uno, l'intera area sarebbe classificata come riserva naturale protetta, e lui spera questo metterebbe fine ai bombardamenti e omicidi che affliggono la regione. Durante il suo peregrinare incontra bracconieri, cacciatori ed escursionisti con i quali condivide i suoi ricordi. Una conversazione con un ragazzo che vorrebbe partire per l'Europa rivela che non tutti sono cosìà attaccati alle proprie radici come Sidik. Affascinanti scene di natura selvaggia rendono l'amore di Sidik per la regione, in una commovente ode visiva alla perseveranza e al patriottismo pacifico.


GENZIANA D’ARGENTO MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO-ARTISTICO Sicherheit 123 di Florian Kofler e Julia Gutweniger (Italia/Austria, 2019, 72’)
MOTIVAZIONE - Questo film cattura l'attesa. Una catastrofe potrebbe verificarsi in qualsiasi momento, non in un luogo qualunque, ma proprio dietro casa. Ma per ora è solo una possibilitaà, un rischio. I registi riescono a rappresentare la serenitaà anche in situazioni tutt’altro che serene. Il trattamento artistico del soggetto plasma il contenuto. L'approccio estetico della macchina da presa e del suono aggiungono un sottofondo emotivo agli eventi. Il film diventa una contemplazione della grandezza della natura e degli sforzi dell'uomo per controllarne la minaccia.
SINOSSI - La lotta dell'uomo contro la natura è al centro di Sicherheit 123. Nel suo viaggio puramente visuale attraverso le Alpi, il documentario osserva i processi di lavoro e ricerca di scienziati, tecnici e corpi di soccorso in caso di catastrofe. Il flusso di misurazioni e simulazioni che ne risulta permette di approfondire un sistema di sicurezza imponente, ma in gran parte invisibile.


GENZIANA D’ARGENTO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Then Comes the Evening di Maja Novakovicé (Serbia/Bosnia Erzegovina, 2019, 28’)
MOTIVAZIONE - Per aver saputo infondere una vita molto semplice in una magnifica natura morta. Una natura morta piuà che mai vitale, nella quale ogni goccia di luce ha un significato e modella le forme in un modo che si nota d’improvviso nell'infanzia, o in uno scorcio di rivelazione. Per il lavoro meticoloso dei registi nel creare un'opera d'arte che esalta la forma cinematografica.
SINOSSI - La vita dolce-amara di due anziane che vivono isolate sulle colline della Bosnia orientale. La natura è l'entità con cui le vecchiette parlano, che ascoltano e rispettano. Il film riflette la semplicitaà e purezza del loro modo di vivere, e il loro diligente lavoro quotidiano. Un omaggio al patrimonio culturale immateriale, attraverso la presentazione di canti e rituali per domare il tempo avverso, la grandine e la tempesta.


PREMIO DELLA GIURIA
Alpinist – Confession of a Cameraman di Kim Minchul e Lim Iljin (Corea del Sud, 2019, 90’)
MOTIVAZIONE - Il film Alpinist - Confession of a cameraman offre un punto di vista assolutamente originale, autentico e non convenzionale sull'alpinismo. Questo documentario è un vero e proprio viaggio nella vita del cameraman e alpinista Lim Iljin, con una profonda conoscenza dell'alpinismo e delle diverse ragioni che spingono gli uomini verso la montagna. E' un lavoro crudo, a volte doloroso, frutto di molti anni di esperienza sulle montagne piuà ostili del pianeta, che descrive al meglio alcuni dei lati piuà scomodi dell'alpinismo. Questo film è un omaggio ad ogni appassionato alpinista e cameraman.
SINOSSI - Questa è la storia di alcuni dei piuà audaci per quanto poco noti alpinisti coreani, delle loro sfide impossibili guidate da sogni ingannevoli, e dei tragici risultati che un cameraman non solo ha documentato, ma anche contribuito attivamente a causare durante quattro spedizioni himalayane, tra il 2009 e il 2013. Il film è stato completato in seguito alla sua stessa morte sull’Himalaya, subito dopo la sua prima, e ultima, confessione.


MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA Polyfonatura di Jon Vatne (Norvegia, 2019, 20’)
MOTIVAZIONE - A un film che ha catturato la nostra curiositaà e che presenta meravigliosamente un processo creativo e le sue interconnessioni con la natura.
SINOSSI - L'eccentrico artista sonoro Eirik Havnes sta preparando il suo progetto piuà ambizioso: un capolavoro sinfonico in cui la natura diventa la sua orchestra. Eirik raccoglie i suoni naturali con microfoni artigianali, li modifica e assembla in una composizione musicale che eseguiraà infine dal vivo, unendo approccio scientifico e entusiasmo infantile. Un concerto sensoriale tra fiordi e montagne, attraverso il tempo e lo spazio, che puoà cambiare il modo in cui percepiamo e ascoltiamo la natura.


Riconoscimenti speciali – 68esimo Trento Film Festival
Premio “Mario Bello”
Istituito dal Centro di cinematografia e Cineteca del Club Alpino Italiano al film che meglio rispecchi i valori e gli ideali del Club Alpino Italiano.
Il premio, in memoria della figura di Mario Bello, viene assegnato al miglior film, tra quelli ammessi alla Categoria Alp&Ism del Trento Film Festival - preferibilmente di un regista che non abbia ancora compiuto i 40 anni, che rappresenti l’alpinismo nei suoi molteplici aspetti di avventura umana, culturale, tecnica, di rispetto dell’ambiente, di valorizzazione e promozione delle popolazioni che vivono nelle Terre Alte, delle loro culture e tradizioni, e che rispecchi i valori e gli ideali del Club Alpino Italiano.


La giuria composta dal Presidente del CCC Angelo Schena, da Nicoletta Favaron, Michele Ambrogi e Carlo Ancona, ha deciso di assegnare il Premio “Mario Bello” al film:
Anba – Au Coeur d’Haiti
di Cellier Vladimir (Francia, 2018, 24’)
MOTIVAZIONE - Il film coniuga povertaà estrema, bellezza del paesaggio e disperazione dei resti di un duplice colonialismo (l’estrazione della canna da zucchero prima, l’invasione turistica poi) naufragato con i disastri di una dittatura distruttiva, un terremoto devastante, il colera, l’uragano Matthew. Su tutta la tragedia emergono peroà il sorriso di Y Hope (“people were smiling...”), le musiche affascinanti suonate con strumenti elementari, il messaggio mistico di antichi riti voodoo, ritrovati nella dimensione dello spavento di entrare nella grotta. Una narrazione fresca e inusuale in riferimento a tematiche di natura sociale e antropologica. L’alpinismo nella sua parte piuà nascosta, una continua ricerca in profonditaà, nelle viscere della terra per conoscerla piuà a fondo. Una forzatura culturale, se vogliamo, per un popolo che fonda la sua cultura su danze tribali e riti propiziatori discendenti dalla piuà radicata tradizione africana da cui la popolazione creola di Haiti discende. Un passato di schiavituà , di lotte, di sfruttamento. Un presente incerto volto alla costruzione di un futuro probabilmente migliore, attraverso un modo nuovo di coinvolgere la gente nella inusitata attivitaà della speleologia. Il tutto con la consapevolezza che le forze della natura e degli spiriti sono comunque piuà forti di quelle dell’uomo. Un sorriso stampato sul viso, canti, danze...in fondo questo forse è l’insegnamento piuà grande che arriva al mondo occidentale: comunque vada...si puoà sempre ripartire!


Premio RAI
Premio al miglior documentario d’attualitaà assegnato dalla Sede Rai di Trento.
La Giuria composta da Sergio Pezzola (Direttore della Sede RAI di Trento), Waimer Walter Perinelli – (giornalista) e Giorgio Balducci (Programmista Regista) designa vincitore del premio Rai 2020 nell'ambito del Trento Film Festival il documentario
Pratomagno
di Gianfranco Bonadies, Paolo Martino (Italia, 2019, 29’)
MOTIVAZIONE - Il documentario realizzato con tecnica mista, recitazione ed animazione, racconta la scelta del giovane gambiano Sulayman, pastore di capre a Pratomagno, sulla dorsale appenninica, di tornare nella sua patria d’origine, lasciando la famiglia dove vive e lavora. Alberto è un bimbo biondo e riccioluto amico di Sulayman.

E' lui che da adulto torna a Pratomagno per farci rivivere una storia d’immigrazione, fatica, ma anche di amicizia e solidarietaà, uguale a tante altre. Il mare e la pioggia torrenziale fanno da scenografia: avvolgono i fatti. L’acqua è custode dei ricordi, barriera o sentiero fra continenti, fonte di vita o di morte. La giuria ha apprezzato la sintesi e i diversi piani di narrazione, con il passato recitato ed il presente, cruento e impietoso, affidato all'animazione. La musica accompagna il dialogo sintetico e rarefatto, di persone travolte ma non domate dalla vita.


Premio Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO
Istituito dalla Fondazione Dolomiti UNESCO e dalla SAT Societaà Alpinisti Tridentini al miglior film che documenti la consapevolezza delle comunità rispetto agli eccezionali valori universali riconosciuti da UNESCO e la capacitaà di una conservazione attiva del territorio.
La giuria costituita da Maria Carla Failo (Presidente), Annibale Salsa, Riccardo Decarli ha deciso di assegnare il premio al film:
Vulnerabile bellezza
di Manuele Mandolesi (Italia, 2019, 75')
MOTIVAZIONE - La storia di questa giovane famiglia che decide, dopo il terremoto nel Centro Italia del 2016, di rimanere nella propria terra e di ricostruire, in mezzo a mille difficoltaà, la propria vita, ci ricorda ancora una volta che non siamo noi a dettare le leggi alla natura, ma che dobbiamo cercare con essa un rapporto di rispetto, che diventa anche di reciproco vantaggio.


I motivi del premio che viene assegnato al film Vulnerabile bellezza sono in parte gli stessi che hanno attribuito alla giovane protagonista, l’allevatrice Michela, il premio per la biodiversitaà nell’agro alimentare della regione Marche nel 2017. La sua decisione di recuperare l’allevamento di una razza ovina presente sui Sibillini fin dal XVIII secolo, ma ormai quasi del tutto scomparsa, diventa non solo incentivo per dare avvio a una filiera agroalimentare che coinvolga anche altre attivitaà produttive, ma rappresenta anche la rigenerazione dei pascoli in quota, oggi in gran parte abbandonati e il cui recupero è invece fondamentale per la biodiversitaà ambientale.


Una scelta di vita che nasce, e non altrimenti potrebbe essere, da un forte legame con la terra, gli animali e l’ambiente naturale, che viene presentato con splendide immagini nelle varie stagioni; legame vissuto profondamente e quotidianamente, alimentato da un intenso e reciproco rapporto con i diversi luoghi vissuti e praticati da Michela, Stefano e dai piccoli Diego ed Emma, componenti a tutti gli effetti della famiglia. Protagoniste del racconto sono anche la tenacia femminile nella scelta di un progetto di vita e di lavoro da condividere con la famiglia e la perseveranza nel volerlo realizzare con realismo e positivitaà. Credere profondamente in un sogno permette fin da subito di realizzarlo almeno in parte.


Premio Solidarietà Cassa Rurale di Trento
Istituito dalla Cassa Rurale di Trento all’opera, film, documentario, che meglio racconti il concetto di solidarietaà fra le persone e le comunità.
La Giuria del "Premio Solidarietaà Cassa di Trento" composta da componenti dell'Area Relazioni Esterne di Cassa di Trento e presieduta dal Responsabile di "Ufficio Soci e Comunicazione" Franco Dapor ha deciso di assegnare il Premio al film:
Cholitas
di Jaime Murciego e Pablo Iraburu (Spagna, 2019, 80’)
MOTIVAZIONE - Cinque donne coraggiose - espressione della cultura del popolo Aymara che vive l'esistenza individuale in stretta connessione con la vita della Comunitaà - decidono di realizzare i loro sogni e le loro aspirazioni salendo sulla cima del Monte Aconcagua, la montagna piuà alta del continente americano. Lo faranno portando con seà le loro tradizioni - espresse anche nel pittoresco abbigliamento - ma dall'esplorazione ricaveranno maggiore forza e nuove consapevolezze. Sapranno superare insieme, infatti, paura e fatica, imparando la lezione magistrale della montagna. Il viaggio in tale aspra bellezza le renderaà infatti piuà unite nel sentimento solidale offrendo loro, inoltre, l'apprendimento di una visione di libertaà e di completezza nella ricognizione anche interiore delle loro anime, arricchendole con nuove risorse di dignitaà umana e di valori di affrancamento ed emancipazione: "...nessuno andraà troppo avanti o resteraà indietro, noi tutte saremo insieme, percheé il gruppo infonde una forza speciale".


Premio Studenti Università di Trento, Bolzano e Innsbruck
Istituito dalle Universitaà di Trento, Bolzano e Innsbruck a un’opera di particolare valore culturale realizzata da un autore di etaà inferiore ai 33 anni.
La giuria internazionale studentesca formata da Riccardo Parola (Universitaà di Trento), Amna Khan (Universitaà di Trento), Luca Scazza (Universitaà di Trento), Isabella Panigada (Universitaà di Bolzano), Judith Prugger (Universitaà di Bolzano), Luisa Maria Heindl (Universitaà di Bolzano), Nicole Pratelli (Universitaà di Innsbruck) e Alberto Geat (Universitaà di Innsbruck) ha deciso di assegnare il premio speciale 2020 proposto da questi enti a:
Croste di polenta
di Emanuele Bonomi (Italia/Regno Unito, 2018, 20’)
MOTIVAZIONE – Croste di Polenta riesce a inscenare in modo impressionante ed emozionante l'atmosfera del periodo bellico in Alto Adige attorno al 1915 attraverso l’impiego degli insegnamenti della tradizione cinematografica. Per questo motivo argomenti come appartenenza nazionale e crudeltaà della guerra non sono imposti allo spettatore, ma sta a lui decidere se il cortometraggio è una narrazione visiva di due giovani che cercano di sfuggire agli eventi, o se è un invito ad affrontare questi argomenti. La giuria desidera sottolineare in particolare la splendida fotografia delle montagne e la palpabile dedizione con cui è stato prodotto il film.


La giuria ha assegnato anche una Menzione speciale al film: Con le mie mani
di Mattia Venturi (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE - La giuria ha deciso di premiare il film Con le mie mani con una menzione speciale, data la sua capacitaà di ricordare in modo calmo e piacevole l'importanza della natura per l'essere umano. Lo sguardo onesto sulla regione suscita interesse, e raccontando quattro diverse storie di vita lo spettatore è sempre toccato da momenti dove viene evidenziato il legame fra l'uomo e la montagna.


Premio MUSE Videonatura
Istituito dal MUSE - Museo delle Scienze di Trento all'opera piuà originale, per soggetto, sceneggiatura e montaggio, nel racconto di temi quali natura, ambiente, sostenibilitaà e cambiamenti climatici.


La giuria del Premio MUSE, composta da Michele Lanzinger (Presidente), Davide Dalpiaz e Fabio Pupin, ha deciso di assegnare all’unanimitaà il premio al film:
Sidik and the Panther
di Reber Dosky (Paesi Bassi, 2019, 83')
MOTIVAZIONE - Il leopardo persiano, una delle sottospecie meno studiate di questo straordinario felino, è in imminente pericolo di estinzione nel suo areale mediorientale: ne rimangono ormai solo poche centinaia. Da decenni Sidik vaga per le montagne del Kurdistan iracheno cercandolo col suo vecchio binocolo e raccoglie le testimonianze degli abitanti del luogo su una presenza che, dopo anni di sanguinosi conflitti, sembra ormai un lontano ricordo. EÈ convinto che prima o poi il leopardo torneraà. Le montagne, a cui il popolo curdo è legato indissolubilmente nonostante qualunque avversità , potranno allora diventare area protetta e finalmente rinascere. In una contemporaneitaà che rende sempre piuà alienato il rapporto con la natura (magnifica la scena in cui Sidik mostra ai due figli un gruppo di storni rosei su un albero in fiore, senza riuscire a distoglierli dai loro tablet), giova ricordare come molte delle prime aree protette siano nate sulla spinta della salvaguardia di “specie bandiera” come nel caso dello stambecco per il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Nella sua missione di sensibilizzazione il MUSE trova una risonanza importante in opere come questa, che attraverso un approccio personale e poetico sottolineano la capacitaà dell’uomo di essere tanto il problema quanto la soluzione.


Premio Museo Usi e Costumi della Gente Trentina
Istituito dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina al film che meglio rappresenta con rigore documentario etnoantropologico, gli usi e costumi delle genti della montagna.
La giuria composta da Giovanni Kezich (Presidente), Daniela Finardi, Antonella Mott, Caterina Sartori, assegna con voto unanime il premio al film:
Suspensión
di Simon Uribe (Colombia, 2019, 73')
MOTIVAZIONE - Frutto di una ricerca filmica prolungata e attenta in un contesto ambientale difficile, il film conduce direttamente al cuore del problema che in tutto il mondo lega le comunitaà di montagna alle vie di comunicazione che ne garantiscono i collegamenti elementari. Così, sospesa tra indifferibili necessitaà sociali e insormontabili difficoltaà di realizzazione, l’arrischiata vicenda delle grandi opere della viabilitaà montana sembra poter rappresentare molto bene la condizione specifica di comunitaà umane sempre in bilico tra forzata solitudine e omologazione incombente.


Premio BIM
Istituito dai quattro BIM (Bacini Imbriferi Montani) della Provincia di Trento e assegnato al miglior film che documenti azioni di attenzione e tutela dell'ambiente e delle risorse naturali, con particolare riferimento all'acqua.
La giuria del Premio BIM composta da Michele Bellio, Alessandro Togni, Marcello Riccadonna, Filippi Gilli, assegna il premio al film:
Con le mie mani
di Mattia Venturi (Italia, 2020, 69’)
MOTIVAZIONE - Muovendo dai tragici avvenimenti della tempesta Vaia del 2018, affrontati con pudore e toccante rispetto, il racconto intessuto dal regista e dal cosceneggiatore si muove con semplicitaà, ma senza banalitaà, lungo una simbolica scalata alla vetta. I quattro protagonisti ci restituiscono il lato umano della montagna, declinando l’importanza di quest’ultima in percorsi personali variegati ed affascinanti. Su tutto emerge la necessitaà di partecipare attivamente all'esperienza sensoriale, come suggerito dal titolo, sia essa quella del brivido di una scalata ad una parete vergine, o la percezione della vita in luoghi impensati, o ancora la fisicitaà di un legno boschivo che si trasforma in arte, in musica, in emozione. Il sentire di ciascun individuo partecipa al quadro generale, permettendo al film di affrontare riflessioni attuali come le conseguenze dei cambiamenti climatici e la riduzione delle fonti d’acqua d’alta quota. Ma sono prevalentemente le ricerche personali ad arricchire il quadro, ponendo interrogativi esistenziali sul senso dell’esperienza alpinistica, sulla difficoltaà di coniugare i ritmi contemporanei con il naturale scorrere del tempo e sulla necessitaà di vivere la montagna in maggiore sintonia con la natura.


In questa logica di approfondimento emozionale, impreziosita da frammenti di repertorio e mai forzata da un montaggio pulito e lineare, trova espressione la valutazione della giuria, volta a ricordare lo storico ruolo del BIM nel sostenere chi vive in montagna e in relazione alla montagna. Le storie raccolte in questo lavoro appaiono esemplari dell’incredibile varietaà umana che muove dall'ambiente cui è dedicata la nostra attenzione, con particolare attenzione a chi ne sa esplorare con rispetto gli spazi, a chi dedica la sua esistenza a studiarne l’evoluzione per garantirne la tutela, a chi ne sfrutta sapientemente i doni, trasformandoli in ulteriore rinnovabile risorsa.


Premio CinemAMoRE
Alla miglior opera della sezione Orizzonti Vicini, dedicata ai film prodotti o girati in Trentino Alto Adige, agli autori, case di produzione e scuole di cinema della regione, alle storie e al racconto del territorio. Istituito dai tre Concorsi cinematografici di levatura internazionale del Trentino: Rassegna Internazionale Cinema Archeologico di Rovereto, Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival.


La giuria del Premio CinemAMoRe, composta da Claudia Beretta (per la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico), Tommaso Bonazza (per il Trento Film Festival) e Andrea Morghe (per Religion Today) ha deciso all'unanimitaà di assegnare il premio al film:
One More Jump
di Manu Gerosa (Italia/Svizzera/Libano, 2019, 83’)
MOTIVAZIONE - Con uno stile cinematograficamente maturo ed essenziale, il documentario di Manu Gerosa cattura in presa diretta la tutt’altro che ordinaria vicenda umana e sportiva dei ragazzi del Gaza Parkour Team. Le acrobazie mozzafiato compiute dai giovanissimi atleti palestinesi, carichi di sogni e speranze per il proprio futuro, divengono il contrappunto estetico della precaria e sospesa esistenza degli abitanti della Striscia di Gaza. La forza del soggetto, delle scelte registiche e la poetica senza fronzoli della narrazione si uniscono con mirabile coesione all’utilizzo di nuovi mezzi cinematografici quali action-cam e droni. Gli scheletri degli edifici bombardati sono il playground dal quale spiccare un altro salto – one more jump – verso il miraggio europeo o semplicemente verso una maggiore libertà.


La Giuria ha inoltre deciso di assegnare una menzione speciale al film: Le creature di Andrea
di Thomas Saglia (Italia, 2019, 75’)
MOTIVAZIONE - Con la sua spassosa e ben strutturata opera d’esordio Le creature di Andrea, Thomas Saglia dimostra di aver raggiunto una distinta maturitaà registica. La personalitaà travolgente e spontanea del vulcanico pittore lagarino Andrea Fusaro incontra quella piuà pacata e razionale del collega artista e patrocinatore Osvaldo Maffei in uno scambio-confronto non privo di tratti comici. Le felici scelte musicali, insieme agli elementi fotografici e di montaggio, concorrono alla creazione di un ritratto delicato ma dai colori vibranti, proprio come nell’arte di Andrea.
Premio Forum trentino per la pace e i diritti umani
Istituito dal Consiglio provinciale di Trento – Forum trentino per la pace e i diritti umani trentino per la pace e i diritti umani volto a premiare l’opera/film/documentario che descriva ed esprima al meglio la tematica del rispetto dei diritti umani.


La giuria del Premio “Forum trentino per la pace e i diritti umani”, composta dal Presidente di giuria Massimiliano Pilati, e dai membri Katia Malatesta, Gabriele Piamarta, Maddalena Recla e Riccardo Santoni ha deciso di assegnare all’unanimitaà il premio al film:
Cholitas
di Jaime Murciego e Pablo Iraburu (Spagna, 2019, 80’)
MOTIVAZIONE - Per la capacitaà di intrecciare in un avvincente racconto di empowerment femminile temi e valori prioritari della cultura dei diritti umani e della dignitaà della persona, mettendo in luce il ruolo delle donne e delle popolazioni indigene nella difesa, nella conservazione e nella valorizzazione della natura, in parallelo con l'evidenza di una comunitaà globale tra chi prova attaccamento e amore per l'ambiente, come le cholitas e le guide alpine, il premio del Forum trentino per la pace e i diritti umani è attribuito al film Cholitas di Jaime Murciego e Pablo Iraburu, testimonianza preziosa di quanto il valore del mettersi in gioco in prima persona non sia determinato solo dal risultato finale, ma soprattutto dal percorso che si intraprende.


Premio ITAS del Libro di Montagna: vince IL LIBRO DELLA NEVE di Franco Brevini


Con Il libro della neve (Il Mulino), Franco Brevini è il vincitore della 46° edizione del Premio ITAS del Libro di Montagna, il concorso letterario internazionale dedicato alle opere in cui si celebra la montagna in ogni sua forma.


Oltre a vincere nella sezione, "Ricerca e Ambiente" (per la quale la sua opera era in concorso), Franco Brevini è il primo vincitore del Premio ITAS nella sua rinnovata struttura che ora prevede la proclamazione di un vincitore assoluto e un maggior numero di categorie di volumi in gara, passato da tre a cinque. Il concorso, la cui premiazione dei vincitori si inserisce come da tradizione nell’ambito del Trento Film Festival, quest’anno ha superato il record per numero di libri ricevuti: in totale sono pervenute 123 opere da 58 case editrici.


Critico letterario, docente universitario, alpinista appassionato e protagonista di viaggi d’esplorazione ai quattro angoli del mondo, Brevini è portatore di una cultura che si nutre dell’esperienza e, al tempo stesso, un pensatore capace di riflessioni profonde su ciò che spesso si è portati a dare per scontato. Il bisogno di conoscere e sapere l’ha spinto lungo gli affascinanti sentieri della poesia dialettale italiana come sulle vie delle montagne più alte. Con Il libro della neve, l’autore ha prodotto un volume che parte dall’osservazione di un singolo fiocco di neve, ci trascina in un viaggio affascinante che spazia dal timore suscitato negli antichi dal "crudo verno" ai pattinatori raffigurati nei quadri fiamminghi, dal senso del sublime che le Alpi innevate evocavano ai poeti romantici alla visione addomesticata dei pendii imbiancati proposta dai moderni comprensori sciistici. Un libro necessario, molto documentato, riccamente illustrato con gusto e raccontato da una voce affascinante come quelle che ci piacerebbe ascoltare la sera, nel tepore di un rifugio, mentre fuori mulinano i turbini della "bianca signora".


Le altre migliori opere che la giuria ha decretato nelle sezioni in gara sono:


- L’impero in quota (Einaudi) di Silvia Giorcelli Bersani - sezione “Vita e storie di montagna”. Con questo volume si traccia forse il primo profilo strutturato e completo della presenza dei Romani nelle Terre Alte, con una portata metodologica che va oltre i confini storici tracciati. La scrittura, inoltre, pur non rinunciando mai alla precisione scientifica, sa essere chiara ed efficace. Le storie di vita delle persone che hanno animato le Terre Alte in età antica sono studiate, descritte e raccontate con una esemplare sintesi di metodo ed efficacia. A ciò, si aggiunge la capacità dell’autrice di saper osservare quel mondo con una visione prospettica, che non altera il dato storico, ma lo colloca sempre in un contesto più ampio che, anche se solo a contorno, tocca il passato più remoto, antecedente la presenza romana, e il presente. E dimostra che se la presenza romana nelle Alpi è stata foriera di scontro con le popolazioni indigene, ebbene questo scontro è stato "sì traumatico, certamente, ma anche e soprattutto fecondo", perchè le Alpi in età romana furono "un esemplare laboratorio di sperimentazione politica, amministrativa, sociale e culturale".


- Trail Running & Ultra Trail (Mulatero editore) di Nicola Giovanelli - sezione “Guide e mappe”. Manuale per la preparazione, la programmazione dell’allenamento e della strategia di gara. Nicola Giovanelli riesce nel difficile compito di condensare il risultato di conoscenze accumulate in anni di esperienza come ricercatore, atleta e allenatore, rendendole fruibili a un pubblico vasto. Lo fa in maniera agile, esaustiva, avvalendosi di schemi e diagrammi, test di valutazione, foto-sequenze e tabelle. Dischiude una vera e propria miniera di informazioni, dando modo a chiunque voglia avvicinarsi a questa disciplina, o a chi intenda migliorare la sua prestazione, di poggiare su una solida base di conoscenze pratiche da cui partire per "dare gambe", con metodo e consapevolezza, al suo sogno di montagna "vissuto di corsa".


- Ogre. Il settemila impossibile (Corbaccio) di Doug Scott - sezione "Alpinismo e sport di montagna". Dopo mesi di preparativi e settimane di permanenza sulla montagna, il pomeriggio del 13 luglio 1977, Doug Scott, alpinista di fama mondiale tra gli anni '70 e '80, insieme a Chris Bonington raggiunge la cima dell’Ogre, nel Karakorum. Sono i primi alpinisti in assoluto a conquistare una delle vette tra le più difficili al mondo. La spedizione si sarebbe potuta concludere con soddisfazione, per finire negli annali dell’Alpine Club, ma le difficoltà estreme sono tante e inizia così l’odissea della discesa. É un bel saggio di esplorazione, un manuale di storia dell’alpinismo sulle alte montagne, un libro di viaggio e, ovviamente, un gran resoconto di ascensione. Accanto alla medaglia d’ora della Royal Geographical Society, ora Doug Scott può esporre due premi Itas per la letteratura di montagna (il primo vinto nel 1993 per "Himalayan Climber"), unico autore fino ad ora ad esserci riuscito.


- Una balena va in montagna (Salani editore) di Ester Armanino e Nicola Magrin - sezione “Libri per ragazzi”. É una storia in cui il suo fluire collega due mondi distanti e diventa veicolo di una grande amicizia: una creatura del mare e un figlio della montagna, legati l’una all’altro da un torrente. Le parole di Ester Armanino, semplici e antiche come nelle favole, e i potenti disegni di Nicola Magrin dialogano tra loro e trovano corrispondenze, anch’esse sono due anime che incontrandosi portano in dote le proprie origini: l’acqua salata del Mar Ligure e quella dolce dei corsi d’acqua della Valtellina che si uniscono poeticamente in questo libro.


La Menzione speciale Trentino, segnalazione particolare riservata all’opera che valorizza gli autori o l’editoria del Trentino, è stata assegnata a Le radici dei boschi. La questione forestale nel Tirolo italiano durante l‘Ottocento (Publistampa Edizioni) di Mario Cerato. Il libro documenta l’evoluzione del rapporto tra le autorità governative, le popolazioni e le loro foreste durante il XIX secolo. L’operazione che compie Cerato è quella di indagare con metodo rigoroso, coniugando le profonde competenze scientifico-tecniche con quelle della ricerca storica, sorretta da una vastissima documentazione. Ne esce un poderoso saggio che analizza la questione forestale con uno sguardo che è insieme specifico e sistemico. L’autore affronta con sapienza le complesse questioni amministrative e gestionali, descrive i problemi dell’utilizzo delle risorse forestali, le interazioni e i conflitti ad esse legati. Riscostruisce storie di territori molto diversi fra loro e le trasformazioni che li hanno percorsi e modellati. Ci restituisce un quadro dalle molteplici e stimolanti letture. Una di queste emerge con grande nettezza: il bosco come parte integrante della collettività trentina, della sua storia, che ne ha condizionato l’esistenza e a sua volta è stato condizionato.


"Tenacia, orgoglio, meraviglia. Sono queste le tre parole chiave con le quali riassumerei questa particolarissima annata del Premio Itas. Tenacia nell'andare avanti nonostante l'evidenza che le nostre riunioni primaverili saltavano fatalmente una dopo l'altra, e che l'emergenza era da prendere molto sul serio – spiega Enrico Brizzi, Presidente della giuria del Premio ITAS del Libro di Montagna - Neanche per un attimo, tuttavia, abbiamo pensato che questa edizione del Premio potesse saltare. Siamo andati avanti a distanza col pieno sostegno della Compagnia, e crediamo in questo modo di avere reso onore al Premio stesso, agli autori e agli editori di tutti i volumi in concorso. Orgoglio, perché con gli amici del Trento Film Festival siamo stati i primi a tornare in pista, a testimoniare che, per quanto duramente colpiti, si può e si deve ripartire.


Meraviglia, infine, nel renderci conto ancora una volta, e più che mai, che l'essere umano è animale sociale, che agogna stare con gli altri e sente propri i libri capaci di parlare al suo cuore. È stato struggente, nei mesi duri della quarantena collettiva, leggere di montagne, grandi spazi, viaggi. Ma appena è stato possibile siamo tornati: lungo i sentieri, nei rifugi, per le alte vie, e qui, dove si celebra la storia d'amore infinita fra chi ama la montagna e chi sa trovare le parole più sorprendenti ed esatte per narrarla".

Ultimo aggiornamento: 02/09/2020 20:00:42
POTREBBE INTERESSARTI
Oltre 50 proposte APT: dal lago di Garda alla Valle dei Laghi, da Ledro a Comano fino alla Val di Gresta
Sull'Alpe Cimbra il weekend di 8 e 9 giugno: programma e iniziative per accessibilità
ULTIME NOTIZIE
Il distacco sotto il bivacco Colombo, tre persone portate in salvo
Controlli al valico autostradale della Polizia Stradale e Guardia di Finanza