Se non arrivano risposte sarà sciopero”.
I sindacati chiedono un incremento salariale in linea con l’andamento positivo della redditività del settore. Non sono disposti, inoltre, ad accettare l’aumento della percentuale di contratti a tempo determinato, precari o peggio stagionali. “Il contratto a tempo indeterminato deve rimanere la forma di lavoro prevalente. Aprire alla stagionalità vuol dire pensare a personale che resta precario anche per tutta la propria vita lavorativa. Per noi è inaccettabile”.
Un altro capito particolarmente significativo è quello della salute e della sicurezza, in un comparto dove il rischio è molto alto. Si punta ad affiancare alla figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls), un rappresentante territoriale. “Conosciamo le difficoltà per arrivare all’elezione degli Rls nel porfido e nel resto d’Italia non è diverso – spiegano Marighetti e Bignotti -. Un rappresentante territoriale sarebbe meno legato alla singola azienda, avrebbe un’esperienza mirata e formazione e potrebbe contribuire in maniera estesa a diffondere un sistema di “gestione della sicurezza” in un ambiente particolarmente gravoso”. Sul tema, inoltre, Fillea e Filca ribadiscono che non c’è nessuna sovrapposizione tra quanto oggi fa Centrofor e la figura di un rappresentate territoriale. “Avrebbero compiti e funzioni diverse”.
Uiltimo problema importante è quello del rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione delle imprese nel settore in tutta Italia. “Proponiamo di elaborare un codice antimafia per l’impresa, e un tavolo permanente tra Inps, Ministero del lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero degli Interni e Ministero della Salute, per arginare questo fenomeno”, concludono i due sindacalisti.