PONTE DI LEGNO (Brescia) - Da
15 nazioni a
Ponte di Legno per portare a termine entro 20 ore l’extreme triathlon full distance d’alta quota. A Passo Paradiso la tedesca
Nadine Truppat completa l’Extreme Triathlon Series entrando nella élite Hall of Fame.
Circa
4 km di
bracciate in notturna nel Lago di Iseo, seguiti da
175 km in
bici, su cui hanno imperversato pioggia e vento costanti, resi epici dal superamento dei Passi Aprica, Mortirolo e Gavia, e
39 km di corsa sui sentieri sterrati dell’alta Valle Camonica per tagliare, infine, sfiniti ma emozionati, il traguardo di
Passo Paradiso (i vincitori nelle foto credit Oltrabella).
Una sfida così estrema non può meritare un solo vincitore. Sono stati, infatti, 70 i triatleti celebrati a Ponte di Legno con la consegna dell’iconica pietra degli StoneMen, i finisher di The Stone, triathlon full distance d’alta quota, con oltre 6.000m di dislivello lungo le tre frazioni, organizzato da TriO Events in partnership con Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Ponte di Legno e Comune di Sulzano.
LE PAROLE DI ALFIO DAGANI
A guidare gli stoici atleti arrivati entro il cut-off delle 20 ore tra i 150 partenti, il bresciano Alfio Dagani, classe 1992 del B3L Triathlon, che ha chiuso con il miglior tempo in 13h34'18": “Ho deciso di intraprendere questa avventura circa un anno fa consapevole dei sacrifici e delle rinunce che ne sarebbero conseguiti, ritagliando tempo tra impegni di lavoro e famiglia. È stato un viaggio bellissimo e pieno di emozioni. La frazione nuoto, quella che mi preoccupava maggiormente per l’orario e i possibili temporali, è trascorsa senza problemi, riuscendo a nuotare con una certa solidità e costanza. La frazione bike, quella a me favorevole, si è rivelata la più impegnativa. Tante ore di acqua e freddo in discesa. Fortunatamente è stata una giornata molto positiva a livello fisico e mi sono guadagnato un bel vantaggio da gestire nella frazione run. Il Gavia è stato veramente duro, soprattutto la discesa che mi ha fatto preoccupare sul prosieguo della competizione. Dopo essermi cambiato in T2 mi sono ripreso e ho fatto una prima parte del percorso run a un buon ritmo. Con il mio coach e accompagnatore Davide Zecchi (Zetatraining) ci siamo involati verso la conclusione: il Paradiso si avvicinava sempre di più e il sogno di poter tagliare il traguardo, anche con il miglior tempo, si stava avverando. Il chilometro finale, il più emozionante, me lo sono goduto appieno, soprattutto quando ho visto mia moglie Elisa e la mia bimba Amelia. Non sapevo che fossero a Passo Paradiso ad aspettarmi.