Ma l’obiettivo è comune, rendere possibile un uso più sofisticato dei dati, che è un altro modo per chiamare l’intelligenza artificiale. Le applicazioni sono moltissime. Anche il contrasto alla diffusione delle pandemie”.
Sul mobile comunque il 4G garantisce ancora una ottima copertura, ne resta escluso circa uno 0,5% della popolazione. Per quanto riguarda il fisso l’Italia viene divisa in 3 aree: le aree nere, ben coperte, che spesso corrispondono ai grandi centri urbani o comunque alle aree trainanti del Paese, le aree grigie, intermedie, su cui sono in arrivo nuovi fondi governativi, e infine le aree bianche, che interessano il 25% della popolazione. Non sono solo al Sud, e costituiscono un problema. Già è stato fatto uno stanziamento per porvi rimedio, ma la copertura non è ancora avvenuta, forse ci si arriverà nel 2023. Una priorità per l’Italia è colmare questo digital divide, che trascina con sé altri problemi, di conoscenze, di scolarizzazione, di competitività.
Il Covid-19 ha contribuito a diffondere lo smart working, così come altri eventi epocali hanno favorito la diffusione di altre soluzioni tecnologiche e altre abitudini. Secondo Gubitosi qualcosa di tutto questo rimarrà. Il luogo di lavoro come luogo di socializzazione, almeno per una vasta gamma di professioni, verrà fortemente ridimensionato. Pensiamo ai call centre, luoghi che concentravano molti lavoratori addetti alle telecomunicazioni. Lo smart working ha consentito di eseguire le stesse mansioni da remoto, nelle abitazioni stesse dei lavoratori. Più in generale, l’aumento della capacità di calcolo dei pc e degli altri device porterà a cambiamenti profondi anche nelle nostre città. Le periferie, un tempo luoghi quasi solo residenziali, diventeranno anche luoghi di lavoro. Ed ancora: il digitale permeerà sempre più intensamente tutti gli ambiti della società, dalla scuola alla giustizia, velocizzando i processi, accrescendo le prestazioni.
In Italia il Covid porterà nuovi finanziamenti, il che rappresenta una grande opportunità per migliorare il Paese. Una cosa estremamente importante sono i tempi di applicazione. “Bisogna fare presto – ha detto ancora Gubitosi – così come è importante la progettualità. Oltre a superare l’emergenza, dovremo impegnarci per far sì che si apra una stagione di ripresa sostenibile. Dovrà inoltre diffondersi una maggiore consapevolezza delle opportunità offerte dal digitale, ad ogni livello. Il profilo tipico di cui non usa la rete è: persona sopra i 50 anni, con un basso livello d’istruzione, che vive in un piccolo comune. Ma in Italia è ancora difficile diffondere persino l’uso della carta di credito. Sul versante dell’offerta il Paese è cresciuto, è sul fronte della domanda che permangono dei problemi”.
La consapevolezza è che, in ogni caso, il Coronavirus ha diffuso moltissimo l’uso della rete, pensiamo già solo ad applicazioni come Zoom, che hanno conosciuto una crescita spettacolare. Ma ora non dobbiamo togliere il piede dall’acceleratore.
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